Era il 2 luglio del 2000 ed erano a casa di amici: si sono innamorati “nella maniera più italiana possibile”, con la nazionale e un piatto di spaghetti al pomodoro
Patrizia Chimera
12 novembre – 12:10 – MILANO
Giorgio Faletti ci ha lasciati il 4 luglio 2014, portando con sé un pezzo importante della cultura italiana. Scrittore, attore, comico e musicista, Faletti ha saputo lasciare un segno profondo nel cuore di chi lo ha amato, non solo per il suo talento ma anche per la sua umanità. A distanza di anni dalla sua scomparsa, la moglie Roberta Bellesini ha scelto di raccontare chi fosse davvero l’uomo che stava dietro l’artista, condividendo ricordi intimi e momenti che hanno segnato la loro storia d’amore. A partire dal primo incontro, davanti a una partita della nazionale di calcio e un piatto di pasta fumante.
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Come si sono conosciuti Giorgio Faletti e la moglie Roberta Bellesini—
Roberta Bellesini, architetta di 53 anni, ha ricordato al Corriere della Sera il loro primo incontro. Aveva solo 15 anni quando ha visto per la prima volta Faletti: lei era con i suoi amici davanti a un bar di Asti. All’epoca lui era già un volto noto grazie a Drive In e la prima impressione fu quella di uno “sborone“, come lei stessa ha raccontato. “Sentimmo un rombo. E una Ferrari rossa si fermò a pochi metri. Scese Giorgio Faletti, accompagnato da una modella bellissima con le gambe lunghe otto metri”. Ma quella sensazione è presto scomparsa: “La brutta impressione svanì subito. Aveva una faccia talmente simpatica, da ragazzino. Giorgio non era proprio il tipo che si vantava, questo però l’ho scoperto dopo”.
Il destino ha voluto che i due si rincontrassero in seguito, il 2 luglio 2000, a casa di amici. Davanti alla finale degli Europei Francia-Italia e a un piatto di spaghetti al pomodoro, è nato l’amore. Giorgio e Roberta si sono dunque innamorati nella maniera più italiana possibile.
I dubbi su Giorgio Faletti, più grande di 20 anni—
Fin da subito Roberta è rimasta colpita dai “suoi occhi grigio-azzurri, limpidi, ti sembrava davvero di leggerci dentro. Chiacchierammo seduti sul divano del suo disco appena registrato, promise di mandarmi il cd, a fine serata mi accompagnò a casa. Per qualche mese non ci siamo più rivisti, solo qualche telefonata. Poi abbiamo cominciato a frequentarci”. Lei non era sicura di quella relazione all’inizio, perché “lui era un personaggio famoso, più grande di me di 20 anni. Mamma ne aveva uno meno di lui. Preoccupata, mi disse: ‘Fossi in te ci andrei con i piedi di piombo’. E così fu. Dopo qualche mese Giorgio mi chiese: ‘Che devo fare ancora per corteggiarti?’. In effetti si capiva che il suo interesse per me era serio, mi aveva pure portato a conoscere sua madre. Gli sfizi se li era già tolti. E ho capitolato”.
Roberta era più alta di Giorgio, ma lui non se ne preoccupava e ci scherzava su: “Gli piaceva, aveva avuto fidanzate modelle. Solo quando portavo i tacchi, magari per una serata, mi sfotteva così: ‘Mamma, mi hai messo la merenda nella cartella?'”. Il loro è stato un grande amore, “che si è costruito nel tempo. Quando sono cominciati i suoi problemi di salute, avrebbero potuto creare tensioni, paura o stanchezza, è normale che succeda, siamo umani. Invece per noi è stato un collante fortissimo”.
La malattia e la decisione di sposarsi—
Nel 2002 la vita della coppia è cambiata improvvisamente. Giorgio è stato colpito da un ictus e Roberta lo ha trovato già in coma sul pavimento di casa. Dopo giorni difficili e un lungo ricovero, lui si è ripreso, ma nel 2003 ha avuto un nuovo episodio, ritornando in ospedale. È stato in quel momento che lo scrittore ha deciso di chiedere alla compagna di sposarlo. “‘Basta, sposiamoci’. Scherzai: ‘Sei imbottito di farmaci, richiedimelo più in là, non vorrei che mi accusassero di circonvenzione di incapace'”, ha raccontato la moglie di Faletti, aggiungendo poi che qualche giorno dopo ha trovato “l’anello sul comodino. Era fine marzo. Ad agosto ci siamo sposati, all’Isola d’Elba, il suo luogo del cuore. Solo noi e qualche amico. Alla famiglia lo abbiamo detto la sera”.
Quando gli è stato diagnosticato un tumore al polmone (scoperto per caso durante una risonanza per un’ernia al disco), Faletti ha cercato di affrontare la malattia con forza e discrezione. Si è curato a Los Angeles, ma quando le terapie hanno smesso di funzionare, ha fatto ritorno nella sua Asti, dove ha trascorso gli ultimi mesi con Roberta al suo fianco. Aveva anche allontanato gli amici, perché “non voleva che lo vedessero così, farli soffrire, era un’anima sensibile“, ha ricordato la moglie.
Da allora, Roberta non ha mai smesso di sentirlo vicino. “Sono passati 11 anni e non l’ho mai nemmeno sognato. Però nei momenti importanti compare sempre una piuma. Come il titolo del libro pubblicato dopo la sua morte. Le conservo tutte in un cassetto. Non credo sia un caso, ma un segno. Giorgio c’è. Anche se non posso vederlo, è vicino a me”.
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