Non era mai accaduto che un corridore della Novo Nordisk lasciasse il team americano per approdare in un’altra squadra professionistica, nel caso specifico l’Unibet. Perché parliamo di un team, quello a stelle e strisce, con una peculiarità unica: tutti i suoi componenti sono diabetici. Il team è diventato negli anni un vessillo di come si possa fare sport di alto livello anche in presenza di questa patologia, prendendo le giuste precauzioni. Ma Matyas Kopecky ha rotto gli schemi.

Matyas, a destra, con suo fratello Tomas, anche lui approdato all'Unibet Rose RocketsMatyas, a destra, con suo fratello Tomas, anche lui approdato all’Unibet Rose Rockets

Matyas con la maglia Unibet il giorno della firma. Con lui approda nel team anche suo fratello TomasMatyas con la maglia Unibet il giorno della firma. Con lui approda nel team anche suo fratello Tomas

Un primato destinato a restare nel tempo

Il corridore ceco ha scelto un’altra strada in piena consapevolezza. Un cambio di team che sarebbe qualcosa di comunissimo, ma che nel suo caso ha destato molto clamore. In partenza per il primo ritiro spagnolo con la formazione francese, , Kopecky (che è solo omonimo dell’ex campionessa mondiale Lotte: «Il nostro è un cognome comune in Cechia e sicuramente Lotte ha origini di famiglia dalle mie parti») non ha avuto timore nell’affrontare un argomento che spesso è ancora oggetto di pregiudizi.

«Ho iniziato ad andare in bici grazie a mio padre e mio fratello. Da giovani praticavamo sempre ciclocross, a un livello piuttosto alto nella categoria juniores. Ho anche gareggiato in Coppa del Mondo e mio fratello Tomas è anche salito sul podio ai Campionati del Mondo. Quando ero al secondo anno da juniores, ho iniziato a concentrarmi di più sulla strada e al primo anno da U23 ho firmato per la Novo Nordisk. Questo significava che mi sarei concentrato completamente sulla strada e ho dovuto lasciare un po’ da parte il ciclocross».

Per Matyas ben 63 giorni di gara nel 2025, con 25 Top 10, portando tanti punti alla causa del teamPer Kopecky ben 63 giorni di gara nel 2025, con 25 Top 10, portando tanti punti alla causa del team

Per Matyas ben 63 giorni di gara nel 2025, con 25 Top 10, portando tanti punti alla causa del teamPer Kopecky ben 63 giorni di gara nel 2025, con 25 Top 10, portando tanti punti alla causa del team

Qual è il tuo rapporto con il diabete e com’era nei primi anni?

Ovviamente, quando te lo dicono in ospedale, non è bello ricevere questa diagnosi. Ma io l’ho sempre presa alla leggera e ho cercato di gestirla nel miglior modo possibile. Non l’ho mai visto come un grosso problema o una questione importante. Di certo è qualcosa di cui tutti nella nostra squadra dobbiamo occuparci e richiede molta concentrazione e attenzione. Ma ci si abitua. Se si gestisce bene, il diabete non è qualcosa che influisce così tanto come si pensa, per me, è normalissimo.

Quanto supporto hai trovato dal team Novo Nordisk?

Davvero grande. Tutti, i corridori, lo staff, la dirigenza del team, tutti sanno cosa significa essere un corridore con il diabete e che cosa comporta. Quindi è di grande aiuto il fatto che, in ogni situazione, la squadra sappia cosa sta succedendo e ci sia sempre un medico alle gare. Ma non parlerei solo del diabete, anche per quanto riguarda le prestazioni e il ciclismo penso che la squadra mi abbia dato davvero tanto supporto fin dal primo giorno in cui mi sono unito a loro. Hanno persino adattato un po’ di più il programma di gare alle mie caratteristiche.

Sfida a due per il titolo nazionale. La spunta Vacek, ma la prestazione di Kopecky non passa inosservataSfida a due per il titolo nazionale. La spunta Vacek, ma la prestazione di Kopecky non passa inosservata (foto Instagram)

Sfida a due per il titolo nazionale. La spunta Vacek, ma la prestazione di Kopecky non passa inosservataSfida a due per il titolo nazionale. La spunta Vacek, ma la prestazione di Kopecky non passa inosservata (foto Instagram)

Tu sei il primo corridore che lascia la Novo per passare a un altro team: come gestirai la tua patologia?

