Il capo dello Stato, in visita a Berlino, ha tenuto un discorso al Parlamento tedesco davanti ai massimi rappresentanti degli organi costituzionali della Germania. “L’uccisione di civili non rimanga impunita. Il volto del conflitto non è solo quello del combattente, ma del bambino di Kiev e Gaza”, ha affermato

Il capo dello Stato Sergio Mattarella, in visita a Berlino, ha tenuto un discorso al Bundestag, il Parlamento federale tedesco, davanti ai massimi rappresentanti degli organi costituzionali della Germania, in occasione della “Giornata del lutto nazionale” a 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale. “La guerra di aggressione è un crimine”, ha detto il presidente della Repubblica. “Oggi oltre il 90% delle vittime dei conflitti è tra i civili. Questo non può rimanere ignorato e impunito”, ha continuato. “Il volto della guerra non si riflette soltanto in quello del combattente, ma diviene quello del bambino, della madre, dell’anziano senza difesa. È quanto accade, oggi, a Kiev, a Gaza”, ha poi ricordato. “Quanti morti occorreranno ancora, prima che si cessi di guardare alla guerra come strumento per risolvere le controversie tra gli Stati, che ne faccia uso per l’arbitrio di voler dominare altri popoli? Mai più sia la nostra consegna”, è il monito di Mattarella.

Mattarella: “La pace non è un traguardo definitivo”

“Siamo in quest’Aula solenne per fare memoria dei caduti, delle vittime della guerra e della violenza. Caduti negli abissi della storia, nelle insidie tese da altri uomini. La vita delle persone, dei popoli, delle nazioni, è colma di inciampi e di tragedie. Talvolta per scelte individuali, più spesso per deliberato operare di altri”, ha detto il capo dello Stato. “La pace non è un traguardo definitivo, bensì il frutto di uno sforzo incessante, fondato sul raggiungimento di valori condivisi e sul riconoscimento dell’inviolabilità della dignità umana di ogni persona, ovunque”, ha sottolineato. “Quanti morti occorreranno ancora, prima che si cessi di guardare alla guerra come strumento per risolvere le controversie tra gli Stati, che ne faccia uso per l’arbitrio di voler dominare altri popoli? ‘Nie wieder’. ‘Mai più’. È l’espressione adottata nella comunità internazionale per condannare l’Olocausto ebraico. A ‘Nie wieder’ si contrappone ‘wieder’, ‘di nuovo’. A questo assistiamo. Di nuovo guerra. Di nuovo razzismo. Di nuovo grandi disuguaglianze. Di nuovo violenza. Di nuovo aggressione”, ha rimarcato.

Mattarella: “Il volto della guerra è quello del bambino di Kiev e Gaza”

“Da sempre la guerra ambisce a proiettare la sua ombra cupa sull’umanità. Il Novecento ha trasformato la tragedia dei soldati in tragedia dei popoli. Nei borghi d’Europa e nelle città distrutte dai bombardamenti, nelle campagne devastate, milioni di civili divennero bersagli. Deportazioni, genocidi, hanno caratterizzato la Seconda guerra mondiale. Da allora, il volto della guerra non si riflette soltanto in quello del combattente, ma diviene quello del bambino, della madre, dell’anziano senza difesa. È quanto accade, oggi, a Kiev, a Gaza”, ha ricordato Mattarella. “La guerra totale esige non la sconfitta, la resa del nemico, ma il suo annientamento. Un accrescimento di crudeltà. Con l’era atomica, un solo gesto può cancellare una città e l’innocenza stessa del mondo”, ha sottolineato. “Oggi rivolgiamo il nostro sguardo, il nostro pensiero, alle vittime delle guerre e delle violenze. Dai militari caduti ai civili, vittime di quella condizione – la guerra – che la Legge Fondamentale tedesca e Costituzione italiana ripudiano, facendo propria la grande lezione derivante dal tragico secondo conflitto mondiale. Ci uniamo, in una giornata di memoria e di lutto, perché ricordare la nostra storia comune è esercizio indispensabile nella nostra inesauribile aspirazione alla pace”, ha affermato il presidente della Repubblica.

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Mattarella: “L’uccisione di civili non rimanga impunita”

“Democrazia vivente. È chiave fondamentale nel rapporto tra principio di autorità e principio di democrazia. È, infatti, la democrazia che sorregge l’autorità e la legittima. Superando le tentazioni di totalitarismi che pretendono di essere e rappresentare il tutto. Perché la democrazia parte dal principio di libertà che, a sua volta, si basa sulla universalità dell’uguaglianza tra le persone”, ha detto Mattarella. “Nel dopoguerra, la nascita delle Nazioni Unite, le Convenzioni di Ginevra, accendono la speranza di una pace fondata sul diritto, riaffermando un principio fondamentale: la popolazione civile deve essere protetta in ogni circostanza. La cronaca successiva – dal Biafra ai Balcani, dal Ruanda alla Siria, fino al Sudan, all’Ucraina e alla Striscia di Gaza – ci mostra che la guerra continua a colpire soprattutto chi combattente non è. Oggi, secondo le Nazioni Unite, oltre il 90% delle vittime dei conflitti è tra i civili. Questo non può rimanere ignorato e impunito”, è il monito del capo dello Stato. “Il Diritto internazionale umanitario, argine alla disumanità della guerra è messo in discussione dai fatti. Ma nessuna ‘circostanza eccezionale’ può giustificare l’ingiustificabile: i bombardamenti nelle aree abitate, l’uso cinico della fame contro le popolazioni, la violenza sessuale. La caduta della distinzione tra civili e combattenti colpisce al cuore lo stesso principio di umanità. È l’applicazione sistematica della ignobile pratica della rappresaglia contro gli innocenti”, ha detto. Nuovi “dottor Stranamore” si affacciano all’orizzonte, con la pretesa che si debba “amare la bomba”, ha infine sottolineato Mattarella.

