Secondo Oice il giro d’affari delle società di servizi di architettura e ingegneria è stato in crescita nel 2024: l’analisi sulle prime dieci realtà elaborata da Pambianco racconta però che sono stati dodici mesi con luci e ombre.
Dopo un 2023 che era stato proficuo per gli studi di architettura e ingegneria italiani, la tendenza di crescita delle aziende del comparto è proseguita anche per il 2024. Lo raccontano i dati pubblicati dall’Oice, associazione di categoria aderente a Confindustria: che spiega come le società aderenti all’associazione hanno chiuso l’anno passato con quasi 4,4 miliardi di euro di valore della produzione. In aumento di oltre il +11% rispetto al 2023, anno che si era chiuso a 3,9 miliardi di euro. Da sottolineare che il tasso di crescita del 2023 sul 2022 era stato quasi il doppio (circa +25%), partendo da un valore della produzione di circa 2,9 miliardi di euro. Interessanti inoltre, spiega Oice, sono le prospettive di sviluppo del business per l’anno in corso: alla fine del 2025 infatti secondo l’associazione confindustriale ci dovrebbe essere un incremento ulteriore pari al +9%, anche se con un tasso minore rispetto al + 11% registrato a fine 2024. Miglioramento che porterebbe il fatturato verso i 4,8 miliardi di euro. Un giro d’affari che si presenterebbe distribuito per quasi il 75% (pari a circa 3,5 miliardi) sul mercato italiano e per i restanti 1,2 miliardi su quello estero. Quest’ultimo è però quello che crescerà maggiormente alla fine di quest’anno, segnando un +12%.
PNRR CENTRALE NELLA CRESCITA
Altro elemento importante uscito dalla rilevazione Oice è il fatto che nel triennio 2023-2025 la quota di produzione connessa al Pnrr risulta in crescita passando dal 21% del 2023 al 24% del 2024, arrivando poi assestarsi al 22,5% nel 2025. Numeri che mostrano in modo inequivocabile come le attività delle aziende del settore legate al piano europeo continuino a rappresentare una porzione importante del totale delle commesse; in parte riuscendo a controbilanciare il venir meno dei bonus edilizi. Con riferimento invece ai rischi di natura macroeconomica, l’analisi dell’ente confindustriale conferma una bassa esposizione del comparto alle conseguenze del conflitto in Ucraina, dell’aumento dei prezzi dell’energia e dell’alta inflazione. Va infatti, spiega Oice, notato che per il 41% delle imprese del settore le prospettive di acquisizione di lavori nel 2025 sono migliori rispetto al recente passato. “Questi dati – ha spiegato Giorgio Lupoi, presidente di Oice – mostrano come il settore nel 2024 abbia vissuto un altro anno di espansione, comunque interessante. Pare sia in essere per il presente ancora una fase di espansione, ma più legata al mercato estero; la quale, già attesa per questo 2025, va comunque sempre più incentivata e promossa anche dalla spinta delle istituzioni”.
CHIUSO IL CICLO SUPERBONUS
Un settore in salute, con certamente diversi ‘alti’, ma anche qualche ‘basso’: come raccontano più nel dettaglio i risultati della classifica delle prime dieci realtà del mondo degli studi italiani di architettura realizzata da Pambianco. Se sono infatti sette su dieci gli studi di architettura italiani che hanno aumentato i loro turnover rispetto al 2023, non manca neppure qualche sorpresa in negativo. Partendo dalle performance più interessanti, la progressione migliore anno su anno è quella segnata da Archea Associati. Lo studio fondato a Firenze nel 1988 infatti, ha avuto un delta positivo del +50% nel giro d’affari, passando da 10 a 15 milioni di euro di ricavi e arrivando di conseguenza all’ottavo posto del ranking Pambianco. Interessante crescita (+12%) anche per l’azienda che conferma per l’anno 2024 sul gradino più basso del podio: è Acpv Architects che raggiunge un risultato di 29 milioni di euro contro i 26 del 2023. Proprio quest’anno lo studio fondato nel 2000 da Antonio Citterio e Patrizia Viel ha ricevuto anche un importante riconoscimento internazionale venendo incluso nella classifica 2025 Top 225 International Design Firms di Enr (Engineering News-Record), il rapporto annuale sulla presenza globale degli studi di ingegneria e architettura. Presente al 186° posto assoluto, Acpv è soprattutto anche inserito tra i primi dieci studi al mondo che si concentrano esclusivamente su architettura e interior design.
