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Simon Yates ha ottenuto il successo più importante della sua carriera al Giro d’Italia 2025. Il britannico si era presentato alla partenza come outsider, di certo non il favorito in una corsa in cui i pronostici vedevano un duello tra Primoz Roglic (RedBull – BORA – Hansgrohe) e Juan Ayuso (UAE Team Emirates). Già la frazione dello sterrato di Siena ha delineato una situazione diversa, con Isaac Del Toro (UAE Team Emirates) in maglia rosa, mentre le prime salite alpine hanno ridotto il confronto a tre, con protagonisti il corridore della Visma | Lease a Bike e soprattutto Richard Carapaz (EF – EasyPost). Alla resa dei conti, nella ventesima tappa, il messicano si è presentato con un margine di 43″ sull’ecuadoriano, mentre l’inglese inseguiva a 1’21”. Poi il Colle delle Finestre e il falsopiano verso Sestrière hanno scritto una storia diversa, lanciando il classe ’92 verso il secondo Grand Tour della sua carriera, dopo la Vuelta 2018.

Per il ribaltone finale, l’evento decisivo è stato l’attendismo tra Del Toro Carapaz, che si sono marcati a vicenda sul Colle delle Finestre e soprattutto nel falsopiano verso la salita finale. In un discorso a Rouleur Live, Simon Yates ha rivissuto quella giornata, raccontando qualche retroscena: “Prima dell’attacco decisivo, ho detto una cosa al mio direttore sportivo: ‘Ho bisogno che Del Toro e Carapaz si guardino tra di loro. Ho bisogno di costruire un gap’. Penso che fosse la mia unica possibilità. Avevo provato a staccarli prima nella corsa ed erano più forti di me. Avevo bisogno di quel momento di esitazione. Sapevo che Carapaz aveva già vinto il Giro, quindi un secondo o un terzo posto non gli sarebbe importato. Quindi tutto si è messo nel modo giusto per me”.

Oltre alla marcatura reciproca dei due, a far pendere la bilancia dalla parte del britannico è stato un encomiabile Wout Van Aert, che ha atteso il compagno di squadra della Visma | Lease a Bike per scortarlo verso la vittoria del Giro: “Quando ho iniziato ad attaccare, non parlavano molto dall’ammiraglia. Ma quando ho costruito un po’ di margine, avevo bisogno di sapere se fossero insieme, perché se fossero stati insieme avrebbero corso più lentamente. Stavo urlando nella radiolina. Penso che la presenza di Wout abbia distrutto gli altri due. Non era soltanto la sua forza fisica, è stato l’aspetto mentale. Sentire ‘Simon ha raggiunto Wour’. Del Toro e Carapaz stavano già lottando, non erano molto amici già prima”. Il resto è già nella storia del Giro d’Italia e del ciclismo.

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