di
Natalia Distefano

La replica: «Volevo solo mostrare che l’ambiente familiare non era sereno, che c’erano criticità alle quali non era giusto esporre un minore. Tutto quello che ho fatto è sempre stato a tutela dell’interesse superiore di mio figlio»

Il tribunale di Roma ha condannato a sei mesi Nicole Pravadelli, ex compagna di Alex Britti, accusata dal cantautore di interferenze illecite nella sua vita privata. Per il giudice nel maggio 2022 lei lo avrebbe spiato in casa attraverso una telecamera, con l’obiettivo di raccogliere prove da usare nella causa civile per l’affidamento esclusivo del loro figlio di otto anni. «Allo stato non si condivide il dispositivo emesso, non lo si considera giusto – ha commentato a caldo l’avvocato Luisa De Martino, difensore della donna -. Ci si riserva ogni valutazione in merito alla proposizione dell’appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza». Mentre sulla narrazione costruita dai media intorno alla vicenda Nicole Pravadelli non intende temporeggiare: «Sono molto addolorata e stanca di subire, di leggere bugie, di dovermi difendere da un caso che è diventato mediatico, e che invece vede al centro la vita di mio figlio e la mia. Ma il mio punto di vista non viene considerato, anzi non mi è stato mai chiesto, e non è stata per nulla considerata la sofferenza umana che si cela dietro l’intera vicenda».

Che cosa le fa più male?
«
La cosa che più mi preme smentire, come ho già scritto in decine di lettere di rettifica e replica ai giornali, è che dopo la separazione durante la causa civile per l’affidamento del bambino io abbia usato quel video con l’intenzione di sostenere una richiesta di affidamento esclusivo. Questo è assolutamente falso! L’ho già detto ma sono costretta a ripeterlo, visto che lo leggo ancora ovunque, addirittura nei titoli delle testate. Io non ho mai chiesto l’affidamento esclusivo di mio figlio mentre, a dirla tutta, un collocamento prevalente presso il padre è stata la richiesta avanzata dalla controparte, in secondo grado, nel procedimento civile. Richieste non accettate fortunatamente dalla Corte di Appello».



















































Invece con quale intenzione è stato depositato quel video?
«L’istanza a cui era allegato il video, come ha spiegato il mio avvocato, era finalizzata a chiedere solo un’anticipazione dell’udienza presidenziale nel procedimento civile di affido e mantenimento del minore. Sono immagini riprese nella casa familiare, dove il bambino è nato e cresciuto. E dove all’epoca della registrazione ancora vivevamo tutti e tre nonostante la storia tra me e Britti fosse già finita. La mia intenzione era di evidenziare che l’ambiente familiare non era sereno, che c’erano delle criticità alle quali non era giusto esporre un minore. Tutto quello che ho fatto è sempre stato a tutela dell’interesse superiore di mio figlio e nell’adempimento di un dovere e obbligo genitoriale».

Può darci qualche dettaglio sulla telecamera che ha registrato il video?
«Anche su questo ci sono diverse imprecisioni. Intanto si tratta di un baby monitor che acquistammo quando è nato il bambino. È sempre stato in casa posizionato nello stesso posto, esattamente dove era stato deciso di metterlo per avere una visione ampia dello spazio. Non era puntato su un corridoio, come è stato scritto, ma inquadrava anche un pezzo del corridoio. Tra l’altro il baby monitor era ben visibile, altro che telecamera nascosta! E comunque si tratta di un unico video, con un solo momento. Mentre sembra che io l’abbia “spiato” per mesi. Una falsità».

Da quel video però è scattato un processo penale.
«Quasi tutte le separazioni sono dolorose e fanno emergere comportamenti non ammirevoli. Io credo che dietro la decisione di usare contro di me quelle immagini che io stessa avevo prodotto c’è probabilmente l’idea di poter ottenere dei vantaggi nella causa civile per l’affidamento. Preferisco non dire altro per non innescare una catena di veleni. Mi bastano quelli che ogni giorno devo sopportare sui social». 

È diventata bersaglio degli haters?
«Le dico solo le frasi meno cattive: “Mettetela in carcere e buttate la chiave”, “Non merita di essere una madre, toglietele il figlio”, “Altro che patriarcato”. Una cattiveria inaudita. Spero soltanto che non arrivino a mio figlio».


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14 novembre 2025 ( modifica il 14 novembre 2025 | 19:58)