
voto
7.0
- Band:
TERROR CORPSE - Durata: 00:36:00
- Disponibile dal: 21/11/2025
- Etichetta:
- Dark Descent
Streaming non ancora disponibile
Dalle macerie dei Malignant Altar – band attorno a cui vi erano discrete aspettative, ma che alla fine è spirata dopo solo una manciata di anni di attività, nonostante la buona accoglienza ricevuta per i demo e l’unico album pubblicati – nasce una nuova entità pronta a raccoglierne l’eredità: i Terror Corpse. Dietro il nome – francamente non tra i più ispirati – si cela ancora una volta Dobber Beverly, batterista e chitarrista già nei Malignant Altar e negli storici Insect Warfare, affiancato dal bassista/cantante Christian Larson (Necrofier) e dal chitarrista/cantante Mat V. Aleman, anch’egli con un piede in entrambe le band. Un trio esperto, quindi, che con questo “Ash Eclipses Flesh” firma un debutto tanto ancorato alla tradizione quanto consapevole dei propri mezzi.
Fin dalle prime battute, il disco mette in chiaro il proprio credo: death metal americano dalle tinte ferali, debitore in egual misura dei primi Incantation e delle atmosfere vischiose dei Morbid Angel degli anni Novanta. L’impatto è immediato e, per fortuna, mai troppo grossolano. Beverly e soci non rincorrono l’eccesso di brutalità o il tecnicismo fine a sé stesso; preferiscono costruire un suono ampio, organico, torvo, che restituisce il senso fisico della band in sala prove. Merito anche di una produzione estremamente organica e curata, che valorizza la dimensione umana del suono. Sono rari ormai gli album che suonano così ‘veri’, con le pelli e i piatti che respirano, senza l’artificio del digitale.
Rispetto ai Malignant Altar, “Ash Eclipses Flesh” appare più essenziale, rinunciando alle strutture estese e a certi riff groovy riproposti a oltranza per concentrarsi su episodi più concisi, benché costellati da puntuali rallentamenti e cambi di passo. In generale, il suono è molto classico e sulle prime non concede sorprese, anche se un ascolto attento mette in luce una discreta caratterizzazione dei singoli brani e qualche sviluppo meno scontato del previsto, frutto di un songwriting che, pur muovendosi entro coordinate rigidamente vecchia scuola, non scade mai eccessivamente nella ripetizione meccanica. In alcune tracce emergono effettivamente alcune sfumature subito interessanti: “Transmission Beta”, ad esempio, introduce armonie sospese e un gusto quasi evocativo, mentre “Sons of Perdition” affonda in una lentezza greve, dal sapore funereo, che richiama certi passaggi dei primissimi Paradise Lost e degli Asphyx più catacombali. La prestazione di Dobber Beverly resta centrale: la sua batteria è tanto tecnica quanto misurata, una colonna portante che non sovrasta ma guida. Larson e Aleman completano il quadro con un intreccio chitarristico robusto e un basso sempre percepibile, che conferisce ulteriore spessore al suono.
Nel complesso, “Ash Eclipses Flesh” chiaramente non riscrive le regole del genere – né sembra volerlo fare – ma si distingue per la solidità dell’esecuzione e la cura dei dettagli, elementi che rispecchiano la competenza dei suoi autori. Il suono raramente si spinge oltre i binari del già noto, tuttavia l’ascolto si rivela tutto sommato piacevole e credibile. Siamo al cospetto di un trio di veterani e ciò lascia anche la sensazione che, con un minimo di coraggio in più, i Terror Corpse potrebbero anche riuscire a imprimere un segno un po’ più personale sulla loro idea di death metal, nel prossimo futuro.