di
Salvatore Mannino
Giovedì sera la fiaccolata nel paese di Soci: 1.500 in piazza per il piccolo strozzato dalla felpa mentre giocava in giardino
Lacrime e voglia di capire. Dolore, lutto ma anche la rabbia di chi fra la gente parla già di negligenze nella morte del piccolo Leonardo, due anni appena, strozzato nell’asilo nido di Soci dal laccio del giubbotto-felpa rimasto impigliato in un ramo d’albero. E i carabinieri, cui la procura di Arezzo ha delegato le indagini, non escludono un’omissione di vigilanza, della quale però non c’è ancora certezza.
Oggi potrebbero arrivare i primi provvedimenti giudiziari, insieme al conferimento dell’autopsia. Intanto, però, è ancora il momento del silenzio e del raccoglimento. Quello che giovedì sera ha visto riunito nella chiesa parrocchiale per una veglia di preghiera, seguita da una fiaccolata fino all’asilo teatro della tragedia, quasi tutto il paese.
In strada c’erano 1.500 persone, provenienti anche dal resto del Casentino, scosso da un’ondata di commozione arrivata fino a Terranuova, dove il 4 agosto avvenne il terribile incidente in A1 costato la vita a due volontari e al malato che trasportavano in ambulanza. Anche lì il sindaco Sergio Chienni ha disposto le bandiere a mezz’asta, come ordinato dal collega Filippo Vagnoli a Bibbiena.
«Voglio morire anch’io», ha urlato a caldo la maestra poi portata al pronto soccorso in preda a una crisi d’ansia. «Voglio morire» ripete il giorno dopo un’altra donna di mezza età davanti al cancello del nido «Ambarabà Ciccì Coccò», trasformato in un altarino: sul marciapiede si accumulano peluche, mazzi di fiori e bigliettini: «Ciao Leo, piccolo angelo», scrive «una mamma».
Da Arezzo arriva la lettera di cordoglio del Vescovo Andrea Migliavacca. Nessuno ha il coraggio di disturbare i genitori Alessandro e Caterina, entrambi dipendenti di grandi aziende casentinesi, e l’altro figlio di sei anni. Qualcuno ricorda il nonno che tutti i giorni accompagnava Leonardo al nido. Un dolore che non riesce ancora ad elaborare il perché, come le domande dell’inchiesta per omicidio colposo affidata al Pm Angela Masiello: come ha fatto il bimbo a impigliarsi nel ramo? E il personale si è accorto subito dell’accaduto oppure è trascorso qualche minuto potenzialmente fatale?
«Se fossimo sicuri che è stata solo fatalità — dice una fonte investigativa — non scaveremmo così a fondo». Infatti, anche ieri i militari della compagnia di Bibbiena del capitano Domenico Gaudio hanno continuato a sentire il personale, a ispezionare il nido e il giardino sotto sequestro, persino a filmare il luogo. Uno scenario che si fa avanti, basato sul racconto dei primi soccorritori, è che il piccolo abbia provato ad arrampicarsi sull’alberello, con il laccio della felpa che gli ha fatto poi da cappio.
Fosse così, lo scenario di una distrazione si farebbe più concreto, ma è ancora presto. Stamani probabilmente il primo rapporto dei carabinieri sarà sul tavolo del pm Masiello e sulla base di quello si deciderà se procedere con un fascicolo contro ignoti o se indagare qualcuno del personale (11 educatori e 5 assistenti). Dalla cooperativa Koinè che gestisce l’asilo sono sicuri: tutti i parametri di sicurezza erano in regola.
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14 novembre 2025 ( modifica il 14 novembre 2025 | 07:51)
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