Il dibattito sulla manovra del ministro Giorgetti sembrerebbe ruotare intorno a questa domanda: chi guadagna tra i 2000 e i 2500 netti al mese va considerato ricco, e quindi, come tale, non bisognoso di agevolazioni fiscali? Questa domanda ne introduce inevitabilmente un’altra: qual è la cifra di ingresso per accedere al club dei ricchi? Con poco più di 2000 al mese campi dignitosamente, a condizione di essere single e di abitare in una casa di proprietà. Se già hai dei figli e un coniuge che guadagna meno di te, o che non guadagna affatto, fai parecchia fatica ad andare avanti senza indebitarti. Se poi hai anche un affitto da pagare e una spesa imprevista – il dentista, il meccanico – sei costretto ad attingere ai risparmi, ammesso che te ne siano rimasti.
Immagino che in cuor loro Schlein, Conte e persino Fratoianni sappiano benissimo queste cose. Chi percepisce certe cifre non può essere assimilato ai ricchi, quelli veri, quelli che guadagnano dieci, cento, mille volte di più, o che figurano nullatenenti perché evadono ed eludono sistematicamente il Fisco. E invece, almeno a seguire il dibattito in corso, sembra che il famoso Campo Largo metta tutti dentro lo stesso cesto – l’impiegato e il manager, il preside e il finanziere – finendo così per additare come privilegiate anche le persone i cui interessi, in teoria, dovrebbe tutelare. Quel ceto medio che un tempo era la pancia del Paese, mentre adesso è pelle e ossa, e si sente pure dire che dovrebbe mettersi a dieta.
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11 novembre 2025, 06:41 – modifica il 11 novembre 2025 | 08:47
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