Una donna di 56 anni è stata operata al cuore all’ospedale San Raffaele con una tecnica considerata potenzialmente rivoluzionaria nel trattamento delle patologie valvolari cardiache. Se ne è occupata l’équipe di cardiochirugia. Rispetto alla chirurgia tradizionale, la procedura usata è molto meno invasiva: la paziente è stata dimessa dopo soli 3 giorni ed è tornata a casa in buone condizioni.

Il San Raffaele unico in Italia

La paziente era considerata ad alto rischio, e per questo motivo non è stato possibile sottoporla a un intervento chirurgico a cuore aperto. Il personale sanitario ha perciò scelto di intervenire con l’impianto di una valvola mitralica percutanea, una procedura microinvasiva. L’impianto è ancora in fase sperimentale e il San Raffaele è l’unico in Italia ad averlo eseguito.

Perché non è stato possibile operare a cuore aperto

A eseguire l’operazione in prima persona è stato il dott. Paolo Denti, cardiochirurgo presso l’unità operativa di cardiochirurgia. Ha spiegato che la donna presentava diverse malattie concomitanti e sintomi importanti, quindi il classico intervento cardiochirurgico sarebbe stato troppo invasivo. L’èquipe ha perciò valutato due alternative che consentivano di non aprire il torace: una attraverso una vena e una attraverso un’arteria.

Le due alternative possibili

La prima possibilità era la riparazione della valvola nativa: una procedura (ha spiegato Denti) poco rischiosa ma non sempre efficace a lungo termine. Funziona inoltre solo su pazienti con specifiche caratteristiche anatomiche, che la donna 56enne non aveva. I chirurghi hanno perciò considerato l’ipotesi di impiantare una nuova valvola mitrale, come hanno poi fatto: è una procedura in fase iniziale, riservata a pazienti molto selezionati. Se, infatti, la valvola non si adatta perfettamente al cuore, può ostacolare il sangue e provocare complicazioni. Il 50% dei pazienti che si sottopongono agli esami preliminari non risultano idonei all’impianto.

La valvola 

La valvola usata, però, è considerata molto innovativa: è progettata per ridurre il rischio di ostruzione e può quindi essere impiantata in un numero maggiore di pazienti rispetto alle precedenti. È oggetto di uno studio internazionale, dal dott. Paolo Denti (ospedale San Raffaele) e dal dott. Vahl Torsten (Columbia University). L’impianto effettuato, come detto, è il primo in Italia e uno dei primi in Europa. “A differenza delle valvole tradizionali, che devono adattarsi al cuore del paziente, in questo caso è la valvola che modifica l’anatomia cardiaca del paziente per accogliere il dispositivo”, ha specificato Denti.