Lunedì 17 novembre è prevista la votazione sulla risoluzione degli Stati Uniti per Gaza, al Consiglio di sicurezza dell’ONU, stando a fonti diplomatiche, come riferisce l’Afp.\n

La Russia sfida gli Stati Uniti sul futuro di Gaza, presentando una propria bozza di risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’Onu, in opposizione a quella americana. Nel testo, visionato da Reuters e Channel 12, Mosca non menziona la smilitarizzazione della Striscia e si oppone alla permanenza di Israele oltre la Linea Gialla.

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\”Vediamo quello che sarà. C’è un dibattito aperto, la Cina e la Russia sono poi determinanti per le scelte, comunque bisogna continuare a lavorare in maniera determinata per rafforzare la tregua e andare alla seconda fase del progetto, per concludere questa pagina orribile di storia che ha portato migliaia e migliaia di morti\”. Lo dice il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in vista della riunione di lunedi’ prossimo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, che dovra’ votare una bozza di risoluzione presentata dagli Stati Uniti, finalizzata ad autorizzare l’invio di una forza internazionale di stabilizzazione a Gaza. \”Noi stiamo lavorando per questo, stiamo sostenendo anche il progetto americano. Abbiamo detto, anche in occasione dell’ultimo G7, che seguiamo con grande attenzione quello che accade anche in Cisgiordania, basta con i coloni violenti, sosteniamo l’autorità nazionale palestinese – aggiunge – vediamo come si può lavorare per la costruzione di una nuova stagione che porti a nascere uno Stato palestinese che riconosca Israele e sia riconosciuto dallo Stato di Israele\”.

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\”Dobbiamo fare ancora molto. Ora, dopo il cessare il fuoco, bisogna arrivare alla seconda fase. Parteciperemo al comitato di coordinamento, vedremo cosa si potrà fare. Siamo anche disponibili a formare la polizia palestinese. Vedremo cosa succederà alle Nazioni Unite, se passerà la proposta americana. Noi sosteniamo tutte le iniziative che servono a costruire la pace, compresa quella di aiutare la popolazione civile palestinese\”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto in video collegamento all’assemblea nazionale della Cisl in corso a Roma. \nSul fronte dell’accoglienza \”arriveranno altri gazawi in Italia\”, dice Tajani citando anche il ‘corridoio universitario’ \”in collaborazione con il ministro Bernini: giovani studenti gazawi in Italia per formare la futura classe dirigente di quello che noi speriamo possa essere il futuro Stato palestinese\”.

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\”In Medio Oriente siamo arrivati a un cessate il fuoco. Adesso dobbiamo arrivare alla seconda fase e l’Italia sta facendo il massimo. Parteciperemo al coordinamento con militari e diplomatici e poi vedremo: siamo disponibili anche a formare la polizia palestinese. Adesso però siamo ancora a una fase iniziale vedremo cosa succederà alle Nazioni Unite, se passerà la proposta americana oppure no\”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo in videocollegamento alla Maratona per la Pace organizzata a Roma dalla CISL all’Auditorium Massimo. \”Noi siamo sostenendo tutte le iniziative per costruire la pace, compresi gli aiuti alla popolazione civile. Siamo il paese occidentale che sta accogliendo più civili palestinesi attraverso il progetto Italy for Gaza e per questo ringrazio anche la Cisl perché sta aiutando la Croce rossa con una sottoscrizione popolare. Arriveranno altri gazawi in Italia, stiamo realizzando dei ricongiungimenti familiari oltre al corridoio universitario in collaborazione con il ministro Bernini per portare giovani studenti in Italia e formare la futura classe dirigente del futuro stato palestinese\”.

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\”C’è un dibattito aperto, la Cina e la Russia sono poi determinanti per le scelte, comunque bisogna continuare a lavorare in maniera determinata per rafforzare la tregua e andare alla seconda fase del progetto per concludere questa pagina orribile di storia che ha portato migliaia e migliaia di morti\”. E’ quanto detto dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Napoli, a margine di un appuntamento elettorale di Forza Italia, a proposito della risoluzione degli Stati Uniti su Gaza che sarà esaminata tra due giorni all’Onu. \n\”Stiamo lavorando per questo, stiamo sostenendo anche il progetto americano, abbiamo detto anche in occasione dell’ultimo G7 che seguiamo con grande attenzione quello che accade anche in Cisgiordania: basta con i coloni violenti, sosteniamo l’autorità nazionale palestinese, vediamo come si può lavorare per la costruzione di una nuova stagione che nasce da uno Stato palestinese che riconosca Israele e sia riconosciuto allo Stato di Israele\”, ha chiuso Tajani.

