Arriva un momento nella vita in cui il silenzio della sera pesa un po’ di più, e il letto sembra troppo grande per essere condiviso solo con i ricordi. Non sei più tanto giovane per pensare “ho tutta la vita davanti”, ma nemmeno tanto anziano per buttare via la spugna.
Ecco, è in quell’istante preciso della vita che questo dramma sentimentale prodotto da Netflix ti invita a entrare con delicatezza. In quell’istante sospeso, in cui due persone mature trovano il coraggio di cercare compagnia, conforto, tenerezza.
È una storia che ti sfiora come una carezza, capace di ricordarti che il tempo non decide quando smettiamo di amare: siamo noi, con le nostre paure e la nostra voglia di vivere, a farlo. E forse, proprio quando pensavi fosse tardi, scoprirai che è ancora possibile ricominciare.
Si intitola “Le nostre anime di notte” (“Our Souls at Night”), film del 2017 diretto da Ritesh Batra, che riunisce sullo schermo due icone intramontabili del cinema americano: Jane Fonda vista ultimamente in “Book Club-Il capitolo successivo“, e il compianto Robert Redford. Tratto dal romanzo omonimo di Kent Haruf, il film è un inno alla delicatezza, alla lentezza, alla possibilità di ricominciare anche quando la vita sembra aver già scritto tutte le sue pagine più importanti.
La storia prende forma in una piccola città del Colorado, dove Addie Moore e Louis Waters, entrambi vedovi, condividono lo stesso senso di solitudine che accompagna le giornate troppo silenziose. Un giorno Addie decide di compiere un gesto semplice ma rivoluzionario: avvicinarsi a Louis e proporgli di passare le notti insieme, solo per dormire, solo per parlare, solo per non sentirsi soli.
Da quel momento, tra i due nasce un legame che cresce al ritmo naturale delle emozioni, senza fretta, senza maschere, senza paura di mostrarsi vulnerabili. A ricreare quest’atmosfera ci pensa il tono intimo e contenuto delle ambientazioni, fatto di sguardi, respiri, silenzi.
L’attenzione è tutta sui personaggi e sulle loro ferite, sui ricordi che li hanno formati e sui rimpianti che ancora li trattengono. La macchina da presa osserva con discrezione, quasi rispettando la timidezza e l’eleganza dei suoi protagonisti. Il film ti parla di amore maturo, ma soprattutto di coraggio: quello di chiedere compagnia, di accettare la fragilità, di aprire una porta che si credeva chiusa da tempo.
Fonda e Redford, alla loro quarta collaborazione dopo titoli importanti come “La caccia”, “A piedi nudi nel parco”, “Il cavaliere elettrico”, offrono una prova di rara profondità, fatta di gesti quotidiani che diventano straordinari proprio per la loro semplicità.
Lui, contenuto e gentile; lei, determinata e luminosa. Insieme costruiscono una storia che ti giunge dritta al cuore senza cercare effetti, ma attraverso una verità che può tranquillamente appartenere anche a te.
Il film (68% di gradimento su Google, 91% su Rotten Tomatoes e 6,9/10 su IMDb) esplora anche il rapporto con la famiglia, in particolare quello di Addie con il figlio e il nipote, introdotto nella narrazione per mostrare come il passato continui a influire sulle scelte del presente.
Ma questo bel drammatico sentimentale su Netflix non si perde in conflitti: resta fedele alla sua natura, un racconto che preferisce la quiete alla tensione, la profondità all’azione. Ogni elemento messo in scena contribuisce a creare un’atmosfera armoniosa che celebra la bellezza dei legami umani, anche quelli che arrivano quando meno te li aspetti. E ti lascia riflettere su un aspetto.
In un panorama cinematografico spesso dominato da velocità e rumore, “Le nostre anime di notte” è un’opera che invita a rallentare, a guardare negli occhi chi ti sta accanto, a credere che l’amore non sia questione di età ma di scelta. Un film che ti accarezza, consola e ricorda che, finché sei vivo, nulla è davvero perduto.