Se l’anno scorso si parlava, per la Soudal Quick-Step, di metamorfosi in corso, dodici mesi dopo il processo è tornato, clamorosamente, al punto di partenza. La squadra belga si era votata in tutto e per tutto alle sorti di Remco Evenepoel, che però a inizio 2026 cambierà aria; di conseguenza, l’impostazione di fondo tornerà a essere quella legata alle Classiche e, in generale, ai successi di giornata. Per certi versi, è quello che è già successo nel 2025, con il raccolto nei Grandi Giri, in quanto a classifiche, che è stato molto scarno, anche per via di problemi e incidenti assortiti, e con il numero di singole vittorie che è però rimbalzato verso l’alto, arrivando alla notevolissima quota di 54 successi (a cui vanno poi aggiunte le due cronometro, europea e mondiale, vinte da Evenepoel).

TOP

Non è stato il più vincente della squadra né quello che ha raccolto più punti, ma anche quest’anno Tim Merlier è stato uno dei corridori più rappresentativi del Wolfpack, conquistando lo stesso numero di successi (16) del 2024 e confermandosi tra i velocisti più forti al mondo. Il belga ha lasciato il segno in tutte le gare a tappe alle quali ha preso parte, vincendo due frazioni in ciascuna di queste tranne che nell’ultima, il Tour of Holland. Spiccano chiaramente le due vittorie al Tour de France, sui traguardi di Dunkerque e Châteauroux, ma anche quelle in altre corse WorldTour come UAE Tour, Parigi-Nizza e Renewi Tour, oltre ai risultati ottenuti nelle classiche e semiclassiche a lui più congeniali, con la seconda affermazione di fila allo Scheldeprijs su tutte e il bel secondo posto alla Gand-Wevelgem vincendo la volata del gruppo alle spalle dell’attaccante Mads Pedersen e davanti a Jonathan Milan. Se c’è da vincere e/o fare risultato, la squadra può contare su di lui.

Chi ha alzato per più volte le braccia al cielo è stato però Paul Magnier, che soprattutto nel finale di stagione è stato un mattatore nelle volate conquistando nell’ultimo mese 14 dei suoi 19 successi stagionali (secondo solo alle spalle di Tadej Pogačar). Vero che, in molti di questi casi, la concorrenza non era propriamente di altissimo livello, ma vincere non è comunque mai facile e farlo con questa continuità non è da tutti, soprattutto a soli 21 anni. Al di là del dominio negli sprint di Giro di Slovacchia, CRO Race e Tour of Guangxi (dove addirittura si è imposto in cinque delle sei tappe), il giovane talento francese ha mostrato di avere le qualità per poter recitare nei prossimi anni un ruolo da protagonista anche nelle gare di un giorno, come dimostrano i secondi posti ottenuti a Omloop Nieuwsblad e Samyn Classic, il terzo alla Classica di Amburgo e il quarto alla Bretagne Classic. Unica nota un po’ stonata della sua annata è stato il Giro d’Italia, dove ha comunque ottenuto tre top-10 (compreso un podio) di tappa; ma era il suo primo Grande Giro e quindi ci sta non essere stato tra i protagonisti.

Quella trascorsa non sarà stata la miglior stagione della ancor giovane carriera di Remco Evenepoel, ma considerando che ha dovuto saltare tutta la preparazione a causa di quell’infortunio in allenamento riportato a inizio dicembre 2024 non si può dire che non abbia avuto un’annata più che positiva. Rientrato alle gare solo a metà aprile, il 25enne fa subito il colpaccio vincendo una semiclassica come la Freccia del Brabante battendo in uno sprint a due nientemeno che Wout Van Aert, confermandosi poi due giorni più tardi con il terzo posto all’Amstel Gold Race, dove praticamente da solo va a riprendere Tadej Pogačar (per poi venire entrambi beffati in volata da Mattias Skjelmose). Risultati molto promettenti, ma la preparazione deficitaria si fa presto sentire e il belga stecca sia alla Freccia Vallone che alla Liegi-Bastogne-Liegi, chiudendo la sua mini-primavera con un successo nella crono del Giro di Romandia per concentrarsi sul preparare al meglio il Tour de France. Rientra quindi al Giro del Delfinato e domina la cronometro, dimostrando però di essere ancora lontano dai migliori in salita, e anche alla Grande Boucle vince nella specialità che finora gli ha dato più soddisfazioni conquistando la prova contro il tempo di Caen, ma in seguito lo stress fisico (e probabilmente anche mentale) lo portano a saltare totalmente nel corso della 14a frazione, durante la quale si ritira. Il finale di stagione è tutto dedicato alla nazionale tra Mondiali ed Europei, dove si conferma il più forte a crono ed è secondo in linea dietro all’imprendibile Pogačar, ma fa in tempo a lasciare un ultimo segno con la maglia della squadra vincendo una tappa al Tour of Britain, chiudendo il suo periodo con il Wolfpack con il secondo posto a Il Lombardia. Ora lo attende la nuova avventura alla Red Bull-Bora-hansgrohe.

