di
Aldo Grasso

L’enfasi costante su casi di cronaca nera, soprattutto omicidi, scomparse e violenze può creare la percezione di un’Italia dove la criminalità comune è diffusa

Paradossi televisivi. Ci si lamenta spesso di come molti programmi grondino sangue, trattino i crimini come occorrenze quotidiane e «normali», si abbandonino a racconti che sfiorano la morbosità. Come se l’esposizione continua volesse ridurre la sensibilità verso la violenza e la sofferenza umana. In realtà dovremmo essere «contenti» di vivere in un regime democratico che non ha paura di mostrare i lati oscuri che lo attraversano. Com’è noto, durante il fascismo i giornali non parlavano di cronaca nera perché era stata censurata e fortemente ridimensionata. Mussolini esercitava un controllo sistematico sull’informazione, limitando la libertà di stampa: in particolare, i fatti di cronaca nera venivano trattati in modo marginale, relegati a titoli secondari e articoli di breve lunghezza. Si dava l’impressione di uno stato dal pugno di ferro. Ma ecco entrare in gioco un secondo paradosso. 

Trasmissioni come «Ore14» di Milo Infante, «Quarto grado» di Gianluigi Nuzzi, «Nella mente di Narciso» di Roberta Bruzzone e tutta la Garlascheide (ho citati i primi programmi che mi sono venuti in mente) sembrano piacere molto a coloro che governano perché rafforzano la tesi di aver ricevuto in eredità un paese allo sbando. L’immagine che si percepisce (al bar, come si diceva una volta) è quella di un paese segnato da crimini violenti e irrisolti, intriso di segreti e zone d’ombra, di forze dell’ordine incapaci di contrastare i delitti o di condurre indagini accurate, di un sistema giudiziario costantemente sotto esame, inefficiente o inadatto. E per quanto si auspichino riforme della giustizia, dopo un certo numero di anni potrebbero sorgere dei dubbi. L’enfasi costante su casi di cronaca nera, soprattutto omicidi, scomparse e violenze può creare la percezione di un’Italia dove la criminalità comune è diffusa e la sicurezza personale è a rischio e dove i tanto conclamati decreti sicurezza non hanno sortito gli effetti desiderati. Questo focus genera un senso di allarme sociale, facendo percepire il crimine come una minaccia onnipresente e il governo del tutto incapace di porvi rimedio. Sto parlando di paradossi, di televisione. 



















































12 novembre 2025 ( modifica il 12 novembre 2025 | 16:13)