Sì, è un momento importante nella storia del team, me lo hanno detto e sono stati molto contenti per questa opportunità. Ma per me, in termini di gestione del diabete, non cambierà molto perché alla Novo Nordisk mi prendevo cura di me stesso. Ho imparato tutto quel che serve, cerco di fare tutto da solo il più possibile. Potremmo non avere un medico a ogni gara e questo ovviamente cambia perché la sensazione di avere un medico con te in gara che sa tutto delle tue condizioni, dà una sensazione di grande sicurezza e questo cambierà. Ma ho già parlato di questo con l’Unibet, sanno bene della mia condizione e anche loro mi hanno supportato molto. Sono di mentalità aperta al riguardo e anche di aiuto. Io però mi sono sempre impegnato a non dipendere da altre persone con questo problema.

Quanto pensi possa essere importante il tuo esempio per chi ha il diabete e vuole fare sport, in particolare nel tuo Paese?

Posso dirti che quasi a ogni gara vedo persone che vengono sul nostro pullman e ci vengono a trovare. Tutti ci dicono che è davvero bello che questa squadra esista e che siamo una grande fonte di ispirazione per tutti loro. Ci raccontano le loro esperienze, siamo un’ispirazione. Facendo quello che facciamo, motiviamo molte persone, portiamo molta speranza a chi viene diagnosticata la malattia e che non sanno se possono continuare a praticare sport. Si rendono conto che la loro vita non è completamente distrutta. Io stesso ho avuto esempi di persone che vengono da me e mi dicono che quello che stiamo facendo è davvero straordinario. Quindi è davvero importante, non solo nel mio Paese, ma in tutto il mondo ed è ciò che mi rende più orgoglioso.

Ben 3 successi nella classifica dei giovani nelle corse a tappe. E' questo che ha convinto l'UnibetBen 3 successi nella classifica dei giovani nelle corse a tappe. E’ questo che ha convinto l’Unibet

Ben 3 successi nella classifica dei giovani nelle corse a tappe. E' questo che ha convinto l'UnibetBen 3 successi nella classifica dei giovani nelle corse a tappe. E’ questo che ha convinto l’Unibet

Sei soddisfatto della tua stagione?

Sono davvero contento, perché ho fatto un altro grande passo. Volevo vincere una gara, ma so che questo non è facile. Il ciclismo è uno sport molto duro e avrei davvero voluto regalare una vittoria alla Novo Nordisk prima di andarmene, ma se si guarda alla mia costanza, ai punti UCI, ai risultati nelle gare importanti, penso che per uno che ha 22 anni, sia stato un buon lavoro e voglio solo continuare a costruire su questo e continuare a crescere. E’ importante guardare il quadro generale e considerare i progressi che ho fatto nel corso delle stagioni.

Come sei approdato all’Unibet Rose e perché hai scelto di cambiare?

Mi avevano adocchiato già da quasi tre anni. Hanno continuato a osservarmi, a rimanere in contatto. Ho sentito davvero che erano una squadra che mi voleva e penso che tutto il mondo del ciclismo possa vedere che è una squadra un po’ diversa da tutte le altre. Ha una mentalità un po’ diversa e anche per questo sta crescendo davvero velocemente. Penso che possa adattarsi al mio livello di prestazioni, ma la cosa che mi piace è che sono davvero disposti a crescere e hanno preso corridori importanti per il prossimo anno perché vogliono progredire molto. Penso che sia il momento giusto per salire a bordo e andare con loro perché sono davvero a caccia di grandi corse e penso che sia un buon abbinamento.

Kopecky ha scoperto di avere il diabete da adolescente, ma non ha mai smesso di fare sport (foto Instagram)Kopecky ha scoperto di avere il diabete da adolescente, ma non ha mai smesso di fare sport (foto Instagram)

Kopecky ha scoperto di avere il diabete da adolescente, ma non ha mai smesso di fare sport (foto Instagram)Kopecky ha scoperto di avere il diabete da adolescente, ma non ha mai smesso di fare sport (foto Instagram)

Quali sono i tuoi obiettivi per il prossimo anno?

Penso che il mio obiettivo generale più grande sarà quello di essere in evidenza nella stagione delle classiche. E’ ciò che si adatta meglio alle mie caratteristiche. E spero di essere bravo soprattutto alla Parigi-Roubaix. E’ davvero la mia grande corsa dei sogni, essere protagonista lì sarebbe fenomenale, ma fare davvero bene lì a livello di risultato sarebbe ancora più pazzesco. Spero solo di arrivare al velodromo di Roubaix ed essere davvero soddisfatto della gara che ho fatto.