DOLORE

Nel giro di 48 ore l’infezione non ha lasciato scampo a Lina Andrulyte. La 45enne lascia la figlia Martina e il marito Carmelo

La comunità di Cologne è sotto shock per l’improvvisa morte di una giovane madre di famiglia di 45 anni. Nel giro di 48 ore dalla diagnosi Lina Andrulyte è stata uccisa da una forma di meningite fulminante. Ieri il paese si è fermato per porgerle l’ultimo abbraccio. Originaria di Kelmé, in Lituania, Lina aveva scelto la provincia di Brescia come sua casa da molti anni. Qui aveva costruito una vita insieme al marito Carmelo Abbate e alla figlia Martina, intrecciando legami profondi con la comunità. La famiglia, composta anche dalla madre Eugenija, dalle sorelle, dai suoceri Margherita e Francesco, dai cognati e dai nipoti, è ora segnata da un dolore improvviso e inaspettato, condiviso da chi l’aveva conosciuta. La meningite, infiammazione delle membrane che proteggono cervello e midollo spinale, può svilupparsi con estrema rapidità. In pochi giorni l’infezione ha stroncato Lina, lasciando sgomenta la comunità di Cologne. Nonostante la gravità della patologia fosse nota agli specialisti, la rapidità con cui si è manifestata ha reso impossibile ogni intervento.

Una vita spezzata troppo presto

Chi conosceva Lina la ricorda per la sua gentilezza, la dedizione alla famiglia e la capacità di creare legami autentici con le persone intorno a sé. La sua vita, lontana dalla terra natia ma profondamente radicata nel Bresciano, è stata spezzata troppo presto, lasciando un vuoto che la comunità e la famiglia sentono in modo tangibile. A migliaia sono state le dediche e i ricordi per lei, sui social nei giorni che hanno preceduto il suo funerale. Nel necrologio pubblicato dalla casa mortuaria, i familiari hanno voluto ringraziare le tante persone che hanno ricordato Lina nella preghiera e che si sono unite al dolore della famiglia. La tragedia che ha colpito Lina è «un doloroso promemoria della fragilità della vita e dell’importanza del sostegno reciproco nelle comunità», è ricordato dal sacerdote durante l’omelia. Gli accertamenti hanno stabilito che la donna è stata colpita da una forma di meningite batterica. Al contrario di quella virale non è stato necessario dunque procedere con il protocollo di profilassi tra le persone entrate in contatto con lei durante l’incubazione, in quanto non sono possibili forme di contagio.