di
Ferruccio Pinotti
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni segnala un nuovo disastro umanitario. Sono 61.482 gli sbarchi dall’inizio dell’anno. Medici Senza Frontiere annuncia una nuova nave di ricerca e soccorso
Stando a quanto riferito dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), almeno 42 persone risultano disperse dopo che un gommone si è capovolto, l’8 novembre scorso, al largo delle coste libiche.
«L’8 novembre le autorità libiche hanno condotto un’operazione di ricerca e soccorso in seguito al capovolgimento di un gommone nei pressi del giacimento petrolifero di Al Buri», situato 120 chilometri a nord della costa libica. «Secondo i sopravvissuti – si legge in un comunicato – l’imbarcazione, con a bordo 49 migranti e rifugiati (47 uomini e due donne), era partita da Zuwara il 3 novembre intorno alle 3 del mattino. Circa sei ore dopo, le onde alte hanno causato un guasto al motore, rovesciando l’imbarcazione e gettando tutti i passeggeri in mare». Ieri la stessa organizzazione delle Nazioni unite aveva diffuso i dati relativi alle morti nel Mediterraneo nel 2025. Almeno 552 persone sono morte e 494 risultano disperse sulla rotta centrale dall’inizio dell’anno all’8 novembre. Nello stesso periodo, precisa l’agenzia l’Oim, i migranti intercettati in mare e riportati in Libia sono stati 23.513, di cui 20.417 uomini, 2.037 donne, 851 minori e 208 di cui non si conoscono i dati di genere.
I dati del Viminale
«Dopo sei giorni alla deriva, solo sette uomini – quattro sudanesi, due nigeriani e uno camerunense – sono stati tratti in salvo. Purtroppo, 42 persone rimangono disperse e si presume siano morte, tra cui 29 sudanesi, otto somali, tre camerunensi e due nigeriani», ha precisato l’Oim, che ha prestato cure mediche e aiuti alle persone tratte in salvo. Stando ai dati del ministero dell’interno, alla data dell’11 novembre sono 61.482 gli sbarchi dall’inizio dell’anno, in leggero aumento rispetto ai 58.668 dello stesso spazio temporale del 2024, ma in netta diminuzione rispetto ai 146.868 dell’analogo periodo del 2023.
La nuova nave di soccorso di Medici Senza Frontiere
Medici Senza Frontiere (Msf) ha intanto annunciato oggi la ripresa delle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale con una nuova nave, Oyvon, quasi un anno dopo la sospensione delle attivita’ della Geo Barents nel dicembre 2024. L’imbarcazione, lunga 20 metri e battente bandiera tedesca, era in precedenza una nave ambulanza norvegese ed è stata completamente ristrutturata per le operazioni di soccorso. A bordo opererà un equipaggio di dieci persone, tra cui un medico e un infermiere, con capacità di fornire assistenza in caso di ipotermia, ustioni e ferite legate agli abusi subiti in Libia. «Riprendiamo le operazioni perchè abbiamo il dovere di soccorrere chi si trova in difficoltà in mare», ha dichiarato Juan Matias Gil, capomissione di Msf per la ricerca e soccorso in mare.
«Molte persone fuggono da condizioni disumane in Libia, dove subiscono detenzioni arbitrarie, violenze ed estorsioni». Msf aveva interrotto le missioni della Geo Barents dopo oltre due anni di attività, a causa delle «politiche restrittive» introdotte in Italia con il decreto Piantedosi e con l’assegnazione di porti lontani, misure che – sottolinea l’organizzazione – «hanno reso quasi impossibile operare regolarmente». «L’uso di una nave più piccola e veloce è una risposta strategica a leggi e pratiche sempre più restrittive che mirano a ostacolare i soccorsi umanitari», ha aggiunto Gil. Dal 2015 Msf ha partecipato alle operazioni nel Mediterraneo centrale con nove diverse imbarcazioni, soccorrendo oltre 94 mila persone. L’organizzazione ribadisce che «Italia e Unione europea devono garantire che le navi civili possano operare liberamente nel pieno rispetto del diritto internazionale, mettendo la tutela della vita umana al centro delle politiche migratorie».
12 novembre 2025 ( modifica il 12 novembre 2025 | 12:08)
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