Nonostante le ripetute smentite perfino dalle fonti finora più supine ad Hamas, per non parlare delle stracitate indagini indipendenti internazionali che confutano totalmente le cifre fake fornite dalla propaganda jihadista, ancora sabato 8 novembre certi notiziari italiani sui morti di Gaza continuano bellamente a sparare numeri a caso privi di qualsivoglia aderenza alla realtà.
I famosi 70mila morti di Gaza
L’International Committee of the Red Cross (ICRC) ricorda che ad Aleppo, dopo la battaglia del 2012, con 30mila vittime accertate, il fetore rese irrespirabile l’aria per settimane. I famosi 70mila morti di Gaza in una striscia grande neanche il doppio dell’area metropolitana di Milano, dovrebbero o essere stati sepolti in gigantesche fosse comuni o aver creato un cimitero a cielo aperto il cui macabro afrore si respirerebbe dal Cairo a Beirut. Naturalmente, nessuna Ong ha mai trovato fosse comuni a Gaza, né Hamas ha mai indicato dove siano sepolti tutti questi morti. E il motivo è che questa ecatombe non c’è mai stata.
Non ci sono fosse comuni a Gaza
Che dire delle notizie diffuse dai soliti noti quotidiani nazionali? Che dire di due anni di notiziari in cui si citavano unicamente le fonti dell’Autorità Palestinese, di Hamas o di Al Jazeera, o di misteriosi organismi anonimi? Sulla trasmissione di Bianca Berlinguer, il direttore del Museo della Brigata Ebraica, Davide Romano, ha scritto che il linguaggio del suo programma “ricorda le birrerie di Monaco negli anni ’30”, con tutto il corredo di antisemitismo ideologizzato, violenza, odio e volgarità oltre ogni limite. E ci fermiamo qui poiché i lettori conoscono bene gli show televisivi in questione.
Nel frattempo il fondatore di Wikipedia, Jimmy Wales, blocca la pagina sul fantomatico genocidio di Gaza del suddetto blog – che tutto è tranne l’enciclopedia che si spaccia di essere – affermando sia inficiata da un forte “pregiudizio anti-israeliano” e che sia “fortemente contestata non essendoci alcuna prova del genocidio”. E UN Watch ha svelato con tutte le prove la rete di collegamenti tra Unrwa e i terroristi di Hamas per la diffusione capillare della propaganda di fake news nel mondo.
La grande menzogna sull’ecatombe e i 70mila morti “spariti”
E allora questi anni di informazione sono destinati a passare alla storia come il peggior esempio di giornalismo italiano, fatto di fake news copia/incolla di certe redazioni senza il benché minimo controllo delle fonti, e salotti televisivi inneggianti al qualunquismo ignorante con il seguito di comici, cantanti, attorucoli e sindaci frustrati alla disperata ricerca di visibilità. Tanto importa solo cavalcare il mainstream anti-israeliano e blandire l’islamismo radicalizzato. Abbiamo così la prova che in Italia non basti avere la tessera dell’Ordine dei giornalisti per sfuggire alla vergogna di diffondere menzogne, così come a Gaza non basti indossare il gilet azzurro della press per spacciarsi come giornalista quando in realtà si è solo un terrorista assassino.
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Andrea B. Nardi