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Questa settimana il canale televisivo britannico ITV ha trasmesso un documentario di circa un’ora in cui vari soldati israeliani smentiscono la narrazione ufficiale dell’esercito e raccontano come, nelle operazioni militari nella Striscia di Gaza, pratiche illegali come l’uccisione indiscriminata di civili palestinesi o il loro uso come “scudi umani” siano frequenti e normalizzate.

Il documentario si chiama Breaking Ranks: Inside Israel’s War (“Rompere i ranghi: dentro la guerra di Israele”), è stato diretto dal regista anglo-iraniano Ben Zand ed è diventato motivo di dibattito anche sui media israeliani, almeno su quelli progressisti. L’identità di alcuni soldati è stata resa anonima, altri hanno accettato di parlare pubblicamente.

Un comandante dei carristi chiamato Daniel dice che praticamente ogni unità dell’esercito ha la sua «zanzara», un nomignolo denigratorio che fa riferimento ai civili palestinesi usati come scudi dei soldati. Il compito della “zanzara” è ispezionare i tunnel al posto dei soldati, che così evitano di esporsi ai rischi. È una pratica illegale, il cui uso da parte dell’esercito israeliano è stato documentato da varie inchieste giornalistiche.

Sempre Daniel racconta della discrezionalità delle uccisioni: «Se vuoi sparargli senza freni, puoi», dice parlando dei civili palestinesi. Un altro soldato aggiunge che «la vita e la morte non sono determinate da procedure o regole. È la coscienza dei comandanti sul campo che decide».

Un albero tra le macerie a Khan Yunis, nel sud della Striscia, l'8 novembre

Un albero tra le macerie a Khan Yunis, nel sud della Striscia, l’8 novembre (AP Photo/Abdel Kareem Hana)

Secondo le testimonianze raccolte nel documentario, i soldati stabiliscono in modo arbitrario chi sia un potenziale nemico: «Se camminano troppo velocemente, sono sospetti. Se caminano troppo piano, sono sospetti. Stanno pianificando qualcosa», dice un soldato identificato come Eli.

Eli racconta un caso in cui un ufficiale ha ordinato di demolire un edificio in un’area indicata come “sicura” per la popolazione palestinese, nonostante sul tetto ci fosse una persona: «Stava stendendo la biancheria e l’ufficiale ha deciso che era una vedetta. No che non lo era». Ufficialmente l’esercito ha sempre giustificato attacchi e operazioni in cui vengono uccise persone palestinesi sostenendo siano fatte con l’obiettivo di uccidere miliziani di Hamas, spesso senza presentare prove.

Alcuni dei militari intervistati per Breaking Ranks dicono di essere stati influenzati dal linguaggio ostile adottato dai membri del governo di estrema destra del primo ministro Benjamin Netanyahu. Secondo le testimonianze in alcuni casi anche i rabbini dell’esercito danno copertura e legittimità alla condotta indiscriminata delle truppe.

L’esercito israeliano ha diffuso un comunicato in cui sostiene di operare in conformità ai propri obblighi etici e legali. L’ha già fatto molte volte in oltre due anni di guerra, senza poi modificare la propria condotta.

– Leggi anche: Le indagini sull’uso di palestinesi come “scudi umani” da parte dell’esercito israeliano