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Il ministero della Difesa siriano ha riferito che è stato localizzato il sito di lancio dei razzi che ieri sera hanno colpito un edificio di tre piani nel quartiere di al-Mazzeh a Damasco. Diversi civili sono stati feriti e sono stati causati danni al palazzo, ha aggiunto il ministero, precisando che le indagini in collaborazione con il ministero dell’Interno sono in corso, ma senza dare indicazioni sui responsabili dell’attacco.

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Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto la fine degli attacchi transfrontalieri e marittimi da parte dei ribelli Houthi e ha sollecitato gli stati membri a intensificare gli sforzi per attuare un embargo sulle armi destinate al gruppo yemenita. In una risoluzione che rinnova le sanzioni contro il gruppo, il Consiglio ha condannato gli attacchi e ne ha chiesto la fine, \”comprese quelle contro infrastrutture e obiettivi civili\”.\nIl testo è stato adottato con 13 voti favorevoli e 0 contrari, con l’astensione dei membri permanenti Cina e Russia. Le sanzioni sono state prorogate fino al 14 novembre 2026, tra cui il congelamento dei beni e i divieti di viaggio attualmente in vigore nei confronti di circa 10 persone, la maggior parte delle quali alti funzionari Houthi e del gruppo nel suo complesso. Nel testo si afferma che le sanzioni potrebbero ora colpire coloro che lanciano attacchi transfrontalieri dal territorio yemenita utilizzando missili balistici e da crociera, oppure attacchi contro navi mercantili nel Mar Rosso o nel Golfo di Aden.\nAgli Stati membri è stato chiesto di \”intensificare gli sforzi per contrastare il contrabbando di armi e componenti attraverso rotte terrestri e marittime, per garantire l’attuazione dell’embargo mirato sulle armi\”. Gli Houthi controllano vaste aree del Paese, tra cui la capitale Sana’a, da oltre un decennio e hanno dichiarato di aver interrotto gli attacchi contro Israele e le spedizioni marittime nel Mar Rosso, mentre nella Striscia di Gaza regge un precario cessate il fuoco.

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L’artiglieria israeliana ha bombardato la parte orientale di Gaza City. E’ quanto riferiscono fonti locali all’agenzia palestinese Wafa. Le fonti affermano che l’artiglieria ha preso di mira la periferia del quartiere di Shuja’iyya, a est della città di Gaza, senza causare feriti. Un drone israeliano ha inoltre sparato sulle zone orientali del campo profughi di Jabalia, nella Striscia di Gaza settentrionale, anche in questo caso senza causare feriti. Inoltre, navi da guerra israeliane hanno aperto il fuoco verso la costa di Rafah, nella Striscia di Gaza meridionale.

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L’Arabia Saudita ha espresso \”ferma condanna per le continue violazioni commesse dalle autorità di occupazione israeliane e dai coloni estremisti contro il popolo palestinese\” in Cisgiordania. In particolare, in una nota, il ministero degli Esteri di Riad ha denunciato \”l’irruzione nei cortili della moschea di Al-Aqsa e la provocazione dei fedeli, nonché il riprovevole assalto alla moschea di Hajjah Hamidah nel villaggio palestinese di Kifl Hares\”.

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La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l’altra sotto Hamas. L’ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.

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Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell’accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l’impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese

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All’indomani della firma ufficiale dell’accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori stanno già lavorando alla \”fase 2\” del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile.  Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?

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Mentre regge – a fatica – il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?

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Lunedì è prevista la votazione sulla risoluzione degli Stati Uniti per Gaza, al Consiglio di sicurezza dell’ONU, stando a fonti diplomatiche, come riferisce l’Afp.

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Lunedì 17 novembre è prevista la votazione sulla risoluzione degli Stati Uniti per Gaza, al Consiglio di sicurezza dell’ONU, stando a fonti diplomatiche, come riferisce l’Afp.

La Russia sfida gli Stati Uniti sul futuro di Gaza, presentando una propria bozza di risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’Onu, in opposizione a quella americana. Nel testo, visionato da Reuters e Channel 12, Mosca non menziona la smilitarizzazione della Striscia e si oppone alla permanenza di Israele oltre la Linea Gialla.