Alle spalle di questi tre corridori, che assieme hanno ottenuto più di metà delle vittorie e dei punti conquistati dalla squadra, il quarto più vincente è risultato essere Ethan Hayter, che nella sua prima annata con il team è riuscito parzialmente a rilanciarsi dopo alcune stagioni complicate. Rispetto ai suoi primi anni di carriera, il britannico non si è messo particolarmente in evidenza né nelle volate difficili, né nelle gare di un giorno o come corridore da classifica nelle brevi corse a tappe (a parte il secondo posto finale al Giro del Belgio), ma ha lasciato il segno per cinque volte e, un po’ a sorpresa, tutte e cinque a cronometro, arrivando a sfiorare il podio agli Europei in questa specialità e cogliendolo nella prova contro il tempo di Pisa al Giro d’Italia. Visto l’addio di Evenepoel, il 27enne potrebbe quindi diventare il nuovo punto di riferimento della squadra per questo esercizio, aprendo per lui nuove prospettive di carriera.

Anche se non ha alzato le braccia al cielo, la stagione di Ilan Van Wilder può sicuramente essere vista in una luce positiva. Grazie a buone doti in salita e da cronoman (quest’ultime evidenziate dall’ottimo terzo posto ottenuto nella prova contro il tempo dei Mondiali), il 25enne ha confermato di poter dire la sua nelle brevi gare a tappe, nelle quali ha messo insieme un settimo posto finale alla Volta ao Algarve, un decimo alla Parigi-Nizza, un sesto al Giro dei Paesi Baschi, un ottavo al Giro di Svizzera e un settimo al Tour of Britain. Al Tour de France si è invece messo a disposizione di Evenepoel e, dopo il ritiro di quest’ultimo, è risultato fondamentale nel successo di Paret-Peintre sul Mont Ventoux. Anche per lui, il passaggio del coetaneo e connazionale alla Red Bull-Bora-hansgrohe potrebbe aprire molti spazi e opportunità nel 2026, permettendogli di fare l’atteso salto di qualità.

Abbiamo parlato del successo di Valentin Paret-Peintre al Tour de France sul Mont Ventoux, che possiamo certamente considerare l’highlight della stagione dello scalatore transalpino. Oltre a questa splendida vittoria sull’iconica salita francese, al termine di una fuga da lontano, il 24enne ne aveva conquistata un’altra a inizio anno nella frazione finale del Tour of Oman, chiuso al secondo posto, mentre per il resto, anche a causa di un infortunio in primavera e di un ritiro alla Vuelta a España dovuto a una malattia, non ha ottenuto altri risultati particolarmente rilevanti. Un po’ di sfortuna, dunque, in questa prima annata con il Wolfpack, dove comunque ha fatto intravedere buone cose; sicuramente, ci sarà parecchio spazio per lui nel 2026, in particolare nelle gare a tappe.

In queste ultime sarà da tenere d’occhio anche Junior Lecerf, che ha fatto buoni passi in avanti durante il 2025. Il classe 2002 belga ha fatto ottavo sia all’UAE Tour che al Giro di Romandia, ma è in estate che sono arrivati i risultati migliori, con la vittoria in una tappa e nella classifica finale del Czech Tour davanti al connazionale Cian Uijtdebroeks e, soprattutto, con l’undicesima piazza finale alla Vuelta a España, dove si è migliorato di 33 posizioni rispetto alla stessa gara di 365 giorni prima, anche grazie a un paio di fughe. Margini di crescita ce ne sono ancora e, così come per Van Wilder e Paret-Peintre, avrà le sue possibilità nel vuoto lasciato dalla partenza di Evenepoel.

