Verissimo ha voluto omaggiare Peppe Vessicchio, morto sabato 8 novembre a causa di una polmonite interstiziale precipitata rapidamente. La redazione di Verissimo ha voluto omaggiarlo con un ultimo tributo. Oggi, sabato 15 novembre, è stata mandata in onda l’ultima intervista che gli aveva realizzato Silvia Toffanin. Ecco cosa ha detto. Il suo legame con Sanremo «Sanremo è come una festa comandata. C’è il Natale, l’Epifania, Sanremo e poi Pasqua. È una ritualità che ho bisogno anche io di consumare. Ho fatto 26 Sanremo. La prima volta ero così emozionato che quando mi hanno presentato dovevo guardare la telecamera, avevo una vena fortissima che batteva sul collo. Poi ho guardato l’orchestra, ho visto la mia famiglia e mi sono tranquilizzato».
La scelta di puntare sulla musica
«L’architettura è il rapporto tra i pieni e i vuoti, l’unica cosa che sentivo di potere fare in alternativa alla musica. Ho sempre coltivato la musica e una certa dovevo fare una scelta, che è stata ancora più suggelata dall’incontro con mia moglie. È stata la prima persona che è riuscita a vedere più lontano di quello che vedevo io».
Il rapporto con i genitori
«Mio padre sono riuscito a salutarlo lasciandogli la sensazione che il lavoro fatto insieme stava andando nella direzione giusta. Penso che lui mi avesse visto in televisione la prima volta nel 1995. Fu contento perché fu un segnale importante. In quel periodo consacrava molto più di oggi. Era molto più difficile arrivarci: poche reti, poche opportunità e anche pochi orari. Mia madre non ha avuto questa opportunità ma credo che sanno già tutto dei loro figli. Il cordone, anche se tagliato, continua per sempre».
L’amianto
«C’era l’Italsider che pesava all’aria ma anche l’etherneit. Mio padre è una vittima dell’amianto. Non ne parlavamo perché non eravamo a conoscenza di questo problema. L’indizio c’era perché regalavano ai dipendenti del latte che avrebbero dovuto consumare in fabbrica. Veniva considerato un elemento che potesse depurare e poteva farci capire che fosse qualcosa di strano ma non lo sapevamo. Io ho perso tanti amici a causa del tumore legato all’amianto. Dove sono nato e cresciuto c’erano tanti ragazzi. Ho lasciato quel luogo a 20 anni. I miei polmoni sono compromessi, non sono di una persona che sta in equilibrio».
I fratelli
«La musica aiuta a sostenerti, anche a mio fratello e mia sorella. Lui ama la musica molto più di me, il piacere che lui prova è contagioso. Inevitabilmente anche mia sorella cantava in casa e sua figlia è un soprano. Io ero troppo piccola per dirigerla».
La barba
«Mia moglie non mi conosce senza barba, evitiamo traumi. C’è stato un momento in cui ho temuto di presentarmi a casa senza barba che mi avrebbero vissuto come un estraneo. Penso che mi taglierei la barba se me lo chiedesse una mia nipotina. Poi dovrei chiudermi in casa pe run po’. Rappresenta il futuro e un proseguo di quello che abbiamo creato. Si cerca sempre di migliorare nella vita».
Il rapporto con la moglie
«Siamo in simbiosi. Ci manchiamo anche se gli incontri hanno il loro confronto, non è sempre un rapporto idilliaco. Ci confrontiamo, ci vogliamo bene perché abbiamo vissuto insieme tante cose e c’è fiducia. Lei scrive libri e romanzi. A me piace come scrive, a lei piace quello che creo musicalmente. C’è anche stima».
La figlia
«Poi c’è Alessia che ci ha regalato una splendida nipote. Diventare nonno è una cosa particolarissima. È una seconda maturità, completamente diverso. Anche le mie bisnipoti sono femmine. Non è facile perché il mondo femminile non è quello maschile. Ha i suoi codici. Io ho anche il cane femmina».
Ultimo aggiornamento: sabato 15 novembre 2025, 20:43
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