di
Simona Marchetti
La famiglia ha confermato alla BBC la notizia della morte dell’ex frontman della band che a fine anni ’80 ottenne un incredibile successo internazionale con il singolo di debutto, senza però rivelare le cause del decesso
Non è stata resa nota la causa della morte di Richard Darbyshire, anima storica dei “Living in a Box”, gruppo pop britannico che scalò le classifiche degli anni ’80 con il brano omonimo, nonché singolo d’esordio. «È con profonda tristezza che annunciamo la scomparsa di Richard Darbyshire – si legge in una nota della famiglia alla BBC – ma il suo ricordo e le sue canzoni vivranno per sempre». Nato l’8 marzo 1960 a Stockport, nord Inghilterra, e cresciuto fra Manchester e il Giappone, prima di dedicarsi alla musica il 65enne Darbyshire aveva studiato Letteratura inglese a Oxford. Archiviata la breve esperienza iniziale con gli Zu Zu Sharks, il successo è arrivato nel 1987 con la nascita del trio “Living in a Box”, insieme al batterista Anthony “Tich” Critchlow e al tastierista Marcus Vere e, dopo l’incredibile successo internazionale del brano che dava il nome alla band, seguirono altre hit come “Room In Your Heart” e “Blow The House Down”, quest’ultima con la partecipazione di Brian May dei Queen.
A causa di alcune tensioni con la casa discografica, agli inizi degli anni ’90 la band si sciolse e Darbyshire proseguì la carriera come autore e cantante solista, pubblicando il suo primo album – “How Many Angels” – nel 1994 e collaborando inoltre con artisti come Lisa Stansfield, Jennifer Rush e i Level 42. «Era un artista di incredibile talento, le sue capacità vocali non conoscevano limiti: dalla potenza travolgente del nostro primo, omonimo brano di successo alla dolcezza struggente di “Room In Your Heart”, Richard poteva davvero fare tutto – hanno scritto sui social gli ex compagni della band, a corredo di una foto in bianco e nero del cantante – . Il suo modo di suonare la chitarra, sebbene meno conosciuto, era altrettanto eccellente. Come compositore, Richard era al centro di tutto ciò che facevamo, un vero artigiano e un maestro della sua arte».
Negli ultimi anni Darbyshire si era trasferito a Londra, dove teneva workshop di songwriting per giovani musicisti insieme alla moglie, la local coach Sonia Jones. «In un certo senso Richard era il più riluttante fra le popstar – si legge ancora nel ricordo dei “Living in a Box” -. Detestava i servizi fotografici, le interviste, le apparizioni televisive e riteneva che fosse tutto un po’ sciocco. Era più felice in studio, con la chitarra in mano, a lavorare alla prossima canzone. Richard, ovunque tu sia, ci mancherai moltissimo. Le risate che ci siamo fatti, il viaggio selvaggio che abbiamo fatto, non saranno mai dimenticati»
12 novembre 2025 ( modifica il 12 novembre 2025 | 17:08)
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