“Seguire una corretta alimentazione, praticare attività fisica con costanza, astenersi dal fumo di sigaretta, assumere alcool con moderazione e monitorare i principali fattori di rischio cardiovascolare, come ipertensione e dislipidemia”. Secondo Silvia Cecilia Severgnini, responsabile del centro diabetologico di Asst Crema la prevenzione è il primo e più importante passo da compiere per combattere il diabete. Definito come “una delle patologie croniche più diffuse al mondo”, il diabete, di cui venerdì 14 novembre ricorre la giornata mondiale, colpisce oltre 10 mila persone nel distretto cremasco, duemila solo nel comune di Crema . In Italia le persone affette da diabete sono 4 milioni, cui si aggiunge il sommerso, ovvero circa un milione e mezzo di pazienti non diagnosticati. In Europa soffrono di diabete oltre 60 milioni di persone.

Le cause

Bastano questi pochi numeri per capire che siamo di fronte ad una delle patologie del nostro secolo. Le cause? “Anche la familiarità genetica gioca un ruolo importante, ma sono i comportamenti quotidiani a fare spesso la differenza. Le cause del diabete tipo 2, quello diagnosticato nel 90 per cento dei casi, sono in gran parte legate allo stile di vita moderno: alimentazione troppo calorica, sedentarietà, stress, poche ore di sonno e aumento del peso corporeo, soprattutto del grasso addominale, favoriscono la comparsa della malattia”. Il benessere è una scelta, non sempre adeguatamente praticata. Dati alla mano, l’età alla prima diagnosi di diabete di tipo 2 si sta progressivamente abbassando. La colpa è da attribuire alle nostre cattive abitudini, diffuse già tra i giovanissimi: “oggi molti ragazzi conducono una vita sedentaria (scarso movimento, molto tempo davanti a schermi) e seguono un’alimentazione scorretta, spesso ricca di zuccheri semplici, grassi saturi e cibi ultraprocessati. Tutto ciò favorisce sovrappeso e obesità, soprattutto addominale, che a loro volta portano a insulino-resistenza e, nel tempo, all’esaurimento della funzione delle cellule β del pancreas”.

Due forme di diabete

Esistono due principali forme di diabete: “nel diabete di tipo 1, il sistema immunitario si “sbaglia” e attacca le cellule del pancreas che producono insulina, l’ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue. È una malattia autoimmune, che compare più frequentemente nell’infanzia o nell’adolescenza. Chi ne soffre deve assumere insulina ogni giorno per sopravvivere, perché il corpo non è più in grado di produrla. Ben più diffuso è però il diabete di tipo 2. In questo caso, l’insulina è ancora presente, ma le cellule del corpo non riescono ad utilizzarla in modo appropriato: si parla di insulino-resistenza. Il pancreas cerca di compensare producendo più insulina, ma col tempo anche questo meccanismo di compenso viene meno e la glicemia sfugge al controllo. Le cause del diabete tipo 2 sono in gran parte legate allo stile di vita moderno”. Come a dire, se sul primo tipo non possiamo farci granché, sul secondo possiamo agire preferendo “una vita più attiva, una dieta equilibrata e un’attenzione costante ai valori glicemici”. Non a caso, tra gli eventi promossi dall’Azienda sociosanitaria territoriale di Crema per celebrare la giornata mondiale del diabete, nel pomeriggio di venerdì 14 novembre presso la sala Polenghi verranno proposte sessioni di attività fisica adattata a cura dell’associazione Over limits. Per iscriversi è necessario inviare una mail a [email protected].

Prevenire le infezioni

“Un altro aspetto importante riguarda la prevenzione delle infezioni nelle persone con diabete. Chi convive con questa patologia è più esposto a complicanze infettive e ha una risposta immunitaria talvolta ridotta. Per questo motivo, vengono raccomandate alcune vaccinazioni specifiche: il vaccino antinfluenzale annuale, il vaccino anti-pneumococcico, quello contro l’epatite B, il vaccino contro l’herpes zoster, e, in base all’età o alle condizioni cliniche, anche il vaccino antimeningococcico. Ecco perché in occasione della gironata mondiale, grazie alla collaborazione con il Centro Vaccinale di Asst Crema, sarà proposto un open day per i pazienti diabetici”. A completare il quadro delle iniziative in programma anche un concerto di arpa e archi a cura dell’associazione La fune di zucchero che si occupa di pazienti diabetici in età pediatrica. Appuntamento in sala Da Cemmo nella serata di venerdì alle ore 20.30.

