Ravenna, 16 novembre 2025 – Sono circa 400 le firme raccolte per rendere permanente ‘Il Pavimento’ di Nicola Montalbini. A sostenere la petizione sono i commercianti del quartiere, su un’idea dei titolari della gelateria Panna & Fragola. Il tappeto di mosaico installato a Porta Adriana, al momento, sarà rimosso il 18 gennaio 2026 con la fine della Biennale di mosaico. “Abbiamo già finito una risma e siamo dovuti andare a prendere altri fogli dagli uffici del Comune. Sono tutti contenti del mosaico; la porta si sta trasformando in punto di ritrovo. Molti arrivano qui apposta per vederlo e magari si fermano a guardare le vetrine”, commenta Sonia Cantoni della pelletteria Beppe Catini. Anche Samantha Roma del Panificio Ferrarese aggiunge: “Adesso le persone sono spinte a fare tutta la passeggiata e arrivare fino a Porta Adriana, spesso si fermavano prima. Per noi, gli ultimi di via Cavour, è un bell’aiuto”.

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Nel frattempo, ieri mattina – nel via vai di passanti e biciclette – si è tenuto il primo “spiegone” di Nicola Montalbini a Porta Adriana, davanti a un gruppo di 30 persone a cui si è aggiunto qualche curioso. Il racconto dell’artista tiene insieme la storia di Ravenna, del mosaico e qualche nota autobiografica, tre aspetti che ritornano nelle figure del tappeto musivo. Pescate tra i mosaici delle province più remote dell’Impero romano, dalla Libia all’Antiochia (Turchia), da Aquileia a Boxford (Inghilterra), passando, ovviamente, per Ravenna, sono state poi ripensate dall’artista e, in alcuni casi, legate alla sua storia personale. Montalbini definisce Ravenna “una città che ha perso il suo pavimento originario a causa della subsidenza”, “una vecchia signora che ha perso la memoria perché ha lasciato che i suoi edifici storici venissero distrutti e i suoi reperti trafugati”, “una città che ha perso il suo elemento principale, l’acqua, il suo colore, il verde melma, e il suo odore, quello di muffa, di umido, di acquario”.

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Ed è proprio a un acquario che si è rifatto nell’ideazione del mosaico: “Da piccolo andavo nella gelateria dei miei nonni, salivo su una sedia e guardavo il loro acquario dall’alto. Lì potevo sentire quell’odore e osservavo i pesci. È quello che facciamo quando andiamo a vedere l’acqua dentro alla Basilica di San Francesco, che è dove portiamo i parenti con più entusiasmo. Questo perché l’acqua è il nostro elemento. E anche questo pavimento è pensato come un acquario guardato dall’alto per osservare i mostri che lo abitano”, spiega. “Molti mi chiedono – continua Montalbini – ‘Ma non hai paura che si rovini con tutta la gente che ci passa sopra?’. No, questo è uno dei motivi che mi hanno spinto a farlo; voglio che sia calpestato, che si scurisca, che si rovini. I mosaici a Ravenna sono tutti sulle pareti, sono distanti. Ma i mosaici erano fatti per essere calpestati. In un certo senso, questo pavimento va pensato come lo zerbino della città: quel posto dove ci si pulisce i piedi prima di varcarne la soglia”. Le prossime visite guidate saranno il 13 dicembre e il 10 gennaio alle 18; per prenotazioni inviare una mail a martedirettivo@gmal.com.