Il cambio di casacca sembra aver fatto bene a Maximilian Schachmann, che tornato alla squadra che lo ha lanciato ha riassaporato il successo. Il tedesco, un po’ a sorpresa, si è scoperto un ottimo cronoman e ha vinto prima la cronometro d’apertura al Giro dei Paesi Baschi e poi il campionato nazionale delle prove contro il tempo. Nella competizione spagnola, poi, è riuscito a conquistare un podio in classifica generale che in una corsa WorldTour gli mancava dalla Parigi-Nizza 2021. È vero, le prestazioni a Tour e Vuelta non sono state esaltati, ma il classe ’94 ha fatto di nuovo intravedere qualcosa di molto buono.

Da anni gregario di lusso, Louis Vervaeke si è finalmente tolto la soddisfazione di ottenere un successo personale con l’inattesa fuga vincente nella seconda tappa del Tour of Oman. Il 32enne ha speso il resto della sua stagione a lavorare per gli altri, cogliendo un paio di settimi posti in fuga alla Vuelta a España: in generale, ricorderà il 2025 come una delle sue migliori stagioni a livello personale.

Anche la nutrita schiera di italiani, con modi e tempistiche diverse, può guardare con un sorriso a questo 2025. In particolare Gianmarco Garofoli sembra aver fatto un salto di qualità importante, testimoniato dai piazzamenti al Giro d’Italia (settimo ad Asiago, quarto a Sestrière nel tappone decisivo) e ancora di più nel finale di stagione, dove ha chiuso nono gli Europei e ventiduesimo i Mondiali Kigali 2025 dopo il lavoro per Giulio Ciccone. Il 23enne ha anche partecipato alla Vuelta, segno della fiducia che la squadra nutre nei suoi confronti.

Al primo anno da professionista ha già fatto intravedere le sue qualità Andrea Raccagni Noviero. Spesso utilizzato nel treno per costruire le volate altrui, il 21enne è comunque riuscito a farsi notare nelle poche occasioni avute, centrando il quarto posto di tappa al Giro di Polonia e alla Coppa Bernocchi, oltre al settimo alla Coppa Agostoni e nella classifica generale del Giro di Slovacchia. Probabilmente nel 2026 lo vedremo debuttare in un Grand Tour, magari a servizio di quel Paul Magnier con cui ha condiviso tanti momenti da Under. E chissà che, una volta o due, non possa avere anche qualche ambizione personale.

Con Mattia Cattaneo ci spostiamo invece dal lato degli italiani un po’ più esperti. Il classe ’90 si è ben distinto nelle cronometro del Giro d’Italia, chiuse rispettivamente settimo e quarto, ed è stato un appoggio fondamentale ai Mondiali Kigali 2025. La fiducia riposta in lui tanto dalla squadra quanto dal c.t. Marco Villa testimoniano ancora di più la sua importanza nello scacchiere tattico di ogni squadra, più di quanto possa raccontare un’asettica visione dei risultati.

Parlando di gregari di lusso, Mikel Landa prosegue il suo rapporto stretto con i buoni risultati e con la sfortuna. Il basco raccoglie qualche bella top-10 in corse WorldTour, chiudendo settimo la Tirreno-Adriatico e quarto la Volta a Catalunya, ma è costretto a chiudere un Giro d’Italia in cui di nuovo partiva da capitano dopo neanche un giorno, quando una caduta a Tirana lo mette fuori dai giochi. Al rientro nella seconda metà della stagione accarezza il sogno di un successo di tappa alla Vuelta a España, ma l’accorciamento di ben otto chilometri della salita di Mos. Castro de Herville ne limita le possibilità, costringendolo a una volata impari contro il più veloce Bernal, che lo relega al secondo posto. Come ogni anno, il suo bilancio convive con una serie di “What if”, i quali non cancellano la solidità e il talento di un corridore che, anche a 35 anni, continua a meritare ampiamente il suo posto nella parte dei promossi.

