di
Filippo Bonsignore

Binaghi: «Torino e il Piemonte hanno fatto un percorso netto straordinario, ma adesso contano gli sponsor, le istituzioni e il bene del tennis»

Il Maestro è sempre Jannik Sinner. Coriandoli, champagne. Si chiude un ciclo ed è già ora di guardare al futuro e al secondo quinquennio italiano delle Finals. Si ripartirà da Torino ma quanto si resterà? Sicuramente nel 2026, quasi certamente nel 2027 — anche se il secondo anno, per il quale mancava solo l’ufficialità, sembra tornato in discussione — prima del probabile trasferimento a Milano fino al 2030. Adesso il campo di gioco diventa Roma e la partita è tra il Governo e la Fitp; l’oggetto del contendere sarà l’applicazione del Decreto Sport, approvato in estate, che cambia la governance del torneo dei Maestri togliendo, con l’ingresso di Sport e Salute e un contributo di 97,5 milioni, l’esclusiva della gestione alla Federazione Italiana Tennis e Padel. Proprio la nuova legge ha rimescolato le carte, frenando un processo che andava nella direzione della conferma di Torino.
Il sindaco, Stefano Lo Russo, conferma: «Avevamo avviato un percorso che era tracciato e che andava proprio nell’ottica di mantenere qui il torneo per altri cinque anni. Il cambio di governance ha mutato i programmi che erano già abbastanza definiti, spero in un ottica di rilancio». Riassunto: «Auspico che il lavoro fatto non venga vanificato e che vi possa essere il risultato che tutti auspichiamo. La città non merita di essere penalizzata ma di proseguire».».

L’impegno di Cirio e Lo Russo

Non si molla presa, insomma, e lo dimostra il fatto che nel bilancio comunale per il triennio 2026-28, che verrà approvato a dicembre, sarà aumentato lo stanziamento per le Finals dagli attuali 1,8 a 2,3 milioni all’anno. Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, assicura: «Faremo tutto quello che serve per tenerle, non ci spaventa nessun argomento, certi che il nostro sia un pragmatismo che premia». Tra sindaco e presidente regionale siede il presidente della Fitp, Angelo Binaghi, di origine sarda, cui Cirio rivolge una battuta: «Il nostro è un approccio molto pratico che credo sia quello che unisce anche il Regno di Sardegna, del quale mi pare non facesse parte Milano…». Sorrisi. Binaghi applaude: «Torino e il Piemonte hanno fatto un percorso netto straordinario che nessuno di noi si era neanche sognato: nessuno pensava di poter trovare qui un decimo di quello che siamo riusciti a trovare. Il mio è un grazie e anche un complimento». E indica i prossimi passi: «Incominceremo ad affrontare il tema del futuro con i tempi giusti. Prima c’è un problema nuovo, il Decreto Sport, che sarà oggetto di confronto con il Governo nelle prossime settimane. Dall’applicazione della legge discendono tutti gli altri tipi di ragionamenti».




















































Abodi: «Clima propositivo»

La discussione in realtà è partita ieri con il pranzo tra Binaghi e il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, che sottolinea: «L’incontro è andato bene. Il clima è propositivo e come per gli Internazionali di Roma si troverà un accordo anche per le Finals». Sulla sede, il numero uno della Fitp chiarisce: «Premesso che nel 2026 saremo a Torino, siamo interessati a fare del torneo un veicolo sempre migliore per lo sviluppo del tennis in Italia e anche un’occasione per i nostri giocatori. Così come l’Atp, ancora più di noi, intende far sì che il valore e la conoscenza di un loro asset possa svilupparsi nel miglior modo possibile». Il numero uno delle Fitp ribadisce che «la sede dipenderà dalla sintesi delle opinioni dei vari stakeholders, Stato, enti locali e sponsor» e conferma che «i riscontri su Torino sono tutti positivi; non mi pare esista un problema sponsor».

La conferma arriva da Nitto, che ha rinnovato il contratto con Atp e sarà title sponsor fino al 2030. «Non so — aggiunge — dove sia il nuovo palasport di Milano; so però che uno dei segreti del successo di Torino è stato l’affrontare ogni problema seriamente, con metodo e rigore». «Dobbiamo abituare il Paese al criterio del merito — rileva il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo —. Quando una manifestazione è di successo penso che sia il primo argomento da tenere in considerazione».


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17 novembre 2025