Al termine del Gran Premio del Brasile a far discutere è stato il contatto avvenuto nel corso del sesto giro di gara tra Oscar Piastri e Kimi Antonelli. A farne le spese sono stati Charles Leclerc, colpito dalla Mercedes e costretto al ritiro, e, in misura minore, Piastri, sanzionato dal collegio dei commissari sportivi con una penalità di dieci secondi da scontare nel suo primo pitstop. La decisione degli uomini FIA ha diviso opinioni, tra appassionati, addetti ai lavori ed anche tra gli stessi piloti. Dopo le prime valutazioni a ‘caldo’, le immagini on board di Piastri ed Antonelli, insieme alla visuale fornita dall’elicottero, hanno reso lo scenario molto meno scontato.
Non per il collegio dei commissari sportivi, secondo il quale l’episodio è molto chiaro. La spiegazione fornita dalla FIA sottolinea come Piastri sia arrivato in prossimità del punto di corda in curva 1 a ruote bloccate. “La vettura 81 ha tentato di sorpassare la vettura 12 (Kimi Antonelli) all’interno della curva 1 – riporta il comunicato della Federazione – così facendo, Piastri non ha stabilito la sovrapposizione richiesta prima e al punto di corda, poiché il suo asse anteriore non era allineato con lo specchietto della vettura 12, come definito dalle linee guida per i sorpassi all’interno di una curva”.
“Piastri ha bloccato i freni nel tentativo di evitare il contatto – prosegue – senza riuscirci e toccando la monoposto di Antonelli. Questo primo contatto ne ha provocato un secondo tra Antonelli e la vettura 16 (Charles Leclerc) che si trovava all’esterno. Piastri è quindi ritenuto interamente responsabile della collisione”.
Ed è proprio su questa piena responsabilità che si è aperta la discussione. Non tutti sono convinti che Piastri abbia perso il controllo della monoposto, le immagini on board mostrano come l’angolo del volante non sia mai stato in sottosterzo, così come emerge chiaramente che Oscar non ha mancato il punto di corda interno, alla sua sinistra. L’atipicità della situazione è l’attacco (da parte di Piastri) non finalizzato con l’affiancamento dell’avversario nel punto di frenata. Antonelli ha difeso la posizione con una frenata molto ritardata, e questo ha probabilmente colto di sorpresa Piastri. Ma, da parte sua, Oscar non ha mai perso la linea.
Oscar Piastri, McLaren, Andrea Kimi Antonelli, Mercedes
Foto di: Andy Hone/ LAT Images via Getty Images
I commissari sportivi hanno fatto riferimento alle linee guida FIA, una serie di raccomandazioni che però non fanno parte del Codice Sportivo Internazionale. L’infrazione contestata a Piastri fa infatti capo all’Appendice L (del codice sportivo internazionale) Capitolo 4, Articolo 2d, che riporta: “Causare una collisione, o la apparente mancanza di controllo della vettura (come l’uscita di pista) potrà comportare l’imposizione di penalità”. Un passaggio molto generico, che di fatto non chiarisce quale sarebbe stata la reale infrazione di Piastri.
L’impressione è che queste “scappatoie” servano a dare alle linee guida un peso maggiore di quello che dovrebbero avere, cioè delle raccomandazioni. Il potere discrezionale o dei commissari sportivi è un valore aggiunto indispensabile far luce su ogni singolo episodio valutandolo nel suo insieme. Porre dei vincoli (come l’allineamento dell’asse anteriore con lo specchietto della monoposto da superare) rischia di diventare un limite. Ogni manovra ha la sua storia, la sua dinamica, le linee guida possono aiutare, ma sarebbe non dovrebbero mai essere considerate infallibili.
Molti addetti ai lavori considerano quanto accaduto in curva 1 a Interlagos un normale incidente di gara che, come tale, andava archiviato. Le regole sono fondamentali, ma altrettanto lo è la capacità di leggere le situazioni attingendo al proprio bagaglio d’esperienza. Se così non fosse, nel collegio dei commissari sportivi siederebbero dei giuristi, con una conoscenza perfetta dei regolamenti. Fortunatamente non è così, la presenza nel collegio dei commissari di persone con un grande e riconosciuto trascorso nel motorsport, è indispensabile per poter contare sulla risorsa più preziosa: il buonsenso.
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