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Le ATP Finals di Torino hanno messo di fronte gli otto migliori tennisti della stagione; dopo i gironi e le semifinali, sono rimasti i due migliori, Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, che giocheranno la finale domenica alle 18. Alle Finals una finale tra numero 1 e numero 2 non è così frequente: l’ultima fu nel 2016 tra Andy Murray e Novak Djokovic. Alcaraz e Sinner però si sono dimostrati ancora una volta di un altro livello rispetto a tutti gli altri, non lasciando spazio a nessun exploit degli avversari. Hanno entrambi vinto tutte e quattro le partite del torneo giocate finora, arrivando alla finale più attesa.

Nei giorni scorsi è girato parecchio un dato esemplificativo del loro attuale dominio sul tennis mondiale: ci sono più punti di differenza tra il secondo e il terzo tennista del ranking ATP (Alexander Zverev) rispetto a quanti ce ne sono tra il terzo e il millesimo. Sinner, che chiuderà l’anno al secondo posto dopo essere stato a lungo primo, ha il doppio dei punti di Zverev, un dato ancor più eccezionale se si considera che non ha giocato per tre mesi a causa del caso clostebol. Le ATP Finals sono le finali stagionali dell’associazione che organizza i tornei del circuito professionistico maschile, seconde per importanza solo ai quattro tornei del Grande Slam.

Com’era accaduto nel 2024 Sinner e Alcaraz si sono divisi equamente i quattro prestigiosi tornei del Grande Slam (affrontandosi in finale negli ultimi tre): Australian Open e Wimbledon per l’italiano, Roland Garros e US Open per lo spagnolo. In stagione Sinner ha raggiunto la finale in 10 dei 12 tornei giocati, vincendo anche il Masters 1000 di Parigi e gli ATP 500 di Pechino e Vienna; ha vinto 57 partite e ne ha perse 6. Alcaraz ha 69 vittorie e 7 sconfitte e ha vinto 8 tornei, tra i quali anche tre Masters 1000: Montecarlo, Roma e Cincinnati.

Dopo la storica finale del Roland Garros, vinta in rimonta da Alcaraz in cinque ore e mezzo di partita, il New Yorker scriveva che «l’era Sincaraz segna una rinascita del tennis». Un mese dopo, a seguito della vittoria di Sinner su Alcaraz nella finale di Wimbledon, sul Wall Street Journal si parlava della loro rivalità come della «migliore in tutti gli sport».

Per il momento (ma è stato così in passato per altre rivalità, finché non è arrivato un terzo incomodo) non sembrano esserci tennisti in grado di reggere l’intensità di Sinner e Alcaraz. Entrambi non hanno grossi punti deboli e giocano ogni colpo con una potenza e una precisione quasi senza precedenti, soprattutto nei momenti decisivi dei set, nei quali spesso viene fuori la loro superiorità psicologica, oltre che tecnica.

Soprattutto, a 24 e 22 anni, continuano a migliorare. Sinner ha fatto ulteriori passi avanti al servizio e sta cercando, soprattutto dopo aver perso la finale degli US Open, di aggiungere qualche variazione al suo gioco martellante da fondo campo. Era stato lui stesso a dire di doverlo fare, per riuscire a battere Alcaraz, e già nella successiva finale dell’ATP di Vienna vinta contro Zverev aveva giocato diverse palle corte e smorzate ed era andato con maggiore frequenza a rete.

Allo stesso tempo Alcaraz ha migliorato molto la sua costanza di rendimento; lo scorso settembre agli US Open ha avuto un’efficacia e una regolarità paragonabili a quelle di Sinner. Pur giocando il suo solito tennis di colpi eccezionali e recuperi quasi impossibili, Alcaraz si è insomma avvicinato al suo rivale nella capacità di dominare con continuità le partite. Nel 2025 ha avuto meno passaggi a vuoto rispetto al passato (il più recente al Masters 1000 di Parigi, quando ha perso la sua prima partita del torneo contro Cameron Norrie).

Sinner e Alcaraz dopo la finale degli US Open dello scorso 7 settembre (Jean Catuffe/Getty Images)

Le ATP Finals sono uno dei pochi titoli che mancano ad Alcaraz, mentre Sinner le ha vinte lo scorso anno (e nel 2023 ha perso in finale contro Djokovic). Il campo di Torino sulla carta è più congeniale al tennista italiano, che sul cemento indoor ha una serie aperta di 30 vittorie consecutive. Entrambi comunque hanno dimostrato di poter battere l’avversario anche in condizioni sfavorevoli: lo ha fatto Sinner sull’erba di Wimbledon, dove Alcaraz non perdeva dal 2022, e lo ha fatto Alcaraz agli US Open sul cemento, superficie su cui Sinner negli Slam non perdeva da oltre due anni.