
di Maria Lucia Tangorra
Fabrizio Moro è carico perché la sua creatura sta per essere condivisa da tutti. Da venerdì 14 novembre, solo in cd e in vinile (aspetto a cui tiene tanto), è disponibile il nuovo album di inediti Non ho paura di niente. Durante l’incontro stampa negli uffici dell’etichetta discografica BMG, il cantautore romano ha trasmesso tutto l’entusiasmo di ritornare a distanza di due anni e mezzo dall’ultimo progetto. Lo ha sempre caratterizzato la schiettezza e anche questa volta non si smentisce: guarda negli occhi, è a suo agio nel dialogo, anzi, quasi si scusa perché se gli si dà il la va a ruota libera.
«Non ho paura di niente è un album in cui ho messo tanto cuore e tanto fegato, come sempre, ma rispetto ai dischi precedenti, questo è stato più ‘sofferto’: è nato in un momento in cui ho provato un disagio generale, ero deluso da tutto quello che stava accadendo intorno al sistema musicale italiano e questa sensazione è stata maggiormente accentuata dal periodo storico che stavamo vivendo, il post-pandemia».
Ascoltando i nove brani si percepisce subito la sua cifra sia sul piano musicale che nei contenuti. Fabrizio Moro apre i cassetti più intimi, come in Scatole (ascoltabile in digitale dal 14 novembre https://fabriziomoro.lnk.to/scatole) o Sabato in cui mette a confronto il Fabrizio ventenne con quello di oggi e aggiunge «Sto rivivendo tutto attraverso mio figlio che ha 17 anni e il sabato inizia a uscire da solo». E se in Casa mia c’è la speranza, non manca il piglio di rabbia che emerge soprattutto da Superficiali e In un mondo di stronzi.
Come mai hai scelto Non ho paura di niente per intitolare anche l’album?
«Nel post covid c’era il grandissimo punto interrogativo dei live, che per me sono un aspetto fondamentale. Ogni volta in cui ho scritto un disco immaginavo il concerto, le reazioni che le persone potessero avere a quel determinato pezzo. Non ho paura di niente è stata la canzone che ha sbloccato il mio processo creativo (a metà del 2022) e ha dato il via a tutto il resto. Quando sono stato ‘bloccato’ sul piano musicale, mi sono messo a fare cinema, scrivendo due sceneggiature e dirigendo due film insieme ad Alessio De Leonardis (Ghiaccio nel 2022 e Martedì e venerdì nel 2024). È stata un’ancora di salvezza, una parentesi che mi ha salvato da quella staticità dell’anima».
Una parentesi che pensi di riaprire?
«Non lo so perché anche il cinema ha portato via tante energie e tempo alla musica».
Citando da Non ho paura di niente: «dei sogni sconfitti da un Dio rinnegato». Quali sono questi sogni sconfitti?
«Diversi. Ogni volta in cui mi sono prefissato un obiettivo, essendo un combattente ho messo tanta energia e determinazione e spesso mi è capitato di non riuscire a raggiungerlo. Quel riferimento è quasi una bestemmia: sono quelle cose che pensi in certi momenti di sconforto. L’ho detto tante volte: ma perché ce l’ha con me? Ma va bene così anche perché se ti va tutto bene la vita diventa noiosa, no?».
Hai ancora paura di qualcosa?
«Di tutto. Quel Non ho paura di niente lo si può considerare più uno sfogo del Fabrizio coraggioso che parla al Fabrizio più vigliacco. Il primo cerca di emergere quando le paure si materializzano. Lo considererei più uno slogan che ci si dovrebbe ripetere ogni giorno per infondersi coraggio. Non deve passare che quel titolo significhi sono un supereroe, lungi da me. Poi le paure si sconfiggono in determinati periodi e poi ritornano. Ci si fa sempre i conti soprattutto in questa società in cui siamo sempre soggetti a competizioni e traguardi da raggiungere. Il fatto di essere messo costantemente sotto giudizio nella vita mi ha creato dell’instabilità, è il prezzo da pagare per fare la vita che ti piace fare».
In un mondo di str..i canti: «Perché ormai siamo tristi, lasciati in mano agli analisti» e aggiungi «Dio caro come siamo tristi senza canzoni di Battisti». Potresti approfondire?
«Quel brano è un po’ una provocazione perché ho fatto questa riflessione: quando tu percepisci che c’erano tanti str…i intorno a te, vuol dire che tu sei il primo. La frustrazione interiore o la rabbia sono tutti sentimenti che se non riesci a canalizzare bene diventano negativi. Invece quando sei tranquillo con te stesso, capisci e percepisci che in realtà gli str…i sono meno di quanto credi».
