Adesso il centrocampo della Fiorentina è nelle mani di Simon Sohm, e spetterà a lui far ricredere Firenze e trasformare quei 16 milioni in spiccioli

“Pagato tanto? Non mi frega nulla”. Netto come i suoi contrasti a centrocampo, Simon Sohm si presentò così nei primi giorni di settembre. La Fiorentina cercava un grande centrocampista, Pioli fremeva e i 16 milioni versati nelle casse del Parma per lo svizzero fecero non poco clamore a Firenze. Ad aumentare i dubbi sulla cifra spesa dai dirigenti viola contribuirono poi le sue prestazioni: con il passare delle settimane la Fiorentina entrò in crisi e l’ex Parma finì ai margini della squadra, con Stefano Pioli che lo liquidò così: “Non mi sta convincendo, per questo motivo non gioca”. Fino al suo esonero, Sohm non vide più il campo se non in qualche sporadico spezzone finale. Con l’addio di Pioli e l’avvento di Galloppa prima e di Vanoli poi, il centrocampista viola ha trovato sempre più spazio e le sue prestazioni sono cresciute sotto ogni punto di vista: gol contro il Mainz e assist per Piccoli a Genova. Insomma, tutti i presupposti per rivedere rinascere un giocatore pagato tanto.

Il suo arrivo a Firenze nasce dall’esigenza della Fiorentina di sopperire in mezzo al campo ai mancati riscatti (voluti) di Adli e Cataldi. Stefano Pioli voleva un centrocampista top, di calibro europeo, capace di far compiere alla squadra il tanto agognato salto di qualità. Il primo nome nella lista di Daniele Pradè era Yunus Musah, ex Milan poi approdato all’Atalanta per circa 25 milioni di euro: piaceva molto a Pioli, ma il giocatore voleva disputare la Champions League e scelse Bergamo. Stesso discorso per Richards Rios, inarrivabile per il club viola vista la sua ambizione europea. Dopo aver sondato questi due profili, Pradè tentò di convincere Franck Kessié, pupillo di Pioli. L’ex Milan avrebbe voluto lasciare l’Arabia, ma le cifre richieste erano improponibili per le disponibilità economiche del club di Rocco Commisso. Così, alla fine, si optò per Simon Sohm del Parma. Sia chiaro: Pioli apprezzava lo svizzero per caratteristiche e età, ma sarebbe errato considerarlo una prima scelta.

Dal suo arrivo alla Fiorentina, Sohm provò fin da subito a prendere in mano il centrocampo, senza riuscirci. La scelta di Pioli di lasciarlo ai margini, nonostante l’investimento del club, era comprensibile: troppi cartellini gialli, falli e errori. In una Fiorentina che continuava a perdere, per lui non c’era spazio. L’arrivo di Vanoli, però, sembra aver dato nuova linfa all’ex Parma. Con Galloppa in panchina era arrivata un’ottima prestazione, mentre a Genova è parso più pimpante e dentro al gioco della squadra. A favorirlo è anche la filosofia del nuovo tecnico, che vuole una Fiorentina “sporca”, pratica, concreta. Non a caso, al momento lo svizzero si trova molto più in alto nelle gerarchie rispetto a un giocatore come Nicolò Fagioli.

Tutto ciò, però, non basta, e lo stesso allenatore, dopo il pareggio di Genova, ha sottolineato le lacune del centrocampo viola. Guai a parlare di mercato dentro il centro sportivo, ma Roberto Goretti sta monitorando diversi nomi per rinforzare la rosa di Vanoli. Le caratteristiche richieste sono chiare: fisicità e corsa. Non a caso Eric Martel del Colonia, nome già sondato da Pradè in estate, è tornato di moda in questi giorni.

Detto ciò, ci sarà tempo per pensare al mercato. Adesso il centrocampo della Fiorentina è nelle mani di Simon Sohm, e spetterà a lui far ricredere Firenze e trasformare quei 16 milioni in spiccioli.