La polizia del Nuovo Galles del Sud, in Australia, ha arrestato a Sydney una donna che si spacciava per veggente e convinceva le persone a contrarre prestiti, anche molto ingenti, assicurando loro che presto avrebbero incontrato una persona molto ricca disposta a saldarli. Nel frattempo, lei tratteneva per sé una parte del denaro. È stata arrestata anche sua figlia, che secondo la polizia era sua complice: le truffe hanno fruttato alle due donne più di 70 milioni di dollari australiani (circa 40 milioni di euro).
Le due donne hanno rispettivamente 53 e 25 anni e sono originarie del Vietnam. Secondo la polizia la madre, Anya Phan, arrivò in Australia nel 2001 e da allora non risulta che abbia mai lavorato legalmente. Percepiva un sussidio di invalidità. Quando mercoledì sono state arrestate si trovavano in un lussuoso appartamento a Dover Heights, un ricco quartiere alla periferia est di Sydney, per cui pagavano un mutuo da 56mila dollari al mese (più di 30mila euro). Nell’appartamento la polizia ha sequestrato documenti, telefoni e altro materiale, ma anche diverse borse di lusso, un lingotto d’oro da 40 grammi del valore stimato di 10mila dollari australiani (circa 5mila euro) e l’equivalente di 3.700 euro in fiches di un casinò di cui Phan era socia.
Dalle indagini è emerso che le due donne puntavano soprattutto su persone della comunità vietnamita di Sydney, spesso in difficoltà economiche. In quanto membro stimato della comunità, Phan riusciva a convincerle attraverso la lettura delle carte. Secondo la polizia le due donne sarebbero comunque parte di un’organizzazione più ampia, scoperta all’inizio del 2024 in un’indagine che aveva già portato a 17 arresti; il gruppo avrebbe usato identità false per contrarre prestiti fingendo di voler acquistare un’automobile, per poi sparire.
Phan è accusata di 39 reati, e le è stata negata la libertà su cauzione; la figlia è accusata di sette reati, potrà uscire su cauzione e dovrà comparire in tribunale a gennaio.