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Nella ricerca della city car perfetta scese in campo anche il colosso indiano Tata Motors. L’obiettivo era quello di produrre una Smart alla portata di tutti.

La Smart ForTwo al debutto ha fatto inequivocabilmente scalpore, offrendo un nuovo modo di vedere la mobilità. La piccola vettura creata dall’estro di un ingegnere della Mercedes ha riscritto i paradigmi dello spostamento urbano intelligente. In India, quando ancora non c’era una società proiettata al futuro, si tendevano a copiare le innovazioni europee. Per avere un impatto su una popolazione che girava per lo più in bicicletta e in scooter nacque la Tata Nano. Il nome è già il manifesto di una city car low cost, concepita solo per rapidi viaggi da un punto A a un punto B della città.

La Smart indiana low cost

Le caratteristiche della Smart indiana (Canva) – Repormotori.it

La Tata Motors produsse la Nano da marzo 2009 sino al 2018 esclusivamente per il mercato locale. Il prezzo? 100.000 rupie, equivalenti a 1.469,29 euro. Nonostante un costo super competitivo e delle soluzioni adatte alle giungle urbane e alle zone limitrofe, il marchio fu costretto ad accantonare il modello per delle controversie.

Le caratteristiche della Tata Nano

La vettura indiana era omologata per 4 persone e presentava le seguenti dimensioni: 3,1 metri di lunghezza, 1,5 di larghezza e 1,60 di altezza, vantando un piccolo motore bicilindrico da 30 CV posto nella zona del retrotreno. Al momento della progettazione, nel 2003, ci si aspettava un prezzo finale maggiore, ma i vertici concepirono la vettura con un credo: “quello che non c’è non si rompe, quello che non c’è non pesa, quello che non c’è non costa”.

Nacque così un’auto minuscola ma che rispettava le norme Euro 4 in vigore ai tempi. La carrozzeria era di tipo body on frame con intelaiatura in acciaio, il serbatoio era collocato davanti, mentre la strumentazione prevedeva solo la spia di riserva del serbatoio, la spia dell’olio e il tachimetro. Gli allestimenti previsti erano due, Standard e Luxury.

Quest’ultimo aveva degli interni più completi e i paraurti erano abbinati agli stessi colori della carrozzeria. Il tergicristallo era unico, e non c’era il servosterzo, la regolazione dei finestrini e l’aria condizionata erano disponibili solo nella versione Luxury. Al momento dell’unveiling i lavoratori, con manifestazioni di piazza, protestarono per gli stipendi da fame, creando un danno d’immagine alla Tata Motors. Un flop, come vedete in alto, causato anche dalla pessima valutazione di Global NCAP sulla sicurezza.

Davide Russo

Laureato in Giurisprudenza, appassionato delle leggi dei motori. Davide ha iniziato a collaborare con diversi web magazine italiani, spaziando dal Motorsport all’Automotive, con un occhio alle innovazioni e l’altro alle curiosità storiche. Ha un pensiero che è diventato uno stile di vita: “I believe that everyone has a calling, motorsport is my true passion!”.

Davide Russo