Gli approfondimenti:

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2 minuti fa

Tajani: “Rafforzare tregua e via a fase 2 a Gaza, occhio Onu”

“Vediamo quello che sarà. C’è un dibattito aperto, la Cina e la Russia sono poi determinanti per le scelte, comunque bisogna continuare a lavorare in maniera determinata per rafforzare la tregua e andare alla seconda fase del progetto, per concludere questa pagina orribile di storia che ha portato migliaia e migliaia di morti”. Lo dice il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in vista della riunione di lunedi’ prossimo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, che dovra’ votare una bozza di risoluzione presentata dagli Stati Uniti, finalizzata ad autorizzare l’invio di una forza internazionale di stabilizzazione a Gaza. “Noi stiamo lavorando per questo, stiamo sostenendo anche il progetto americano. Abbiamo detto, anche in occasione dell’ultimo G7, che seguiamo con grande attenzione quello che accade anche in Cisgiordania, basta con i coloni violenti, sosteniamo l’autorità nazionale palestinese – aggiunge – vediamo come si può lavorare per la costruzione di una nuova stagione che porti a nascere uno Stato palestinese che riconosca Israele e sia riconosciuto dallo Stato di Israele”.

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27 minuti fa

Tajani: “Molto ancora da fare dopo cessate fuoco, verso seconda fase”

“Dobbiamo fare ancora molto. Ora, dopo il cessare il fuoco, bisogna arrivare alla seconda fase. Parteciperemo al comitato di coordinamento, vedremo cosa si potrà fare. Siamo anche disponibili a formare la polizia palestinese. Vedremo cosa succederà alle Nazioni Unite, se passerà la proposta americana. Noi sosteniamo tutte le iniziative che servono a costruire la pace, compresa quella di aiutare la popolazione civile palestinese”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto in video collegamento all’assemblea nazionale della Cisl in corso a Roma. 
Sul fronte dell’accoglienza “arriveranno altri gazawi in Italia”, dice Tajani citando anche il ‘corridoio universitario’ “in collaborazione con il ministro Bernini: giovani studenti gazawi in Italia per formare la futura classe dirigente di quello che noi speriamo possa essere il futuro Stato palestinese”.

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39 minuti fa

Tajani: “A Gaza passare a fase 2, ora occhio all’Onu”

“In Medio Oriente siamo arrivati a un cessate il fuoco. Adesso dobbiamo arrivare alla seconda fase e l’Italia sta facendo il massimo. Parteciperemo al coordinamento con militari e diplomatici e poi vedremo: siamo disponibili anche a formare la polizia palestinese. Adesso però siamo ancora a una fase iniziale vedremo cosa succederà alle Nazioni Unite, se passerà la proposta americana oppure no”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo in videocollegamento alla Maratona per la Pace organizzata a Roma dalla CISL all’Auditorium Massimo. “Noi siamo sostenendo tutte le iniziative per costruire la pace, compresi gli aiuti alla popolazione civile. Siamo il paese occidentale che sta accogliendo più civili palestinesi attraverso il progetto Italy for Gaza e per questo ringrazio anche la Cisl perché sta aiutando la Croce rossa con una sottoscrizione popolare. Arriveranno altri gazawi in Italia, stiamo realizzando dei ricongiungimenti familiari oltre al corridoio universitario in collaborazione con il ministro Bernini per portare giovani studenti in Italia e formare la futura classe dirigente del futuro stato palestinese”.

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48 minuti fa

Tajani su risoluzione Trump: “Dibattito aperto, Cina e Russia determinanti per scelte”

“C’è un dibattito aperto, la Cina e la Russia sono poi determinanti per le scelte, comunque bisogna continuare a lavorare in maniera determinata per rafforzare la tregua e andare alla seconda fase del progetto per concludere questa pagina orribile di storia che ha portato migliaia e migliaia di morti”. E’ quanto detto dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Napoli, a margine di un appuntamento elettorale di Forza Italia, a proposito della risoluzione degli Stati Uniti su Gaza che sarà esaminata tra due giorni all’Onu. 
“Stiamo lavorando per questo, stiamo sostenendo anche il progetto americano, abbiamo detto anche in occasione dell’ultimo G7 che seguiamo con grande attenzione quello che accade anche in Cisgiordania: basta con i coloni violenti, sosteniamo l’autorità nazionale palestinese, vediamo come si può lavorare per la costruzione di una nuova stagione che nasce da uno Stato palestinese che riconosca Israele e sia riconosciuto allo Stato di Israele”, ha chiuso Tajani.

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10:17

Siria, trovato sito lancio missile su Damasco: indagini su raid

Il ministero della Difesa siriano ha riferito che è stato localizzato il sito di lancio dei razzi che ieri sera hanno colpito un edificio di tre piani nel quartiere di al-Mazzeh a Damasco. Diversi civili sono stati feriti e sono stati causati danni al palazzo, ha aggiunto il ministero, precisando che le indagini in collaborazione con il ministero dell’Interno sono in corso, ma senza dare indicazioni sui responsabili dell’attacco.