Infine meritano almeno una menzione Pieter Serry Jordi Warlop, alla loro ultima stagione in gruppo. Entrambi si sono spesi molto per dare un contributo prezioso in squadra, mettendo gli obiettivi dei compagni di squadra davanti alle loro ambizioni personali. Non tutti i corridori fanno rumore con i risultati, alcuni lasciano il segno lavorando silenziosamente. Come loro, anche Bart Van Lerberghe Dries Van Gestel hanno supportato in maniera importante i capitani, oltre a Pepijn Reinderink, che è anche riuscito a raccogliere qualche piazzamento qua e là.

+++ Tim Merlier
++ Paul Magnier
+ Remco Evenepoel

FLOP

Rispetto alle aspettative, è sicuramente mancato l’apporto di Mauri Vansevenant. A 26 anni, il belga era atteso al salto di qualità in una carriera dove ha comunque già raccolto qualche bella vittoria. Nonostante una partenza tutto sommato buona con il nono posto alla Muscat Classic, però, il suo 2025 non vive nessun acuto e si spegne in un anonimato mano a mano più rumoroso. Lontano dai migliori sulle Ardenne, mai in grado di competere per una vittoria di tappa nelle corse da una settimana, non sfrutta neanche la convocazione in una Vuelta con molte giornate adatte a lui. I piazzamenti appena fuori dai 20 a Coppa Agostoni e Tre Valli Varesine chiudono mestamente quella che, per ora, sembra essere stata la sua stagione peggiore.

Tra i leader indiscussi non sono arrivati risultati nemmeno da Yves Lampaert, per tanti anni faro, o quanto meno luce, del team per le classiche. La sua campagna del nord non vede sussulti di alcun tipo, senza neanche la scusante di avere un capitano particolarmente in forma per cui lavorare. La sua prima metà della stagione è così deludente da convincere il team a escluderlo dai convocati per il Tour de France. Nel finale di stagione arriva qualche piazzamento in top-10 tra Giro di Slovacchia e Tour of Holland, che chiude quinto in classifica generale. Decisamente troppo poco per chi ha in bacheca corse come la Dwars door Vlaanderen e tappe a Tour e Vuelta.

Tra i tanti velocisti, non ha brillato la stellina Luke Lamperti, che era arrivato nel 2024 con l’idea di diventare uno dei punti di riferimento della squadra negli sprint e invece va in EF con tanti “se” e qualche “ma”. Lo statunitense centra il successo soltanto una volta, nella tappa d’apertura del Czech Tour (dove il livello dei velocisti, con rispetto degli avversari, non era eccezionale), e in generale fatica a trovare il suo spazio nei metri finali. Peccato, perché la stagione era iniziata con un buon terzo posto alla Danilith Nokere Koerse e un secondo alla Bredene Koksijde Classic. Cambiare aria potrebbe fargli bene.

Dopo aver iniziato la carriera con grandi aspettative, Pascal Eenkhorn non sembra più in grado di essere un fattore incisivo nelle corse. Il belga accarezza il sogno al Tour de France, quando nella ventesima tappa riesce a infilarsi nella maxi fuga e a muoversi abbastanza con i tempi giusti. Il terzo posto finale di quel giorno, a quasi un minuto dal vincitore, non può però salvare completamente l’annata, dove ha provato a mettersi in mostra con qualche fuga inconcludente alla Settimana Coppi e Bartali. Le sue cinque vittorie da professionista si concentrano tutte tra il 2018 e il 2022, e l’impressione è che il digiuno possa continuare.

Tra gli esperti, non ha emozionato neanche Josef Černý, il quale ha svolto come sempre un ottimo lavoro di gregariato ma non è mai riuscito a farsi notare, come invece era stato in grado di fare in passato. L’impressione è che il colpo di pedale non sia più quello degli anni migliori, anche se un passista come lui può sempre fare comodo in una squadra con diversi velocisti.

Sembra ancora lontano da una crescita completa il giovane Antoine Huby, che al secondo anno da professionista non va oltre un dodicesimo posto nella generale del Tour of Guangxi. A 24 anni, l’impressione è che il treno migliore potrebbe essere passato proprio con questo 2025, in cui il suo programma di corse gli avrebbe permesso di mettersi in mostra in qualche circostanza.

