di
Alessio Di Sauro
Le voci all’indomani dell’emergenza sanitaria: «Ci dicevano di non temere ma abbiamo amici ricoverati da settimane. Noi anziani siamo spaventati»
Il problema è ciclico, le lamentele anche. «Eppure non ci ascolta mai nessuno». Tra i residenti del quartiere San Siro la consapevolezza dell’emergenza non è ancora affiorata, ma il nuovo allarme non sorprende. Alla notizia del focolaio i più fanno spallucce: «La legionella? Ancora?», è il ritornello nel dedalo che collega le vie Rembrandt e Martinetti, Tracia e Preneste.
«Chiunque abiti qui ha un conoscente che negli ultimi due anni è stato ricoverato per il batterio — commenta la signora Anna, anni 81, cane a spasso in via Morgantini —, questa volta non siamo stati avvisati». Non direttamente, almeno: «La cosa va avanti da tempo, un’amica di mia figlia è al Sacco da tre settimane —, s’intromette Luisa, coetanea e compagna di passeggiata. È stata molto male, e non supera la quarantina. Non so che cosa potrebbe accadere a persone della nostra età». Precauzioni? «Non sappiamo quali prendere — chiosano all’unisono —, in questi casi sarebbe opportuna una campagna informativa adeguata».
Spostandosi di poche centinaia di metri, in via Preneste 1 la perplessità pervade i dirimpettai di quella che fu la casa dell’anarchico Pinelli. «Non ne so nulla, mi preoccupano il Covid e gli scarafaggi» sentenzia il signor Angelo, richiudendosi il cancello del condominio Aler alle proprie spalle. Cancello da cui fa capolino Farsana, lei originaria dell’Iran, in uno stabile abitato da tanti stranieri. «Qualcuno ha bussato pochi giorni fa per dirci di non bere acqua del rubinetto — spiega —. Abbiamo chiesto il perché, ci è stato risposto genericamente che c’era un problema con l’acqua». Al numero due di via Tracia la disamina è più articolata. Maria Ialongo, 74 anni, si affaccia dalla finestra al pianterreno. «Un’inquilina del terzo piano è ricoverata da almeno due settimane — dice —. Sono mesi che chiediamo lumi all’amministratore di condominio. Ci ha risposto che l’acqua è a posto, che non dobbiamo temere nulla. Non oso pensare che cosa sarebbe accaduto se avessimo dovuto temere qualcosa. Abbiamo paura, ma a nessuno importa niente».
Il Municipio 7 al momento non prevede azioni informative e rimanda la responsabilità alle autorità sanitarie. La presidente Silvia Fossati fa sapere: «La gestione di misure e interventi in questi casi compete ad Ats».
L’ultimo focolaio di legionella in città risale a quest’estate. Il batterio in quel caso ha colpito un altro quartiere con case popolari a Crescenzago, in via Rizzoli. In quel caso tutti i contagiati abitavano negli stabili di Mm. La partecipata di Palazzo Marino ha eseguito interventi di disinfezione straordinaria degli impianti, una volta emerso il cluster. Il bilancio dell’Ats di fine luglio registrava un morto e nove contagiati.
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18 novembre 2025 ( modifica il 18 novembre 2025 | 08:32)
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