TORINO – Un anno da gustare a tempo debito, quello di Lorenzo Musetti. Con la dovuta calma, lontano dai calcoli che hanno accompagnato le ultime settimane, dai dubbi di non farcela, dalla premura che ti batte dentro, e ti agita, come il vento che arriccia il mare d’inverno. Lorenzo mi fa tornare in mente canzoni amatissime, mille volte ascoltate. Immagino che in molti, in questi giorni, e nei prossimi, fino alla ripartenza della stagione in Australia, gli chiederanno che stagione è stata questo 2025, ufficialmente chiusa l’altro ieri sera con la sconfitta con Carletto Alcaraz. L’unica risposta è quella che De Gregori dà nel primo verso di una sua canzone, Viaggi e Miraggi: “Dentro un miraggio c’è sempre un miraggio da considerare”. Potrebbe farla sua Lorenzo, che è stato il miraggio di quest’anno, al centro di un viaggio che l’ha condotto proprio là dove era giusto giungesse. Forse non ha avuto il tempo di assaporarlo nel modo giusto, perché prima gli infortuni (finale a Montecarlo, semifinale a Parigi), poi l’urgenza della qualificazione alle Finals, hanno spesso finito per sovrapporsi, spazzando via l’incanto degli obiettivi centrati. Ma il miraggio lo si è visto, ed è stata opera di pregevolissima fattura. Puntualmente mostrata anche in queste Finals, con l’impresa firmata contro De Minaur, un match che ha mostrato a tutti che cosa significhi essere “giocatori veri”, capire in un dato momento del match, quando tutto sembra travolgerti, che vi sia una sola via d’uscita. Quella di mettere da parte schemi e colpi, geometrie e contropiedi, e di andare a vincere sulla spinta dell’anima e del cuore.

Gli obiettivi del 2026

Cose importanti attendono Lorenzo. C’è il piccolo Ludovico, e mamma Veronica che sta per dare alla luce Leandro, il secondogenito. Poi si tornerà a prendere in mano la racchetta. I numeri sono chiari, e dipingono uno scenario di straordinaria evoluzione per Musetti. La crescita è stata esponenziale, la firma su quattro semifinali consecutive nei tornei più importanti su terra rossa lo pone a livello dei più forti. È arrivata la Top Ten e l’ha mantenuta fino in fondo malgrado gli infortuni, ha giocato due finali, s’è guadagnato per la prima volta il posto alle Finals. Poteva giungere una vittoria, che manca ormai dal 2022. Ma arriverà presto… Che altro chiedere di più a un tennista in piena crescita? «L’obiettivo del 2026 è semplice: non smettere di crescere, chiedere a me stesso ancora di più, e ottenere qualche vittoria importante», la sintesi di Lore per il prossimo anno. «Dovrò migliorare nel fisico, alcune difficoltà di quest’anno sono venute da una condizione non ancora paritaria con quella dei primi. Avrò un po’ di tempo in più per prepararmi al meglio e ho tutta l’intenzione di sfruttarlo».

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