Tra gli “uomini di fatica”, Casper Pedersen sembra aver perso il feeling con la possibilità di cercare qualche successo personale. È vero, il danese è riuscito a ritagliarsi lo spazio per un bel piazzamento alla E3 Saxo Classic, dove è arrivato quarto, ma al di là di questo risultato è arrivato poco o nulla. Lo testimoniano anche le scelte della squadra, che di fatto lo ha escluso da tutti i Grand Tour e da tutte le corse più importanti, se si eccettua il Giro delle Fiandre. Poco da dire, poi, riguardo a corridori come James Knox, Ayco Bastiaens e Gil Gelders, messisi poco in evidenza sia a favore dei compagni di squadra, che in prima persona, con l’eccezione di un paio di fughe.

Abbastanza ingiudicabile, infine, la stagione di Martin Svrček, a lungo fuori gioco a causa di una brutta caduta alla Milano-Sanremo che evidentemente lo ha poi condizionato nel resto dell’annata, conclusasi con soli 38 giorni di gara e nessun particolare acuto. Discorso simile per Warre Vangheluwe, che l’anno scorso era riuscito a cogliere due vittorie mentre in questo 2025 non è mai entrato nella top-10. Anche per lui, comunque, pesano probabilmente i tre mesi di inattività forzata causa frattura cervicale rimediata allo Scheldeprijs. In ogni caso, entrambi avranno la possibilità di rifarsi nel 2026, dato che hanno rinnovato i loro contratti in scadenza alla fine di questa stagione.

– Luke Lamperti
— Yves Lampaert
— Mauri Vansevenant

Classifica UCI

La Soudal Quick-Step ha messo insieme quest’anno 14930,16 punti, poco più di 3000 in meno rispetto al 2024, concludendo al quinto posto nella classifica mondiale e perdendo quindi due posizioni rispetto all’annata precedente. Più di metà del bottino è arrivato grazie a tre corridori, Tim Merlier, Paul Magnier e Remco Evenepoel, quest’ultimo il più proficuo del team nonostante abbia saltato la prima parte di stagione e si sia ritirato dal Tour. E questo potrebbe rappresentare un problema per il prossimo anno dato che il bi-campione olimpico non sarà più in squadra. Di seguito i 20 corridori che hanno contribuito al punteggio di squadra nella stagione 2025.

CORRIDORE NAZIONE PUNTI EVENEPOEL Remco 4118 MAGNIER Paul 2327 MERLIER Tim 1951.29 VAN WILDER Ilan 947.29 LANDA MEANA Mikel 740 LECERF Junior 680 SCHACHMANN Maximilian 592.29 PARET PEINTRE Valentin 560 HAYTER Ethan Edward 512 LAMPERTI Luke 385 GAROFOLI Gianmarco 333 PEDERSEN Casper 328 CATTANEO Mattia 326 RACCAGNI NOVIERO Andrea 224 EENKHOORN Pascal 223 VERVAEKE Louis 194 LAMPAERT Yves 161.29 VANSEVENANT Mauri 124 SVRČEK Martin 103 HUBY Antoine 91

Miglior Momento

Tra le tante vittorie del team, la più emozionante è stata probabilmente quella ottenuta da Valentin Paret-Peintre nella 16esima tappa del Tour de France, conclusasi sulle impegnative rampe del mitico Mont Ventoux. Sul Gigante della Provenza è andata in scena una bella battaglia tra un gruppetto d’élite di fuggitivi per il successo di giornata e a spuntarla è stato il 24enne transalpino, abile anche a sfruttare l’ottimo lavoro del compagno di squadra Ilan Van Wilder e a battere in uno sprint in salita Ben Healy. Da ricordare, comunque, anche la vittoria di Remco Evenepoel alla Freccia del Brabante, dove il belga, all’esordio stagionale dopo il lungo infortunio, ha avuto la meglio in una volata a due su Wout Van Aert.


Volate – 9.4


Classiche – 6.5


Grandi Giri – 5.8


7.2

Ancor più di altri anni, in questo 2025 il Wolfpack si è affidato soprattutto alle vittorie parziali, raccogliendo infatti ben 35 delle 54 affermazioni totali con due velocisti e altre 11 a crono. Come accade ormai da qualche stagione, la squadra è invece mancata quasi del tutto nelle Classiche del Nord sul pavé, mentre un poco meglio sono andate quelle vallonate, e anche nei Grandi Giri ha faticato visto che sono arrivati solo quattro successi di tappa (anche se ottenuti tutti al Tour) e nessuna top-10 finale o classifica accessoria.


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