Livorno, 17 novembre 2025 – Un altro test del finto cliente e una campagna psicologica mirata a mettere pressione al dipendente. Il risultato sono altri due lavoratori licenziati da Pam Panorama secondo metodi che i sindacati non esitano a definire ingiusti e vessatori, un caso che torna ad esplodere dopo quanto accaduto nei giorni scorsi ad un altro dipendente storico di Siena. Stavolta i fatti accadono a Livorno e la denuncia arriva dalla Uiltucs Toscana.

Approfondisci:

Lavoratore licenziato, test del ‘finto cliente’ alla cassa del discount. “Era già la seconda volta”Lavoratore licenziato, test del ‘finto cliente’ alla cassa del discount. “Era già la seconda volta”

La denuncia della Uil: “Utilizzate modalità vessatorie”

“Il gruppo – si legge nella nota del sindacato – sta procedendo con licenziamenti di lavoratori storici, senza requisiti pensionistici, sostituendoli con nuove assunzioni e utilizzando modalità che riteniamo vessatorie”. L’obiettivo, denuncia la responsabile Area Lavoro, Serena Bardi, è “sostituire lavoratori storici – quelli con più diritti, esperienza e dignità – con precari facilmente ricattabili. Questo avviene con contestazioni disciplinari superficiali, accuse inventate e pressioni psicologiche: un metodo sistematico e vessatorio, costruito per isolare e annientare chi lavora con professionalità da decenni”.

Approfondisci:

Parla il papà licenziato in tronco dalla Pam col test del cliente invisibile: “Un trauma per me e la mia famiglia, voglio tornare al lavoro”Parla il papà licenziato in tronco dalla Pam col test del cliente invisibile: “Un trauma per me e la mia famiglia, voglio tornare al lavoro”
Un cliente alla cassa (Foto di repertorio)

Un cliente alla cassa (Foto di repertorio)

I casi di Tommaso e Davide a Livorno

I casi descritti sono due. Il primo è quello di Tommaso, storico dipendente del punto vendita di Corea, colpito dall’ormai famigerato “Test Carrello” trasformato in imboscata. “Ispettori che nascondono prodotti, provocazioni alla cassa, pressioni psicologiche. Una trappola studiata per farlo sbagliare e giustificarne il licenziamento”, scrive ancora Bardi. L’altro lavoratore finito nel mirino è Davide, oltre 20 anni di anzianità, “bersagliato da contestazioni continue e infondate. Un’escalation disciplinare – dice Bardi – costruita ad arte che ha portato al suo allontanamento. Due storie diverse, stesso destino: lavoratori “troppo giovani per la pensione, ma già considerati vecchi da buttare”.

Approfondisci:

Cassiere licenziato dalla Pam: aveva fallito il ‘test del carrello’. La rivolta dei sindacatiCassiere licenziato dalla Pam: aveva fallito il ‘test del carrello’. La rivolta dei sindacati

La posizione del sindacato

“Queste azioni dimostrano la mancanza di coraggio di Pam, incapace di confrontarsi apertamente con i propri dipendenti e pronta invece a ricorrere a metodi punitivi e umilianti. Uiltucs Toscana non resterà in silenzio: porteremo la vicenda davanti a un giudice per rendere giustizia a Tommaso, a Davide e a tutti i lavoratori che hanno subito pratiche costruite per annientarne la dignità. Non ci fermeremo di fronte a comportamenti che offendono l’umanità e i valori fondamentali del lavoro”, si chiude la nota.

Il Pam del centro commerciale Porta Siena

Il Pam del centro commerciale Porta Siena

Il caso di Fabio Giomi al Pam di Siena

Il caso dei test del finto carrello alla Pam era esploso qualche giorno fa a Siena con la denuncia di Fabio Giomi. Il dipendente, assunto nel luglio del 2012, è delegato sindacale dal 2025. “A fine ottobre – aveva raccontato – si sono presentati in cassa alcuni finti clienti per farmi un ’test’. Era la seconda volta, alcuni mesi prima era andato tutto bene. Hanno nascosto piccoli articoli tra le casse di birra e mi hanno contestato di non averli trovati al momento del conto. In base a questo è scattato il licenziamento in tronco. Sono a casa dal 27 ottobre. La vicenda ha creato ansia, frustrazione e preoccupazione anche nella mia famiglia”.

Approfondisci:

“Il finto cliente per incastrare i dipendenti? Un tranello usato dalle aziende, ma il licenziamento è ingiustificato”: trappola al cassiere, parla l’esperta“Il finto cliente per incastrare i dipendenti? Un tranello usato dalle aziende, ma il licenziamento è ingiustificato”: trappola al cassiere, parla l’esperta

Come funziona il test del finto carrello

È un test che le aziende hanno usato e usano tuttora. Il finto cliente si presenta alla cassa con piccoli oggetti nascosti all’interno del carrello, magari inseriti tra prodotti più grandi, per ingannare il cassiere. In questo modo si cerca di verificare se il lavoratore è attento a quello che sta facendo, se è capace di individuare i ladri, o se è capace di non farsi mettere in difficoltà con altri escamotage che qualche ‘furbetto’ potrebbe usare nella realtà. Massimiliano Fabozzi, segretario di Filcams Cgil di Siena: “Ovviamente è un metodo che mette in difficoltà i lavoratori, che non sono poliziotti. Si tratta di un atto unilaterale: decide l’azienda quando e a chi inviare il ‘cliente invisibile’”.