L’attaccante del City ha trascinato la sua Norvegia che torna ai Mondiali dopo 25 anni: “A un certo punto gli ho urlato contro. Poi però l’ho ringraziato, mi ha motivato”
Giornalista
17 novembre – 11:30 – MILANO
Un ciclone su San Siro: effetto Haaland, al debutto sul prato verde del Meazza. “Non ha toccato palla per un’ora, poi ha spaccato la porta” ha raccontato Gattuso, sconsolato. “È una macchina da gol” dice invece con un ghigno complice il ct della Norvegia, Stale Solbakken. Il Mondiale dovrà fare i conti con lui, Erling il cannibale, l’esordiente più referenziato che la storia del calcio ricordi.
orgoglio e sollievo—
Dopo aver festeggiato per un’ora la qualificazione, tra campo e spogliatoio, Haaland ha confidato le sue sensazioni alla tv norvegese: “Mi sento orgoglioso per il mio Paese, che non partecipava a un grande torneo da quando io sono in vita”. L’ultima volta era all’Europeo del 2000, quando la Norvegia venne eliminata dalla Slovenia esattamente 30 giorni prima che il drago biondo nascesse: “Ora però prevale più il sollievo, perché sentivo il peso della responsabilità. Sapevo che molto dei destini della nostra squadra dipendeva da me. Adesso posso godermi un po’ la gioia del nostro popolo. E’ un risultato meraviglioso per tutti i norvegesi: dopo la vittoria di San Siro tutte le squadre importanti sanno che siamo imprevedibili e che possiamo fare cose straordinarie”.
scintille con mancini—
La partita contro l’Italia, prima della doppietta che ha scavato la differenza in un minuto, è stata un insieme di spigoli. Con Gianluca Mancini, che lo ha frenato per 75 minuti, il duello si è rivelato molto ruvido. I due hanno discusso spesso durante il gioco. Haaland sottolinea sarcastico: “Mancini mi è sempre stato addosso, mi toccava spesso il sedere. A un certo punto mi sono stancato e gli ho urlato ‘oh ma che cosa fai?’. Ma poi l’ho ringraziato perché mi ha motivato consentendomi di segnare due gol”. Il conto totale, impressionante, è di 55 reti in 48 partite con la Norvegia, 16 dei quali nelle 8 partite di qualificazioni mondiali. Il campione del Manchester City come al solito gioca d’anticipo e si candida già per il Pallone d’Oro 2026.
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