UN FUTURO DA CONSOLIDARE
Scende di una posizione invece Progetto Cmr International che ha chiuso il suo 2024 a 32 milioni di euro (-28%). “Il 2024 – raccontano dall’azienda – ha visto l’avvio delle attività di Progetto Cmr International quale holding operativa e capogruppo delle società appartenenti al Gruppo Progetto Cmr. Nell’anno, oltre alle consolidate attività delle società Progetto Cmr, Sportium, DontStop e di Progetto Design & Build, si è registrato l’avvio di In Fire, società specializzata in prevenzione incendi e fire safety engineering, che ha preceduto l’acquisizione del 52% delle quote di Energy Save Progettazione e Consulenze, operativa in ambito di efficientamento energetico applicata all’edilizia residenziale, commerciale e terziaria, seguita dall’acquisizione del 28% di Stain Engineering, realtà specializzata nella progettazione impiantistica. L’anno si è chiuso poi con la cessione di partecipazioni non strategiche, in particolare la cessione del 50% di Bimfactory”. Per il 2024 in particolare la contrazione delle revenue è stata caratterizzata dalla cessazione delle attività legate ai superbonus edilizi, sia dirette che indirette, concluse nel 2023. “Nonostante il contesto di transizione – aggiunge l’azienda -, il risultato operativo e quello complessivo restano positivi, confermando la solidità del gruppo, che ha saputo mantenere equilibrio e resilienza, beneficiando di effetti strutturali legati al contenimento dei costi. Soluzioni che pongono solide basi per una ripresa e un rilancio delle attività nei prossimi esercizi: già per il 2025 l’obiettivo strategico è quello di consolidare e rafforzare la posizione competitiva con focus sull’incremento della marginalità”.
CERCANDO NUOVI MERCATI
Al primo posto del ranking quindi si conferma lo studio Lombardini22 il cui fatturato anno su anno cresce del +13%. “Il 2024 si è definitivamente lasciato indietro il periodo pandemico – spiega Franco Guidi, partner e CEO di Lombardini22 -, anche se i cambiamenti indotti da quell’evento straordinario sembrano ormai avere un carattere di irreversibilità. Il mercato immobiliare si è rivelato meno interessante: la crescita del 2024 è dovuta ancora alla capacità di Lombardini22 di essere presente nella fornitura di servizi a valore aggiunto a più sottomercati. Si nota in particolare la crescita costante dei servizi di ingegneria, soprattutto nell’area cosiddetta Mission Critical, in cui viene premiata la presenza di risorse altamente qualificate. Si conferma poi la tendenza degli investitori a concentrarsi su interventi ad alta redditività, soprattutto nei segmenti più alti di prezzo. La soddisfazione di bisogni emergenti, soprattutto nel mondo delle residenze in affitto per il ceto medio, è stato nel corso del 2024 uno dei nostri punti forti. Anche nel 2025 infine la crescita è trainata dai settori a più alta specializzazione. In uno scenario politico sempre più complesso non si possono certamente negare le possibilità di ulteriori shock, sia sul fronte dei costi delle materie prime sia sul livello di investimenti internazionali in Italia”. “Nel panorama sempre più competitivo dell’architettura globale – è infine il pensiero di Luca Dini, founder e CEO di Luca Dini Design & Architecture – gli studi italiani, per quanto ricchi di talento, non sono strutturalmente pronti per competere ad altissimo livello. Per crescere con decisione anche in questo senso ci vogliono anche aggregazioni di professionisti che possano mettere in squadra tutte le competenze possibili e immaginabili, sovrapponendo poi anche con un’organizzazione strutturale all’avanguardia”. Non per nulla sempre la rilevazione Oice ha evidenziato che un problema molto avvertito dalle imprese è proprio quello legato alla complessità nel reperimento di nuovo personale, problematica segnalata dal 77% degli studi professionali. “Effettivamente – ha aggiunto Giorgio Lupoi – per il settore della progettazione e per le società permangono le difficoltà nel reperimento delle risorse tecniche e professionali, tanto che le stime di crescita occupazionale tendono a diminuire. Infine, per il 2026 e oltre, sul mercato domestico è necessario che sia assicurata continuità di spesa pubblica invertendo il ciclo attuale, con programmi di investimento su settori cruciali: non solo quello infrastrutturale, ma anche sulla prevenzione del rischio idrogeologico, oltre che nel campo della rigenerazione urbana. Una soluzione, ragionando anche con le Università e con il Ministero dell’Istruzione, va individuata per arginare la difficoltà di reperimento di ingegneri e architetti”.
