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Il Venezuela ha annunciato un “massiccio dispiegamento” di forze terrestri, navali, aeree, fluviali e missilistiche, così come di milizie civili, in risposta alla presenza americana al largo delle sue coste che ieri ha registrato anche l’arrivo della portaerei Ford, la più grande al mondo.

In una nota riportata da El Pais, il ministro della Difesa venezuelano, Vladimir Padrino López, ha annunciato che il livello di allerta militare nel Paese è stato innalzato come da “ordini impartiti” dal presidente Nicolás Maduro. In questo modo, ha spiegato, viene data attuazione a “una fase superiore” del cosiddetto “Piano Indipendenza 200”, un meccanismo di risposta militare deciso lo scorso settembre per rafforzare le misure di difesa contro la presenza militare statunitense nei Caraibi.

Sono iniziate le operazioni del Comando di difesa integrale. I primi Stati ad attivare la mobilitazione di forze e mezzi sono Apure, Cojedes e l’area della capitale, Caracas. Il Piano indipendenza, secondo il presidente Nicolas Maduro, ha lo scopo di garantire la sovranità e l’integrità territoriale del Paese, di fronte al massiccio spiegamento di forze degli Stati Uniti nelle acque dei Caraibi. Lo riporta la tv statale Vtv. Le forze armate proteggono “infrastrutture strategiche quali elettricità, acqua, gas, scorte alimentari, stazioni di servizio, trasporti e le principali vie di comunicazione dello Stato di Apure.

Regno Uniyo e Canada contro i raid sui narcos, stop scambi tra 007

Regno Unito e Canada, i due più stretti alleati Usa, prendono le distanze dai sempre più controversi raid americani contro presunte imbarcazioni di narcos venezuelani nei Caraibi e sospendono la condivisione dell’intelligence con Washington nella regione. Lo ha rivelato la Cnn nel giorno in cui il Pentagono ha annunciato l’arrivo in zona della USS Gerald R. Ford, la portaerei più grande del mondo, che guida un gruppo di attacco con tre cacciatorpediniere lanciamissili e che rafforza uno schieramento navale già poderoso.

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Londra, secondo la Cnn, ha deciso un mese fa di non condividere più le informazioni di intelligence con gli Stati Uniti su presunti traffici di droga nei Caraibi perché non vuole essere complice degli attacchi militari americani e ritiene che tali operazioni siano illegali. Idem Ottawa. Un duro colpo che rischia di isolare l’amministrazione Trump, dopo le critiche dell’Onu e di altri Paesi.