Il 2025 di Alessandro Verre, ciclisticamente parlando, è finito prima del previsto a causa di una caduta tanto sfortunata quanto fortunata allo stesso tempo. Durante uno degli ultimi allenamenti della stagione, al termine di una Vuelta corsa all’attacco, una buca a 300 metri da casa gli ha fatto scivolare le mani dal manubrio. Da lì la caduta, la scapola e due costole rotte. Tanto dolore e la fine anticipata delle corse, ma fortunatamente nessuna complicazione ulteriore. 

«Dovevo prendere parte alla Cro Race – racconta il corridore lucano – e al Lombardia, ma ho dovuto saltare entrambi. E’ stato un periodo strano perché di colpo mi sono trovato forzatamente in “vacanza” mentre gli altri correvano. Il giorno del Lombardia (il 12 ottobre scorso, ndr)  è stato quello in cui sono tornato sui rulli per muovere un po’ le gambe».

Alessandro Verre, maglia pois Vuelta, Arkea B&B Hotels, 2025Alessandro Verre durante l’ultima Vuelta ha indossato per qualche tappa la maglia pois dedicata ai GPM

Alessandro Verre, maglia pois Vuelta, Arkea B&B Hotels, 2025Alessandro Verre durante l’ultima Vuelta ha indossato per qualche tappa la maglia pois dedicata ai GPM

Sicuramente un ottobre diverso…

Sì anche perché con una scapola e due costole rotte non avevo modo di fare le mie solite vacanze. Sono rimasto a casa, a riposo completo. Durante l’inverno è difficile che io rimanga fermo completamente, tra camminate e gite ho sempre fatto qualcosa. Quest’anno con il braccio immobilizzato non potevo fare nulla, nemmeno guidare per spostarmi da casa. 

Adesso hai ripreso?

Stavo aspettando che aprisse la palestra, da una settimana e mezzo ho iniziato la preparazione ma in maniera abbastanza tranquilla. Adesso sto ancora evitando esercizi di carico come il bilanciere, per non gravare troppo sulla scapola, preferisco usare i macchinari. 

Verre in azione sul Colle delle Finestre durante la 20ª tappa del Giro 2025, terminata al secondo posto

Verre in azione sul Colle delle Finestre durante la 20ª tappa del Giro 2025, terminata al secondo posto

Un finale indesiderato, ma per il resto che stagione è stata?

Ho capito tante cose, in generale che la salute deve essere sempre al primo posto. E’ inutile inseguire una condizione se non si ha modo di raggiungere un buon livello. Dopo l’Australia, a inizio anno e al Giro è stato così. Inoltre ho avuto il Covid dopo il Giro di Polonia, mi ero negativizzato ma ho fatto parecchia fatica a tornare in forma. 

La situazione dell’Arkea si è fatta sentire?

Devo essere sincero: no. Forse si è notata maggiormente a fine stagione, quando si era capito che per il prossimo anno non si erano trovate soluzioni utili. Durante tutto l’anno il team ha sempre manifestato una certa fiducia nel poter risolvere la cosa. Io ero comunque in scadenza di contratto, di conseguenza stavo cercando una sistemazione in vista del 2026. 

L’Arkea B&B Hotels ha lottato fino all’ultimo per riuscire a proseguire con l’attività (foto Getty)

L’Arkea B&B Hotels ha lottato fino all’ultimo per riuscire a proseguire con l’attività (foto Getty)

Come l’hai vissuta questa ricerca?

Dopo il Giro (concluso con il secondo posto nella tappa del Sestriere, ndr) sembravano esserci tante squadre interessate. Ma poi non si è concretizzato nulla, magari anche perché è mancata continuità di prestazioni da parte mia. 

Riparti dalla MBH Bank-Ballan-Csb, da dove tutto era iniziato…

Sono felice di tornare dove sono stato bene, l’ambiente lo conosco e da parte loro ho visto una gran voglia di crescere. Mi fa piacere anche entrare a far parte di una realtà in continuo sviluppo, dove potrò lavorare con gente nuova e ambiziosa. Il team sa cosa vuole e io so quel che cercano da me. Penso e credo che i risultati possono arrivare lavorando bene e uniti. 

Hai mai pensato di aver lasciato la Colpack troppo presto?

Ci ho pensato, ma non credo di essere diventato professionista troppo presto. Alla fine sono andato a correre in una formazione professional che mi ha fatto crescere anno dopo anno. Nella mia prima stagione non ho praticamente fatto gare di categoria WorldTour, è stato un cammino progressivo. Senza considerare che il professionismo è un treno che passa una volta sola nella vita.

Verre torna e vestire i colori della Colpack, ora diventata MBH Bank-Ballan-Csb, che dal 2026 sarà professional

Verre torna e vestire i colori della Colpack, ora diventata MBH Bank-Ballan-Csb, che dal 2026 sarà professional

Ti sei sentito di salire al volo?

Quando è arrivata la chiamata mi hanno contattato per i risultati ottenuti, chi mi avrebbe mai garantito che sarei riuscito a replicarli? Inoltre ho avuto quattro anni per dimostrare di essermi meritato il passaggio. Ero anche l’unico italiano in una squadra straniera, a volte aver qualcuno con cui parlare e scambiare idee può essere utile. 

C’è voglia di ripartire e dimostrare il tuo valore?

Assolutamente, a gennaio faremo un primo ritiro in Spagna e già ora voglio fare un bell’inverno in cui gettare delle solide basi. Non ho fretta, mi godo ancora un po’ di tranquillità prima di rimettermi in gioco.