La sfida contro Haaland e compagni non conta per la classifica, ma fare risultato può darci autostima in vista degli spareggi di marzo. Gattuso prepara un 3-5-2 col doppio 9

16 novembre 2025 (modifica alle 08:43) – MILANELLO (VARESE)

Diceva sempre Lippi che non avemmo mai vinto il Mondiale se non fossimo arrivati a Duisburg sentendoci forti. Più forti di tutti. Altri tempi, altra Nazionale, altre aspirazioni, ma il 3-1 in Olanda e il 4-1 alla Germania se li ricorda bene anche Gattuso che ad Amsterdam, novembre 2005, era in campo: due amichevoli ma non proprio. Autostima a mille. Coraggio. Ambizione. Italia-Norvegia è anche questo, non c’entra con la classifica, prescindendo dalle domande col retrogusto di provocazione di qualche collega norvegese: “Pensa di poter vincere 9-0?”. No, lo sa bene Gattuso: secondo posto e playoff. 

MOSTRUOSO HAALAND—  

La Norvegia è una delle quattro/cinque top d’Europa, ma per noi un risultato e una bella prestazione sarebbero importantissimi in vista di marzo, qualsiasi squadra ci affibbi il sorteggio di giovedì tra semifinale e finale. Con questo spirito accogliamo stasera a San Siro sua maestà Haaland, capocannoniere delle qualificazioni con 14 gol, ben 53 reti in 47 partite con la Nazionale, più di una ogni 90’. Un mostro: siamo finiti nella sua caverna e cercheremo di uscirne più forti, dopo gli schiaffoni di Oslo. Fanno paura, ma facciamogli vedere che non siamo spaventati.

GATTUSO PARTE II—  

Comincia qui la nuova Italia. Il primo ciclo è finito, ora il Gattuso parte seconda. C’è una “grande” di fronte, dopo cinque partite psicologicamente complicate per la classifica, la crisi tecnica, l’addio di Spalletti, ma contro avversari modesti, piegabili usando testa e tecnica. La Norvegia è un’altra storia: reduce da dodici successi nelle ultime quattordici partite, come se nel settembre 2024 fosse scattato qualcosa nella squadra di Solbakken. Oggi è quasi ingiocabile per come si difende, chiude ogni spazio e poi riparte con azioni in velocità da football americano, fino alla meta di potenza. Ma c’è anche tecnica sulle fasce (Bobb, Nusa), c’è classe in mezzo (Odegaard però ko), oltre al doppio centravanti (Haaland-Sorloth) come noi con Retegui-Esposito, un incrocio che inciderà sul risultato. La Norvegia dirà tanto sul nostro valore reale.

gol fino alla fine—  

Con la Moldova sono piovute critiche, comprese quelle del presidente del Senato che non ha ben distinto la legittimità dei fischi da auguri macabri e insulti che una carica dello Stato doveva denunciare: Gattuso gli ha risposto per le rime. Ed è giusto ricordare che alla fine i suoi azzurri, criticabilissimi, per carità, risolvono sempre la situazione. Cinque partite contro “piccole”, cinque successi, 18 gol di cui 14 nel secondo tempo, 7 (la metà) nell’ultimo quarto d’ora e 4 nei recuperi.

notte da doppio 9—  

L’Italia non si arrende mai, l’atteggiamento è sempre offensivo, ma per segnare 18 gol ha scagliato 102 tiri tra porta, respinti e fuori. Dobbiamo essere più pratici in zona gol. Sempre con il doppio 9 naturalmente: la coppia è Retegui-Kean, ma ormai Esposito è il terzo titolare, si muove da veterano, dà meno verticalità del viola, ma in area è più 9 vero. E non ha mai segnato nel “suo” San Siro. Questa è anche la sua sera.

titolari e 3-5-2—  

Niente 4-2-4, sarà 3-5-2, uno dei tre sistemi fin qui schierati da Gattuso. Senza il leader Tonali, neanche in panchina, per scongiurare il rischio di un secondo “giallo” che gli farebbe perdere la semifinale dei playoff. Sarà un’Italia quasi titolare, ma necessariamente diversa nell’atteggiamento: capiremo come si comporta sotto pressione, se attaccata collettivamente, non costretta a un possesso estenuante contro difese chiuse a tripla mandata. In mediana Barella, Locatelli e Frattesi, esterni Politano e Dimarco. Resta un dubbio in difesa: con Di Lorenzo e Bastoni, e Calafiori non recuperabile, il ballottaggio è tra Mancini e Buongiorno, non di poco conto dovendo preoccuparsi dei due marcantoni d’attacco. Oggi il romanista offre più garanzie, ci sarà anche se in Moldova ha preso una brutta botta. E a proposito di botte: vediamo di restituirle, anche senza interessi.