In alcune canzoni (vedi Toglimi l’aria) racconti varie facce dell’amore. Qual è l’amore più grande per Fabrizio Moro?
«Quello nei confronti dei miei figli, ancor più adesso che sono adolescenti ho un rapporto diverso con loro rispetto a quando erano piccoli. Mi hanno permesso di trovare una stabilità interiore che prima non avevo. Sono separato da tanto tempo e la prima fase della loro infanzia l’hanno passata con la mamma, mi vedevano pochissimo. Ho sempre vissuto con un peso sulla coscienza il non essere riuscito a dare una famiglia completa. Adesso la maggior parte del tempo in cui sono a casa lo trascorro con loro ed è un amore che si fortifica attraverso le esperienze che si condividono».
Che papà sei?
«Molto rigido, non credo nell’amicizia tra padre e figlio perché ritengo vada mantenuta una certa distanza che poi conferisce credibilità a quello che dice il genitore. Sono per la trasparenza, anche raccontando gli errori. Faccio un esempio. Mio figlio non ha ancora la patente, gli ho detto: vuoi andare in macchina con l’amico ubriaco? Io non ti posso controllare, vai con l’amico ubriaco, ma sappi che può esserci questa conseguenza perché un mio amico ubriaco, guidando, è morto. Sei tu a scegliere, io ti dico ciò che può accadere in base alla mia esperienza. Ho sempre cercato di responsabilizzarli».
La tracklist si conclude con Scatole scritta durante l’ultimo trasloco. Qual è la scatola che non deve mai mancare?
«I miei dischi storici con cui sono cresciuto. Su tutti Appetite for Destruction dei Guns N’ Roses. È il disco che mi ha cambiato la vita, l’ho ascoltato la prima volta a 12 anni, ho ancora la copertina originale (fu censurata). E ancora Nevermind dei Nirvana e The Joshua Tree degli U2 tutti originali. Me li porto dietro da quarant’anni, è un pezzo di storia che lascerò ai miei figli».
Fabrizio Moro presenterà il nuovo album al pubblico con un instore tour:
– 14 novembre – ROMA – Feltrinelli in Via Appia Nuova, 427 – ore 18.00
– 17 novembre – NAPOLI – Feltrinelli in Piazza dei Martiri – ore 18.00
– 18 novembre – BARI – Feltrinelli in Via Melo, 119 – ore 18.00
– 20 novembre – FIRENZE – Feltrinelli in Piazza della Repubblica, 26/29 – ore 18.00
– 21 novembre – MILANO – Feltrinelli in Piazza Piemonte, 2 – ore 18.30
– 22 novembre – TORINO – Feltrinelli in Piazza C.L.N., 251 – ore 18.00
– 25 novembre – CATANIA – Feltrinelli in Via Etnea, 283 – ore 18.00
– 26 novembre – PALERMO – Feltrinelli in Via Cavour, 133 – ore 18.00
L’anno prossimo Fabrizio Moro tornerà in tour con NON HO PAURA DI NIENTE LIVE 2026, che inizierà con un’anteprima il 2 maggio 2026 al Palazzo dello Sport di Roma e proseguirà poi da ottobre 2026 nei principali club italiani.
In scaletta non mancheranno le canzoni che, dagli esordi fino ad oggi, hanno segnato il suo percorso artistico e, per la prima volta, i brani che saranno contenuti nel suo nuovo album.
Questo il calendario con le date del tour NON HO PAURA DI NIENTE LIVE 2026, prodotto e organizzato da Friends&Partners:
2 maggio 2026 – ROMA – Palazzo dello Sport
23 ottobre 2026 – PADOVA – Hall
24 ottobre 2026 – SENIGALLIA (Ancona) – Mamamia
28 ottobre 2026 – MILANO – Fabrique
31 ottobre 2026 – VENARIA REALE (Torino) – Concordia
6 novembre 2026 – FIRENZE – Cartiere Carrara
7 novembre 2026 – BOLOGNA – Estragon
12 novembre 2026 – NAPOLI – Casa della Musica
13 novembre 2026 – MOLFETTA (Bari) – Eremo Club
15 novembre 2026 – CATANIA – Land
I biglietti sono disponibili su Ticketone e punti vendita abituali.
Per info: friendsandpartners.it.