“Con Virginia possiamo arrivare al 30%”. A dirlo, durante la proiezione del film “Golpe Capitale” al Laurentino, è stato Ignazio Marino. Al suo fianco, “Virginia” è Raggi, che il posto di comando in Campidoglio lo ha occupato proprio dopo il chirurgo genovese, defenestrato dai suoi colleghi del Pd nell’ottobre 2015.

L’asse Raggi-Marino

L’immagine dei due, spalla a spalla a rispondere alle domande e a commentare il racconto di quanto accaduto dieci anni fa a Palazzo Senatorio, è decisamente inedita. Si sovrappone a quella di Virginia Raggi, seduta in aula “Giulio Cesare” con due arance in mano, assieme a Daniele Frongia ed Enrico Stefàno. Agrumi profumati riservati proprio a Marino, allora sindaco (agli sgoccioli), immaginato ai ceppi per due scontrini e una Panda parcheggiata male.

Obiettivo: silurare Gualtieri

Adesso, però, alle scuse pubbliche di quattro anni fa, la pentastellata aggiunge il supporto politico. In vista delle elezioni amministrative del 2027, per lei il campo largo non è un’opzione: “Non si può sostenere Gualtieri”, dice la consigliera di opposizione, in sintonia con il suo nuovo alleato. “Come si può fare campagna elettorale per il bis, andando contro ogni cosa che pensiamo e che abbiamo provato a fare?”. I temi sono arcinoti: termovalorizzatore di Santa Palomba e stadio della Roma a Pietralata su tutti.

La proposta delle primarie

E così, nonostante antichi screzi, Raggi e Marino si candidano per fare i guastafeste ai piani di Gualtieri. Innanzitutto chiedendo a gran voce le primarie di coalizione: “Se si fanno le primarie per indicare il candidato o la candidata alla presidenza del consiglio del nostro Paese, perché non usare la stessa formula per scegliere chi si candida a guidare le nostre città?”, ribadisce il chirurgo, oggi eurodeputato indipendente eletto in quota Verdi, in un post su Facebook pubblicato dopo l’evento.

Il Pd fa muro

Una prospettiva inesistente, che il segretario romano del Pd si è sbrigato a respingere: “Gualtieri sta dimostrando sul campo il suo valore. È il nostro sindaco – tuona Enzo Foschi – ed è una risorsa per tutti. A Roma non servono giochi politicisti: serve guardare avanti, non tornare indietro di dieci anni. Con Gualtieri vogliamo continuare a far crescere il progetto per la città e costruire, sulle proposte, la coalizione politica e sociale. Il partito democratico va avanti con Gualtieri per le prossime elezioni”. Fine.

Le posizioni di SI e M5S

Il pensiero viene condiviso anche da altri alleati, acquisiti o da acquisire. Per esempio, in Alleanza Verdi-Sinistra, dove Sinistra Italiana – seppur radicale sugli stessi temi che fanno agitare Marino e Raggi – non ha la minima intenzione di uscire dall’alleanza, e anzi sta lavorando per ampliare le fila e rafforzarsi con figure che portino competenze, esperienza politica e soprattutto voti. E poi ci sono quelli che, nel M5S, sposano la linea del leader Giuseppe Conte. Vedi, uno su tutti, il consigliere capitolino Paolo Ferrara. L’obiettivo per questa parte dei grillini è stare nel campo largo, seguendo la linea nazionale.

Linda Meleo, consigliera e coordinatrice romana del M5S, a RomaToday definisce le esternazioni della collega Raggi “opinioni personali” e ricorda, come già fatto in altre occasioni, “che da tempo noi stiamo ascoltando i gruppi territoriali, per delineare le strategie future in condivisione con la base del Movimento”.

Cosa fanno i Verdi?

A non essere proprio così convinti del Gualtieri-bis, quindi, restano solo i Verdi. Che in Campidoglio hanno Nando Bonessio, saldo in maggioranza, ma si associano alla richiesta del loro eletto al Parlamento europeo sulla possibilità di andare alle primarie: “Consultare la base è segno di democrazia”, dice Valerio Zaratti, co-portavoce di Europa Verde Roma. Che al nostro giornale spiega meglio: “Il tema è che deve esserci una responsabilità condivisa di costruzione del campo largo, noi stiamo cercando di fare tutto quello che è possibile, sia nel porre i temi, che nel chiedere il dialogo, proponendo nel caso di Ignazio un ulteriore strumento di discussione e confronto. Su alcuni temi ci dovrebbe essere una condivisione ampia delle forze politiche, sociali, sindacali della città”.

Insomma, viene da pensare che da parte dei Verdi sia importante contare di più. In questi quattro anni di governo della città, va detto che Gualtieri ha preso diverse decisioni interne alla giunta senza contemplare il parere di alcuni alleati. E il partito di Bonelli l’ha presa peggio rispetto a quello di Fratoianni, come esternato più volte da Filiberto Zaratti, deputato e padre dell’attuale co-portavoce romano.

Avs al 10% a Roma

Forse, chissà, in Avs hanno tutti letto un sondaggio interno al Pd che a Roma vedrebbe l’alleanza di Fratoianni e Bonelli al 10%, come il M5S. Una percentuale importante, forse lusinghiera ma non così distante da quella nazionale (poco sotto il 7% secondo l’ultimo Swg per La7). E quindi, forti di questa doppia cifra, gli ecologisti battono i pugni sul tavolo aspettandosi “condivisione”. Mentre in Sinistra Italiana il profilo è più moderato e pragmatico: “Siamo radicali su certi temi, ma stando dentro la coalizione. I confronti ci sono e ci saranno e Gualtieri dovrà tenerne conto”, spiega una nostra fonte interna ad Avs che preferisce non esporsi.

Tra rancore e affermazione

Quindi, torniamo all’inedito duo. Che, a onor del vero, RomaToday aveva “sgamato” già a settembre, prima di un talk pubblico in zona Aurelio. Ignazio Marino e Virginia Raggi potrebbero essere al lavoro per “sabotare” il campo largo a Roma, mettendoci la faccia ma – immaginiamo – non la candidatura diretta. Anche perché l’avvocata di Ottavia potrebbe avere legittime mire nazionali, mentre il professore fino al 2028 avrà l’incarico a Bruxelles. Vorranno quindi pesarsi e farsi strada per motivi diversi. Raggi per ribadire la sua non adesione alla linea del leader Conte, Marino per continuare a coltivare un rancore lungo dieci anni, che sembra prometterne altri dieci senza perdere un colpo.

Rischio isolamento

Occhio, però, alla realtà: “Io e Virginia possiamo arrivare al 30%”, diceva Marino domenica pomeriggio al Laurentino. Ma la politica non è per forza frutto di una somma matematica. E con i movimenti a sinistra del Pd, e da parte del M5S, è dura pensare di poter andare lontano. Ritrovarsi isolati è un attimo.