di
Francesco Sessa

Quella di domenica a Torino è stata l’ultima telecronaca: «Io ho avuto Jannik e Galeazzi no: mi sento in colpa. Carlos è più forte, ma l’altoatesino cresce nei momenti difficili. Cosa non mi piace del tennis di oggi? I giocatori sono inarrivabili, in passato entravo negli spogliatoi durante la Davis»

Jannik Sinner steso a terra sul cemento dell’Inalpi Arena, il pubblico di Torino in festa e quello a casa ancora una volta in estati per un campione che non smette mai di stupire. E poi una voce, rotta dall’emozione: «Prima di salutarvi e dare la linea allo studio, è arrivato il momento di salutare la Rai». Marco Fiocchetti, storica voce, ha chiuso la carriera da telecronista: «Prima che mi commuovo, grazie Rai! Buonanotte e buona fortuna». Un’uscita di scena di livello, dopo un’altra notte storica firmata Jannik Sinner.

Marco, non avrebbe potuto chiedere di meglio dalla sua ultima telecronaca.
«Un trionfo per tutti, anche per me che ho chiuso alla stragrande. Mi ero scritto già tutto, tranne una cosa: “Meglio di così non poteva finire”. Perché non potevo saperlo…».



















































Cosa si prova a togliersi le cuffie per l’ultima volta?
«Emozioni contrastanti. Amo il tennis e raccontarlo con Adriano Panatta lo rende un divertimento, non un lavoro: abbiamo riso e ci siamo divertiti. Lasciare è traumatico, finisce un’era, ma grazie a Sinner ho vissuto anni straordinari».

Quando ha deciso che avrebbe chiuso con le Finals?
«Qualche mese fa. Finirò di lavorare tra un anno e ho ferie in arretrato: largo ai giovani, è il momento del cambio della guardia».

Sembrava commosso alla fine.
«Avevo le lacrime agli occhi mentre leggevo. E c’era Sinner steso a terra: mi sono sentito un po’ come lui».

Quando aveva iniziato a commentare tennis?
«A fine anni ’80, con le radiocronache per il Gr2. Ho fatto tutto: Slam, Masters-1000, Finals, Coppa Davis. Proprio in Davis nel ’92, in Brasile, ho quasi perso una gamba: ho trovato medici bravissimi che me l’hanno riattaccata. Mi sono cappottato con la macchina e sono uscito fuori strada, sulla spiaggia di Maceiò: il mio corpo era tutto fuori, la gamba è rimasta chiusa dentro. Posso dire che ho dato il sangue per il tennis…».

Il suo rapporto con il tennis giocato?
«Non giocavo male, ma non avevo la testa per fare il tennista. Ora barcollo ma non mollo, gioco da fermo».

Proprio la testa è la miglior qualità di Sinner?
«Sì: la mentalità, la dedizione. Alcaraz gioca meglio a tennis, ma si perde durante le partite. Sinner è sempre lì, giocherebbe così anche contro suo padre: quando entra in campo deve vincere a ogni costo. Ieri ha vinto con la testa. Alza il livello nei momenti difficili, quando è spalle al muro».

Chi sceglie tra i big-3?
«Essendo io «anziano» e giocando un tennis antico, devo dire Roger Federer. Federer era e ed è ancora il tennis, pur amando Sinner alla follia».

La nuova popolarità del tennis l’ha portata a essere la voce di eventi seguiti da tutti in Italia.
«Sono appena sceso dall’aereo, tutti mi chiedevano di Sinner. Però non mi piace una cosa: i giocatori sono ora intoccabili, irraggiungibili, inarrivabili. Non sa cosa mi sono dovuto inventare per avere degli autografi di Sinner dopo la mia ultima telecronaca. Ricordo trasferte di Coppa Davis del passato: alla fine del terzo set, quando si fermava il gioco, entravo negli spogliatoi con i giocatori».

Quello di ieri è stato il momento più emozionante?
«Perché era la mia ultima telecronaca, ma in senso assoluto dico la Coppa Davis nel 2023: io e Paolo Canè abbiamo letteralmente pianto in cabina di commento».

Lei è stato un allievo di Galeazzi.
«Sono stato il suo secondo, facevo le interviste a bordocampo. Se penso a lui, mi sento in colpa: io ho avuto Sinner, lui no».

L’insegnamento più grande che le ha trasmesso?
«Prenderla con leggerezza. Fare telecronaca come se fossi al bar con un amico, cercando di avvicinare più gente possibile. So che davanti alla televisione c’è mia mamma che ha 92 anni, devo parlare a lei».

17 novembre 2025 ( modifica il 17 novembre 2025 | 17:32)