di
Andrea Rinaldi
La mossa per proteggere gli azionisti dell’istituto e per dimostrare di non essere un pericolo per l’Italia. Bruxelles: la politica interferisce con le fusioni bancarie
Unicredit presenta un ricorso al Consiglio di Stato contro il Golden power opposto dal governo all’ops su Banco Bpm mentre Bruxelles torna a farsi sentire sui poteri speciali di Roma.
Il risiko insomma non si ferma per Piazza Gae Aulenti, che chiede ora di fare ulteriore chiarezza sul perimetro d’azione e giuridico dopo la sentenza del Tar del Lazio di luglio, la quale aveva accolto solo in parte le obiezioni dell’istituto guidato da Andrea Orcel. Il ricorso alla giustizia amministrativa non sarebbe — secondo quanto si apprende — un gesto di ostilità verso l’esecutivo Meloni e se il board procedesse in tal senso lo farebbe anche per sottolineare che Unicredit non può costituire un pericolo alla sicurezza nazionale, con particolare riferimento sulla Russia, nonché per armonizzarsi con il diritto europeo. Il termine ultimo per avanzare la richiesta era domani, 60 giorni dopo il verdetto del Tar. L’ipotesi di proporre appello servirebbe anche per proteggere gli stakeholder dell’istituto, ma anche gli amministratori e la banca stessa da eventuali ricorsi da parte degli azionisti che potrebbero ritenere non adempiute tutte le strade nel corso dell’Ops. Ora il Consiglio ha 9-12 mesi per chiamare Unicredit in udienza.
Cosa diceva il Tar
Dei quattro punti contestati da Unicredit a luglio, solo due furono annullati dal Tar. Il primo si riferiva all’arco temporale del divieto di ridurre il rapporto tra finanziamenti e depositi praticato da Banco Bpm e Unicredit in Italia. Il secondo riguardava l’obbligo di mantenere il livello del portafoglio di project finance mentre il Tribunale amministrativo aveva confermato le restrizioni più sensibili come l’obbligo, nel decreto della Presidenza del Consiglio, di uscita dalla Russia e sulla necessità di mantenere gli investimenti in asset italiani di Anima (dove tra l’altro si stanno allungando i tempi per la ricerca di un ad, dopo l’uscita di Alessandro Melzi d’Eril verso Mediobanca e per cui ceo l’azionista di controllo Banco Bpm starebbe pensando a una figura esterna, al posto degli ex papabili Pierluigi Giverso e Alessandro Varaldo). Al Financial Times lo stesso Orcel aveva detto che la controllata russa di Unicredit sarà «praticamente eliminata» entro la fine del 2026.
La maggioranza
«Queste sono dinamiche dei singoli Istituti sui quali credo sia meglio lasciare che ciascuno assuma le proprie decisioni. Non mi sembra né opportuno né saggio dire il mio parere su questo», ha commentato il sottosegretario all’Economia Federico Freni, a cui ha fatto eco il presidente della Commissione Finanze della Camera, Marco Osnato: «Sono le singole aziende a decidere come tutelare le proprie istanze».
L’Europa
Intanto a Bruxelles sono giorni concitati, anche perché in questi giorni sarebbero dovuta partire due lettere per Roma con cui si chiede il ritiro del Golden power sull’ops Unicredit-Banco Bpm e si comunica l’apertura della procedura di infrazione. Le missive seguono i botta e risposta di ottobre sul tema tra la commissaria Ue Maria Albuquerque e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. La Commissione Europea sta tuttora «valutando i prossimi passi» da fare nei confronti dell’Italia, ha riferito la vice-portavoce capo dell’esecutivo Ue.
L’interventismo
Certo è che il protagonismo dei governi — non solo italiano, ma anche spagnolo e tedesco — nel dirigere o stoppare le aggregazioni bancarie è guardato con fastidio: «Non sembra essere in linea con l’obiettivo generale di avere un settore bancario europeo: in teoria c’è un ampio riconoscimento che un consolidamento è positivo, ma in pratica sembrano interferire questioni politiche», ha detto una fonte europea coinvolta nella preparazione delle riunioni dell’Eurogruppo. I ministri finanziari dell’area euro si riuniranno proprio domani nella capitale belga e all’ordine del giorno c’è anche una discussione sull’Unione bancaria. E ieri lo stesso Giorgetti è tornato a esprimersi sul risiko, questa volta di Bper-Sondrio, «asset con un valore culturale prima che economico e gestirli responsabilmente è un dovere manageriale e civile e come sempre osserveremo con attenzione quanto accade».
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10 novembre 2025
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