Paolo Vanoli è pronto a ricostruire la Fiorentina
Per Paolo Vanoli la lista delle priorità è lunga. Dopo i due giorni di riposo concessi alla squadra, il nuovo tecnico della Fiorentina è pronto a riprendere il lavoro al Viola Park con grande entusiasmo e determinazione. L’obiettivo è chiaro: tirare fuori la squadra dalle sabbie mobili di una classifica disastrosa, con soli cinque punti e nessuna vittoria dopo undici giornate. Vanoli ha già cominciato a conoscere l’ambiente e a pianificare un programma fitto di interventi per rimettere in moto una squadra spenta fisicamente e fragile mentalmente.
Il primo passo sarà migliorare la condizione atletica. Vanoli ha previsto doppie sedute quotidiane, puntando su intensità, forza e velocità per dare nuova energia a un gruppo che finora ha corso poco e male. Lo stesso Piccoli, dopo il pareggio di Genova, ha ammesso che la squadra cala vistosamente nel finale e che serviranno due settimane molto impegnative per ritrovare brillantezza. Ma non basterà solo la corsa: il tecnico vuole restituire alla squadra un’identità precisa, fondata su determinazione, agonismo e spirito di appartenenza. Prima ancora del gioco, servirà carattere per risalire dall’ultimo posto.
Dal punto di vista tattico, Vanoli valuterà se continuare con il 3-5-2, suo marchio di fabbrica, o se passare a un sistema diverso più adatto agli uomini a disposizione, come il 4-3-2-1 o il rombo a centrocampo. In parallelo, sarà fondamentale migliorare la qualità del gioco, soprattutto in mezzo al campo, dove si attende il pieno recupero di Nicolò Fagioli, regista con visione e tecnica superiore. Il tecnico dovrà poi individuare un undici titolare stabile, puntando su continuità e fiducia in vista del difficile trittico contro Juventus, Atalanta e Sassuolo. Infine, Vanoli si affiderà ai leader della squadra — De Gea, Gosens, Mandragora, Gudmundsson, Dzeko e Kean — chiedendo loro di guidare la rinascita viola non solo in campo, ma anche nello spogliatoio, per ricompattare l’ambiente e riallacciare il legame con i tifosi. Lo scrive il Corriere dello Sport.
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