Alle ore 12 tutta la cronaca di Napoli
Iscriviti e ricevi le notizie via email

Si sono svolte le esequie di Ciro Pierro, il 62enne di Calvizzano morto pochi giorni fa al Rione Alto, nel quartiere Arenella.

L’incidente sul lavoro – L’uomo, assieme ad altri due operai, fu vittima di un incidente sul lavoro. I funerali si tengono nella chiesa di San Giacomo Apostolo, a Calvizzano, dove risiede la famiglia Pierro.

APPROFONDIMENTI


Il lutto cittadino – Le esequie sono celebrate da don Ciro Russo.

In prima fila la moglie Patrizia e i due figli della vittima. Il sindaco di Calvizzano, Giacomo Pirozzi, ha proclamato il lutto cittadino.

«Una tragedia immane» – In chiesa anche il gonfalone del Comune. «Una tragedia immane, non è giusto morire così. Ciro era un grande lavoratore», ha commentato il sindaco Pirozzi all’esterno della chiesa. 

Video

L’omelia del parroco – «Non ci sono parole per consolare i familiari dinanzi a una morte così ingiusta. È un dolore interiore, non solo fisico, è un dolore che tocca l’anima. Parole, strette di mano, tutto inutile. Nell’anima può entrare solo Dio, solo lui può consolare, alleviare il dolore dei familiari». Così don Ciro Tufo durante l’omelia. Il parroco ha poi aggiunto: «Dio non abbandona, Dio consola. Chiedo a tutti partecipanti di vivere con fede questo momento il dolore dei suoi familiari. A noi spetta la vicinanza a loro nei giorni che verranno, oggi le folle non consolano».

Il messaggio del cardinale – Durante la funzione religiosa è stato letto un messaggio del cardinale Mimmo Battaglia. «Erano in un cantiere, su un cestello, ma in un attimo è crollato tutto. Non possiamo far finta o accettare che sia fatalità. Non è stato destino, è stato un sistema che ancora oggi espone lavoratori alla morte. Ci sono precise responsabilità. Bisogna dire basta agli appalti del lavoro senza scrupoli, basta al lavoro nero. Chi lavora ha diritto di tornare a casa. Il nostro lutto non sia solo commozione ma impegno sociale per tutelare la dignità delle persone. Siamo chiesa che consola ma che denuncia, che si espone. Ai familiari dico: il vostro dolore è il nostro». «Mettiamo la dignità umana al primo posto. In paradiso vi accolga San Giuseppe, che ha conosciuto la fatica umana. Vegliate su ogni cantiere, su ogni operaio. La vostra morte scuota le coscienze».