Mattarella: “Il multilateralismo non è burocrazia”

“Sono le istituzioni multilaterali come le Nazioni Unite, la Corte Penale Internazionale, le missioni di pace, le agenzie umanitarie a concorrere alla impegnativa e affascinante fatica della costruzione di una coscienza globale. Il multilateralismo non è burocrazia, come asseriscono i prepotenti: è l’utensile che raffredda le divergenze e ne consente soluzione pacifica; è il linguaggio della responsabilità comune”, ha detto Mattarella. Il multilateralismo “è la voce che richiama al valore della vita di ogni singola persona, contrapposta all’arroganza di chi vorrebbe far prevalere la logica di una spregiudicata ragion di Stato, dimentica che la sovranità appartiene ai cittadini e non a un Moloch impersonale che pretenda di determinarne i destini. È l’arma di difesa che gli abitanti del pianeta possono opporre alla logica della sopraffazione di chi si ritiene – perché temporaneamente in posizione di vantaggio – legittimato a depredare gli altri”, ha affermato il capo dello Stato.

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“La guerra di aggressione è un crimine”

“Va ribadito con risolutezza: la sovranità di un popolo non si esprime nel diritto di portare guerra al vicino. La volontà di avere successo di una nazione non si traduce nel produrre ingiustizia. La guerra di aggressione è un crimine”, ha detto Mattarella.

“Tocca ai nostri popoli, uniti nella sofferenza delle responsabilità dell’ultima guerra mondiale e capaci, oggi, di essere uniti nello sguardo verso un futuro migliore. Tocca alla Repubblica Federale Tedesca, tocca alla Repubblica Italiana – come a tutti nella comunità internazionale – opporre la forza del diritto al preteso diritto della forza”, ha aggiunto il capo dello Stato. “In questo spirito, mi sento pienamente partecipe della Giornata del lutto nazionale. Le ferite del passato non possono essere eliminate, ma da esse deriva l’impegno comune per l’avvenire, per un’azione che assuma come misura la nostra umanità. Mai più. ‘Nie wieder’. Sia la nostra consegna”, ha detto Mattarella. “I Paesi europei hanno dimostrato di avere coraggio. I leader europei hanno dimostrato di avere coraggio. Non lasciamo che, oggi, il sogno europeo – la nostra Unione – venga lacerato da epigoni di tempi bui. Di tempi che hanno lasciato dolore, miseria, desolazione. Questo dovere ci compete. A ogni generazione il suo compito”, ha affermato il capo dello Stato.

L’omaggio al Monumento della Nuova Guardia

In tarda mattinata, prima del discorso, Mattarella è stato proprio al Palazzo del Reichstag dove ha incontrato la presidente del Bundestag Julia Klöckner. In seguito il capo dello Stato, insieme al presidente tedesco Steinmeier, ha deposto una corona di fiori al Monumento della Nuova Guardia di Berlino, dedicato alle vittime della guerra mondiale e della tirannia.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, visita il Centro Radar Acc (Area control center) di Enav a Ciampino, 11 novembre 2025.
ANSA/UFFICIO STAMPA QUIRINALE/PAOLO GIANDOTTI
+++FOTO DIFFUSA DALL'UFFICIO STAMPA - USARE SOLO PER ILLUSTRARE OGGI LA NOTIZIA INDICATA NEL TITOLO - NON ARCHIVIARE - NON VENDERE - NON USARE PER FINI NON GIORNALISTICI - NPK+++

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Schneiderhan: “La pace è sempre in gioco”

“Pace e democrazia appartengono l’una all’altra. Dove la democrazia viene abolita viene aperta la porta alla guerra”, ha detto il presidente dell’Associazione del Lutto nazionale Wolfgang Schneiderhan, parlando al Bundestag. “La pace è un compito comune e la Giornata del Lutto nazionale ricorda che è sempre in gioco – ha aggiunto -. Una guerra non succede dal giorno alla notte, viene preparata, con l’odio la sobillazione e limitazioni della libertà”. Schneiderhan ha ringraziato l’Italia e il capo dello Stato Mattarella seduto nella plenaria.

L’incontro con il presidente Steinmeier

Sabato 15 novembre, Mattarella è stato ricevuto dal presidente Steinmeier a Palazzo Bellevue, sua residenza ufficiale. Al suo arrivo, il capo dello Stato si è intrattenuto a colloquio con il suo omologo tedesco, poi ha premiato le città e i Comuni vincitori del Premio dei Presidenti, giunto quest’anno alla sua terza edizione. Il riconoscimento, istituito nel 2020 a opera di Mattarella e Steinmeier, è volto a premiare gemellaggi e progetti tra comuni in Germania e Italia soprattutto nei settori Cultura, Giovani e Impegno civico, Innovazione e Coesione sociale.

“L’apertura al mondo dà solo benefici”

“La collaborazione tra Comuni dei due Paesi, unendo le rispettive memorie, identità, aspirazioni, dà ai propri concittadini un tangibile esempio dei benefici che derivano dall’apertura al mondo, dalla condivisione. Le comunità locali, in tal modo, non sono soltanto ambasciatrici dei valori della propria comunità, ma danno vita a un modello ricco di fiducia nell’avvenire che ci unisce nella cornice europea”, ha detto Mattarella.

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