Dal ricordo di Valerio Scanu, che ha appreso della morte di Peppe Vessicchio nel modo più indelicato, a quello di Paolo Villaggio, coi figli presenti in studio. È stata una puntata intensa de La Volta Buona, quella andata in onda martedì 11 novembre, come sempre su Rai 1. Una puntata, per certi versi, barbareschicentrica: collegato in studio, Luca Barbareschi è intervenuto per parlare della sua idea sulla (non legittima) eredità per i figli e sulla genitorialità, arrivando anche a un piccolo scontro con la conduttrice Caterina Balivo. Ma andiamo per ordine: ecco le pagelle di oggi (secondo noi).
Barbareschi contrario all’eredità per i figli, voto: 5
Ricchi contrari a lasciare beni a favore dei propri eredi naturali. Con questo argomento un po’ spinoso la Balivo ha scelto di aprire le danze, con l’intervento di uno strenuo sostenitore di questo pensiero.
Dopo Daniel Craig, Gordon Ramsey e Bill Gates, è Luca Barbareschi a portare in alto la bandiera dei padri contrari all’eredità naturale per i figli, cosa che tecnicamente in Italia è stabilita per legge (la legittima impone che almeno due terzi del patrimonio debba andare agli eredi, appunto).
“Loro hanno già moltissimo, perché avranno delle cose che già gli ho lasciato prima – ha spiegato in collegamento con lo studio -. La mia reazione è stata un po’ dura quando ho visto l’egoismo che c’era da parte loro. Non sono riuscito a fargli capire che nella vita è molto importante prima di tutto chiedere a un altro ‘Come stai?’ e poi magari parlargli di te. Occuparsi dei problemi degli altri aiuta a stare meglio. Io, essendo nato da zero, non ho mai avuto una lira, ho costruito tutto informandomi sugli altri. I miei figli hanno avuto tanto (…), hanno già una casa loro a Filicudi. Quando hanno continuato a chiedermi soldi, gli ho detto che non ne ho. E poi basta con sta cosa che a 40 anni chiedete ancora soldi, questa cultura del piagnisteo“.
Si alzano i toni tra Caterina Balivo e Luca Barbareschi. Voto: 4
Sulla scia della sopracitata “cultura del piagnisteo”, Barbareschi ha proseguito nella sua narrativa di una genitorialità più “egoista”, ma a suo dire necessaria per crescere figli che siano adulti consapevoli e responsabili. L’occasione è stata una parentesi su Paolo Villaggio che, in un’intervista a Gigi Marzullo, aveva ammesso le proprie “colpe” da padre. “Molto onesto con sé stesso: i genitori ci devono essere, la vanità non va messa al primo posto”, ha commentato la padrona di casa.
Barbareschi è stato di tutt’altro avviso: “[Parlando di uno spettacolo teatrale da lui messo in scena, ndr] Ho voluto raccontare la storia di un padre legittimamente egoista. Penso che soprattutto i grandi artisti abbiano una missione. Una volta ho chiesto a un grande direttore d’orchestra ‘Ma tu quando dirigi ti manca cambiare i Pampers ai tuoi figli?’ e lui mi disse ‘No’. Io pensai la stessa cosa (…). Sono su questa terra perché faccio l’artista. È chiaro che chi è figlio di un personaggio così soffre, ma è anche un privilegio. Non sentiamoci troppo in colpa“.
A questo punto la Balivo è intervenuta: “Da figlia ti devo dire una cosa, però, Luca. Noi figli non abbiamo chiesto a voi genitori di venire al mondo e lo dico da mamma. Ogni genitore deve essere responsabile dei propri figli”. “Str*****e! Questa è un’idiozia! La natura fa sì che un uomo e la donna facciano dei figli. Il libero arbitrio fa sì che quando sei adulto voti lavori e scegli”, la risposta piccata del regista.
“Ma ci devo essere, devo diventare quell’adulto, e quell’adulto lo fanno diventare il padre e la madre”, ha provato a insistere la Balivo. “Viva i genitori dittatori, viva i genitori egoisti, viva i genitori che si assumono le responsabilità delle proprie azioni. A 16 anni sono già tutti coi social col ditino a scrollare, a guardarsi i po**o”, ancora Barbareschi. “Beh Luca, poi diventa una cosa tra me te e non è carino…”, ha concluso la conduttrice (o almeno ci ha provato).
Valerio Scanu e il legame speciale con Vessicchio. Voto: 10
Se di genitori e figli si parla, tornare a raccontare di Peppe Vessicchio è stata una bella occasione per ribadire che essere padre non è soltanto una questione di “sangue”. E in studio lo ha ricordato in particolare Valerio Scanu, che con il Maestro è cresciuto musicalmente, ma non solo.
Purtroppo la notizia della morte del direttore d’orchestra è giunta alle orecchie del cantante nel modo meno delicato possibile: “Mi era arrivato un messaggio di un giornalista che mi diceva ‘Ti va di venire in radio alle 19:00? Ti va di intervenire per un saluto al maestro Vessicchio?’. Però io l’ho interpretato diversamente, come se durante un’intervista volessero fargli una sorpresa (…). A un certo punto apro per sbaglio Instagram e leggo quello che ho letto… Ho scritto subito ad Alessia, la figlia, un messaggio (…). Speravo che mi dicesse che erano fesserie, che ogni tanto capita, e invece lei mi ha risposto con un cuore. E lì ho capito”.
Per Scanu, il Maestro Vessicchio è stato come un secondo padre e già prima di Sanremo quando, appena 12enne, aveva partecipato a Bravo Bravissimo. Poi l’Ariston non ha fatto altro che cementare un rapporto speciale: “Faceva del bene in maniera disinteressata, sapeva essere la persona di cui l’interlocutore aveva bisogno. Al nostro primo Sanremo lui è stato molto paterno. Io lì ero da solo, diciannovenne, senza la mia famiglia, ma anche al secondo mi ricordo che, prima di entrare, mi ero messo a piangere. Lui mi ha stretto e mi ha detto: “Adesso vai a cantare”.
Parla l’avvocato di Evelina Sgarbi. Voto: 6
La Volta Buona è tornata su un argomento ben noto ai telespettatori. A intervenire è stato Lorenzo Iacobbi, legale di Barbara Hary ed Evelina Sgarbi, spiegando che le due donne sono pronte a querelare, procedendo nelle apposite sedi legali contro “tutti coloro che si sono resi responsabili della pubblicazione e propagazione di notizie false e totalmente destituite di ogni fondamento”.
“Stanno circolando delle notizie che non fanno altro che alimentare la campagna d’odio contro Evelina, che poi si è tradotta purtroppo anche in un tentativo di aggressione vero e proprio nell’udienza che si è celebrata il 28 ottobre – ha spiegato l’avvocato. Non ci siamo a sopportare questa campagna d’odio mediatica ed Evelina e la madre hanno deciso di azionare ogni tentativo di screditare la loro onorabilità”.
Poi una precisazione, a proposito di un’altra voce infondata messa in circolo in attesa della decisione del tribunale: “Nel nostro ricorso non viene fatta menzione di alcuna richiesta economica. Evelina non chiede un euro a suo padre, oltre quello che legittimamente le spetta come figlia. Questa ragazza fino all’età di 8 anni non ha percepito neanche un euro da parte del padre”.
“L’azione che ha promosso Evelina è un’azione a tutela, a beneficio di Vittorio Sgarbi. Non abbiamo chiesto un tutore legale ma un amministratore di sostegno. Noi non vogliamo assolutamente interdire Vittorio Sgarbi, ci stiamo battendo perché gli venga assicurata la cura migliore possibile”.