10:02

Onu: “Rafforzare gli sforzi per embargo sulle armi agli Houthi”

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto la fine degli attacchi transfrontalieri e marittimi da parte dei ribelli Houthi e ha sollecitato gli stati membri a intensificare gli sforzi per attuare un embargo sulle armi destinate al gruppo yemenita. In una risoluzione che rinnova le sanzioni contro il gruppo, il Consiglio ha condannato gli attacchi e ne ha chiesto la fine, “comprese quelle contro infrastrutture e obiettivi civili”.
Il testo è stato adottato con 13 voti favorevoli e 0 contrari, con l’astensione dei membri permanenti Cina e Russia. Le sanzioni sono state prorogate fino al 14 novembre 2026, tra cui il congelamento dei beni e i divieti di viaggio attualmente in vigore nei confronti di circa 10 persone, la maggior parte delle quali alti funzionari Houthi e del gruppo nel suo complesso. Nel testo si afferma che le sanzioni potrebbero ora colpire coloro che lanciano attacchi transfrontalieri dal territorio yemenita utilizzando missili balistici e da crociera, oppure attacchi contro navi mercantili nel Mar Rosso o nel Golfo di Aden.
Agli Stati membri è stato chiesto di “intensificare gli sforzi per contrastare il contrabbando di armi e componenti attraverso rotte terrestri e marittime, per garantire l’attuazione dell’embargo mirato sulle armi”. Gli Houthi controllano vaste aree del Paese, tra cui la capitale Sana’a, da oltre un decennio e hanno dichiarato di aver interrotto gli attacchi contro Israele e le spedizioni marittime nel Mar Rosso, mentre nella Striscia di Gaza regge un precario cessate il fuoco.

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Media: “Fuoco d’artiglieria israeliano su Gaza City”

L’artiglieria israeliana ha bombardato la parte orientale di Gaza City. E’ quanto riferiscono fonti locali all’agenzia palestinese Wafa. Le fonti affermano che l’artiglieria ha preso di mira la periferia del quartiere di Shuja’iyya, a est della città di Gaza, senza causare feriti. Un drone israeliano ha inoltre sparato sulle zone orientali del campo profughi di Jabalia, nella Striscia di Gaza settentrionale, anche in questo caso senza causare feriti. Inoltre, navi da guerra israeliane hanno aperto il fuoco verso la costa di Rafah, nella Striscia di Gaza meridionale.

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09:28

Riad: “Ferma condanna delle violenze dei coloni in Cisgiordania”

L’Arabia Saudita ha espresso “ferma condanna per le continue violazioni commesse dalle autorità di occupazione israeliane e dai coloni estremisti contro il popolo palestinese” in Cisgiordania. In particolare, in una nota, il ministero degli Esteri di Riad ha denunciato “l’irruzione nei cortili della moschea di Al-Aqsa e la provocazione dei fedeli, nonché il riprovevole assalto alla moschea di Hajjah Hamidah nel villaggio palestinese di Kifl Hares”.

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Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo

La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l’altra sotto Hamas. L’ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.

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Israele-Palestina, da Oslo a Sharm el-Sheikh: i piani di pace negli ultimi decenni

Dagli accordi di Camp David al vertice di Sharm el-Sheikh, da tempo si cerca una via diplomatica per la pace in Medio Oriente. Un percorso costellato da tanti fallimenti. Ora, con la firma dell’accordo sulla prima fase del piano Trump per Gaza, l’impressione è di essere a una svolta. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat alle proposte per “Due Stati, due popoli”: ecco le tappe per risolvere la questione israelo-palestinese

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Quanti gli ostaggi liberati? Quanti i morti, tra Israele e Gaza? I numeri della guerra

All’indomani della firma ufficiale dell’accordo di pace di Donald Trump a Sharm el Sheikh, i mediatori stanno già lavorando alla “fase 2” del piano, in particolare sulla sicurezza e la futura amministrazione della Striscia, quando ancora la prima parte resta fragile.  Ma quali sono le cifre di due anni di conflitto?

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“Modello IRA” per il disarmo di Hamas, cos’è e perché se ne parla per il futuro di Gaza

Mentre regge – a fatica – il cessate il fuoco a Gaza, ci si interroga su quale possa essere il percorso della seconda fase del piano di Donald Trump verso la pace. E tra le diverse possibilità che sono state ventilate, si è parlato anche di un “modello IRA” per la fine della lotta armata di Hamas. Ma come si arrivò alla fine del conflitto in Irlanda del Nord, ed è davvero replicabile per far terminare la guerra che ha devastato la Striscia?

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Gaza, lunedì il voto sulla risoluzione Usa al Consiglio Onu

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