Roma, 17 novembre 2025 – Su una spiaggia remota dell’Australia occidentale è stata ritrovata una bottiglia sigillata contenente due lettere risalenti al 15 agosto 1916, scritte da due soldati australiani in viaggio verso la Prima Guerra Mondiale. Una delle lettere, indirizzata alla madre di uno dei militari, è perfettamente leggibile. Il ritrovamento, avvenuto dopo ben 109 anni, offre uno straordinario spaccato storico e umano, oltre a rinsaldare legami familiari dopo un secolo.

Soldati nella prima guerra mondiale

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Il ritrovamento e la custodia del tempo

La scoperta è avvenuta il 9 ottobre 2025 a Wharton Beach, nell’Australia occidentale. Una famiglia stava svolgendo un’ordinaria attività di pulizia della spiaggia quando ha notato una bottiglia di vetro con ancora il tappo intatto, apparentemente sepolta nella sabbia fino a poco prima. La bottiglia conteneva due lettere scritte il 15 agosto 1916 da due soldati australiani a bordo della nave HMAT A70 Ballarat, partita da Adelaide diretta al fronte in Europa. Uno dei messaggi recitava: “Having a real good time, food is real good so far, with the exception of one meal, which we buried at sea” (“Ci stiamo divertendo molto, finora il cibo è davvero buono, a parte un pasto che abbiamo seppellito in mare”).

Le condizioni del ritrovamento sono straordinarie: la bottiglia non mostrava incrostazioni marine significative, la carta, seppure danneggiata dall’umidità, manteneva la scrittura leggibile. Gli studiosi ipotizzano che la bottiglia sia rimasta sepolta nella sabbia per decenni, protetta dall’azione del mare.

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I soldati e la lettera che attraversa il tempo

Le lettere furono scritte da due giovani militari australiani, Malcolm Alexander Neville e William Kirk Harley, mentre la nave che li trasportava verso la Prima Guerra Mondiale solcava le acque dell’Australia meridionale. Neville, 27 anni, indirizzò il suo messaggio alla madre, salutandola con un tono sorprendentemente leggero nonostante il destino incerto. Harley, 37 anni, annotò poche righe sul viaggio, firmandosi semplicemente dal mare aperto. Neville morirà un anno dopo, in Francia, mentre Harley sopravviverà al conflitto. Il ritrovamento, più di un secolo dopo, ha permesso ai discendenti di ricevere finalmente parole che non erano mai arrivate a destinazione: un frammento di affetto sospeso nel tempo.

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Oltre la curiosità: la storia, la scienza e il mare

Al di là del valore emozionale, il ritrovamento entra anche nel campo della scienza della deriva marina. Secondo i ricercatori, correnti oceaniche e profili costieri come quelli della Great Australian Bight potrebbero aver contribuito a trasportare o seppellire la bottiglia per decenni prima che la recente erosione delle dune la riportasse alla luce.

L’evento richiama anche l’importanza delle spiagge e del volontariato ambientale: senza l’intervento della famiglia di volontari, l’oggetto sarebbe potuto rimanere ancora invisibile. Inoltre, risveglia riflessioni sul tempo che passa, sul mare come archivio di storie e sulla fragile continuità tra passato e presente.