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Redazione Economia
Dopo la pronuncia della Corte Ue sul ricorso della Danimarca l’analisi sullo strumento minimo relativo alle retribuzioni. In Italia non esiste, è demandato ai contratti collettivi. In Olanda è aumentato in due anni del 16%
Il salario minimo è presente in quasi tutti i Paesi europei, ad eccezione dell’Italia, della Danimarca, dell’Austria, della Finlandia e della Svezia, ma con valori e applicazioni molto differenti. La Corte di giustizia dell’Unione europea ha appena confermato la validità «di gran parte» della direttiva sui salari minimi adeguati nell’Ue (ne abbiamo scritto qui), respingendo per lo più il ricorso presentato dalla Danimarca, che contestava l’intervento di Bruxelles in materia di retribuzioni.
Bocciato il meccanismo di adeguamento all’inflazione
«Il ricorso è stato invece accolto là dove la direttiva imponeva un meccanismo di adeguamento all’inflazione o il divieto di riduzione del salario minimo, nei Paesi in cui questo esiste già. Ed infatti la direttiva non impone necessariamente l’introduzione di un salario minimo a quegli Stati membri dell’Unione che siano in grado di dimostrare che il contratto collettivo trova applicazione ad almeno l’80% dei lavoratori di ogni categoria», dice il prof. Vincenzo Ferrante, avvocato dello Studio legale Daverio&Florio, esperto di diritto del lavoro e docente universitario.
In Francia esiste dal 1950
Ma dove c’è il salario minimo e dove no? In Francia e in Spagna esiste già da tempo, rispettivamente dal 1950 e dal 1963, mentre i valori più alti si registrano in Lussemburgo (2.704 euro al mese) e in Germania (2.161 euro al mese). La Spagna, l’Olanda, il Belgio e l’Irlanda in questi anni hanno aumentato gli importi. Svezia e Danimarca, così come l’Italia, seguono modelli basati sulla negoziazione dei contratti collettivi e dei livelli salariali da parte dei sindacati. «L’Italia ha sempre dichiarato di non aver bisogno di un salario minimo perché il contratto collettivo sottoscritto dalle maggiori organizzazioni sindacali resta ampiamente diffuso», spiega Ferrante.
In Germania e in Belgio
In Germania, il salario minimo è stato introdotto nel 2015 e negli anni ha visto un incremento costante arrivando a un totale di 2.161 euro lordi mensili. Si applica a tutti i dipendenti, con alcune eccezioni. In Belgio, sin dal 1975 esiste il reddito minimo mensile medio garantito (GAMMI), che in seguito all’ultima indicizzazione di quest’anno ammonta effettivamente a 2.112 euro lordi. È rivolto ai dipendenti con un contratto di lavoro dai 18 anni in su e che lavorano a tempo pieno.
In Olanda esiste dal 1969
L’Olanda è uno dei Paesi “storici”, con il salario minimo che esiste da ben il 1969. Attualmente il salario minimo mensile ammonta a 2.246 euro lordi registrando in due anni un aumento del 16%. Il salario minimo si applica solo nel caso in cui un dipendente sia assunto con un contratto di lavoro ed è progressivo: dai 15 ai 21 anni aumenta in base all’età, diventando successivamente fisso. Dal 2024, inoltre, l’Olanda ha introdotto un salario minimo orario, al fine di renderlo ancora più equo.
A Dublino
In Irlanda il salario minimo nazionale è stabilito dal National Minimum Wage Act 2000 (2.282 euro al mese lordi), ma verrà sostituito con il salario di sussistenza a partire dal 2026. Per determinare la cifra, il governo irlandese sta adottando un approccio a soglia fissa del 60% del salario mediano, che si stima comporterà un aumento del reddito da 11,30 a 13,10 euro lordi all’ora. Attualmente hanno diritto al salario minimo i lavoratori a tempo pieno, a tempo parziale, temporanei, occasionali e stagionali di età superiore ai 20 anni. Ai dipendenti di età inferiore ai 20 anni si applicano aliquote salariali minime diverse.
In Spagna esiste dal 1963
Il primo salario minimo in Spagna (SMI) risale al 1963. L’importo attuale è di 1.381 euro al mese lordi ed è determinato su base mensile o giornaliera, ma con valori inferiori per i lavoratori temporanei, stagionali e domestici. La Francia è uno dei primi Paesi ad aver introdotto il minimo salariale (attivo dal 1950), valido a tutti i dipendenti che hanno almeno 18 anni, indipendentemente dal contenuto e dalla forma del contratto di lavoro e della retribuzione. Il “salario minimo di crescita interprofessionale” (SMIC) è pari a 1.802 euro lordi mensili (per 35 ore), e si rivaluta in base all’aumento dei prezzi e all’aumento del salario medio.
17 novembre 2025 ( modifica il 17 novembre 2025 | 15:04)
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