TRENTO. L’Ecofin – il Consiglio Ue che riunisce i ministri delle finanze degli Stati membri – ha dato il via libera alla tassazione sui piccoli pacchi (con valore inferiore ai 150 euro) provenienti dai mercati extraUe venduti online. La misura, da tempo caldeggiata anche dal ministro dell’Economia e delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti, è attesa nel 2028 ma, stando a quanto riporta il Mef, i vertici Ue avrebbero trovato un accordo per consentire di anticipare l’applicazione della norma già nel 2026 per i Paesi che vorranno farlo.

 

Lo stesso Mef parla di “un risultato importante per l’Italia che aveva proposto e sostenuto la misura e rilanciato anche ieri in occasione dell’Eurogruppo l’urgenza e la necessità di contrastare la concorrenza sleale dell’economia asiatica”. Giorgetti si è detto soddisfatto per la misura, sottolineando come il fenomeno dei piccoli pacchi extra Ue si sia intensificato negli ultimi anni, con il nostro mercato “invaso da spedizioni online da parte di piattaforme non europee. Un fenomeno che sta distruggendo il commercio al dettaglio”.

 

Soddisfazione che, a livello territoriale, rilancia anche il vicepresidente vicario di Confcommercio Trentino – e presidente dell’Associazione commercianti al dettaglio del Trentino Massimo Piffer. “Non parliamo di una misura risolutiva – dice – ma certamente di un segnale importante. Da anni denunciamo una distorsione competitiva che grava sulle imprese del commercio e del dettaglio. La concorrenza di piattaforme extraeuropee che operano senza gli stessi vincoli fiscali e normativi è un problema reale, che incide sulle vendite, sui margini e sulla capacità dei negozi di territorio di rimanere competitivi”.

 

Piffer sottolinea poi come l’introduzione di un contributo sui pacchi a basso valore “possa contribuire a ristabilire un minimo di equità nel mercato, avvicinando le condizioni operative tra chi vende dall’altra parte del mondo e chi, in Italia e in Trentino, rispetta regole, standard e costi del lavoro molto più elevati”. Dal punto di vista territoriale, in particolare: “Un riequilibrio anche lieve – aggiunge – può aiutare le piccole imprese a recuperare fiducia, soprattutto nei settori più colpiti dall’ecommerce aggressivo. Per le realtà di prossimità non significa alzare barriere, ma chiedere che tutti giochino con le stesse regole

 

In conclusione Piffer invita comunque alla prudenza: “La misura è in discussione e servirà capire bene modalità applicative, costi, controlli ed eventuali impatti sulla logistica. L’importante è che il principio sia chiaro: non si può continuare a penalizzare chi lavora sul territorio, crea occupazione e garantisce servizi reali alle comunità.