Sostegno psicologico e un’attenzione alla dieta

La musica offrirà l’occasione per sensibilizzare e condividere. Stare insieme, coltivare empatia e prossimità nelle relazioni è il primo modo per offrire sostegno a chi si trova ad affrontare la diagnosi: “dopo la diagnosi di diabete, la vita di una persona cambia in modo significativo. Occorre modificare abitudini alimentari, monitorare la glicemia e assumere farmaci regolarmente. Queste nuove responsabilità possono generare ansia, paura o senso di perdita di controllo. L’impatto psicologico è spesso rilevante, soprattutto all’inizio, e può portare a stress o depressione. Il sostegno psicologico, individuale o di gruppo, è fondamentale per favorire l’adattamento e l’accettazione della malattia. Con un buon equilibrio emotivo e un’adeguata gestione, è comunque possibile mantenere una buona qualità di vita e sentirsi pienamente attivi”. Certo, la dieta va rivista: “Fondamentale limitare zuccheri semplici e carboidrati raffinati, preferendo cereali integrali, legumi e verdure. Fibre, frutta controllata e verdure aiutano a stabilizzare il glucosio. Scegliere grassi buoni come l’olio d’oliva, il pesce, la frutta secca e proteine magre come il pesce, le carni bianche e i legumi. Ridurre sale e alcol, mantenere regolarità dei pasti e idratazione costante. Infine, la dieta va personalizzata, considerando peso, attività fisica e terapie. La dieta mediterranea adattata resta il modello più efficace”.

Prevenire fa bene (anche) al sistema

La prevenzione fa bene anche al sistema sanitario: “investire sulla prevenzione significa anche migliorare l’efficienza del sistema nel lungo periodo. Il diabete rappresenta oggi una patologia cronica ad altissimo impatto sul sistema sanitario: richiede un monitoraggio costante, terapie farmacologiche continuative e genera numerose complicanze (cardiovascolari, renali, oculari e neurologiche) che comportano costi elevati sia in termini economici sia di qualità della vita”. Conclamato è anche il legame tra diabete, obesità e cancro: “l’obesità favorisce resistenza insulinica e infiammazione cronica, aumentando il rischio di diabete di tipo 2 e di alcuni tumori. Il diabete stesso, con iperglicemia e alterazioni metaboliche, può promuovere crescita tumorale. Alcuni farmaci agiscono su glicemia e peso, riducendo anche il rischio cardiovascolare e renale. Questi approcci offrono un trattamento sinergico, affrontando più fattori di rischio contemporaneamente”.

In età pediatrica

La patologia colpisce in egual misura uomini e donne e può svilupparsi anche in età giovanile. “Il diabete in età pediatrica è principalmente di tipo 1. La cura si basa su iniezioni di insulina o pompe di insulina, monitoraggio continuo della glicemia e attenzione all’alimentazione e all’attività fisica” La diagnosi viene comunicata ad un giovane attraverso “parole semplici, esempi concreti utili a dimostrare che, con le giuste abitudini, può condurre una vita normale e attiva. Il ruolo della famiglia è cruciale: supporta il bambino nella gestione quotidiana, motiva l’aderenza alle terapie e aiuta a ridurre ansia e stress. Il coinvolgimento precoce favorisce autonomia e fiducia in se stessi. Nel nostro territorio l’associazione La fune di zucchero, presieduta dalla pediatra Elena Calzi (nella foto sopra ndr) aiuta ragazzi con diabete di tipo 1 e le loro famiglie, offrendo supporto, consigli e occasioni di confronto. Organizza attività educative e momenti ricreativi per imparare a gestire la malattia con serenità e sensibilizza scuole e comunità sul tema del diabete giovanile, lavorando insieme ai medici per integrare assistenza sanitaria e sostegno quotidiano”.