Nell’affollato panorama dei robot aspirapolvere e lavapavimenti, il Roborock QR598 ha una missione chiara: capitalizzare le principali innovazioni tecnologiche di questi ultimi tumultuosi anni e interpretare il ruolo del “campione” del rapporto qualità/prezzo. L’abitudine di DDAY – non necessariamente corretta – è quella di testare i top di gamma, che quindi integrano tutte le tecnologie possibili. In questo caso invece, siamo alle prese con un robot della serie Roborock QV/QR, aspirapolvere e lavapavimenti tutto-in-uno, dotato di una docking station multifunzionale espressamente pensato per chi vuole questo tipo di aiuto domestico pur con un budget contenuto. Si tratta di un modello che Roborock riserva al mondo retail e dei siti ecommerce delle insegne fisiche come MediaWorld, Unieuro ed Euronics. E abbiamo scoperto un robot tutt’altro che “spartano”, certo non con tutti i gadget tecnologici dei top di gamma, ma con un livello di prezzo che è a un terzo. E la cosa non può che essere interessante.
Un robot completo con base aspirante e autopulente
Il Roborock QR598 è un robot aspira e lava pavimenti con stazione di svuotamento e pulizia a asciugatura panni automatica. Funzionalità che fino a un paio di stagioni fa erano appannaggio dei modelli top di gamma a prezzi spesso nei pressi dei 1000 euro. Qui parliamo invece di un apparecchio resta di listino subito sotto i 500 euro ma che, con qualche promozione di stagione, potrebbe anche riuscire ad avere un prezzo con un 3 davanti.
Si tratta di un modello a singolo rullo per l’aspirazione e due panni in microfibra circolari rotanti. C’è una sola spazzolina anteriore rotante, sulla destra, con layout asimmetrico per far convergere i detriti verso il centro.

Inoltre i mop non sono estensibili verso l’esterno, come invece fanno alcuni prodotti per raggiungere al meglio anche gli spigoli non solo per le fasi di aspirazione ma anche per quelli di lavaggio.

D’altronde qualche aspetto di razionalizzazione rispetto ai top di gamma ci deve pur essere; ma va pesato anche il fatto che queste “semplificazioni” riducono le parti in movimento e gli attuatori, rendendo il robot meno vulnerabile ad eventuali guasti meccanici.
La potenza di aspirazione è di 8000 Pa, quanto basta per garantire buone prestazioni per detriti, polvere e sporco da pavimenti duri, piastrelle, tappeti e moquette. Per ottimizzare questa performance, utilizza una spazzola principale singola interamente in gomma (quella rossa in foto). Questa spazzola, a differenza delle spazzole a setole utilizzate da molti altri robot, è stata progettata – secondo quanto descritto da Roborock, per evitare efficacemente l’aggrovigliamento dei capelli, riducendo la necessità di manutenzione frequente e pulendo con efficacia diversi tipi di pavimenti e tappeti.
Per quanto riguarda il lavaggio, come dicevamo, il dispositivo integra un sistema di Mop girevoli e sollevabili.

Questi mop possono raggiungere una velocità di rotazione fino a 200 giri al minuto e hanno la capacità di sollevarsi automaticamente fino a 1 cm per evitare di bagnare i tappeti o quando il robot sta solo aspirando.
Prima della prima pulizia, il robot esegue una mappatura rapida, completando la mappa della casa e la segmentazione in ambienti senza pulire: l’operazione, completata grazie al LiDAR presente sul sistema è decisamente veloce (un’abitazione di 140 metri quadrati viene mappata in meno di 10 minuti) ed si è rivelata particolarmente precisa: il robot non deve “battere” tutto il pavimento ma gli basta passare un po’ in tutte le zone al centro della stanza per avere un’idea 3D degli ambienti.

Particolarmente stupefacente il riconoscimento dei singoli ambienti: è una delle prime volte, nelle tante prove fatte, che non è necessario andare a fare piccole correzioni sulla mappa.
Questo è il risultato della scansione rapida. La mappa può essere rappresentante in 2D con colori differenziati a seconda degli ambienti.
La visualizzazione può anche essere 3D
Per quanto riguarda le case multipiano, il robot è in grado di memorizzare fino a quattro livelli. Il sistema può anche rilevare e suggerire automaticamente zone vietate in prossimità di scale o in luoghi a rischio blocco, anche se questa funzione potrebbe manifestarsi solo dopo che il robot ha riscontrato dei problemi: a noi non è successo.
Il riconoscimento degli ostacoli dovrebbe essere inferiori ai top di gamma. Ma ci soddisfa a pieno
Per evitare gli ostacoli, il robot impiega il sistema denominato Reactive Tech Obstacle Avoidance, che dovrebbe essere un livello inferiore rispetto a quello, potenziato dal riconoscimento ottico e AI degli oggetti dei top di gamma. Questo sistema utilizza un sensore frontale, potenziato da una luce, che mette in condizione il robot di navigare e rilevare ed evitare i comuni ostacoli sul pavimento anche al buio.
Nei nostri test, il Roborock QR598 è stato in grado di portare a termine sempre le missioni anche operando in buio totale senza allungamenti sostanziali dei tempi di copertura, cosa che non ci saremmo aspettati con un prodotto di questa fascia e che invece è uno dei talloni di Achille di apparecchi molto più titolati.
Secondo il produttore, il Reactive Tech offre una capacità di evitamento degli ostacoli più di base rispetto ad altri sistemi Roborock più avanzati. In verità, ai nostri test, fatti con una ciabatta, uno strofinaccio e un calzino, il robot è stato precisissimo nel riconoscerli e girarvi attorno in maniera attenta, praticamente senza neppure toccare l’ostacolo.
Se l’avesse fatto, trattandosi di oggetti leggeri, si sarebbero spostati insieme al robot senza attivare il sensore meccanico di urto. Come si vede nella sequenza qui sotto, lo strofinaccio non viene toccato (resta sempre nella stessa forma e posizione) e il robot lo costeggia passo passo.
Lo stesso accade con la ciabatta e il calzino, come si vede nella sequenza.
Da questo punto di vista siamo quindi molto contenti della resa del robot.
Probabilmente con oggetti più piccoli, la gestione degli ostacoli potrebbe dare più grattacapi, ma in tutte le nostre prove, il QR598 se l’è sempre cavata molto bene.
Anche la prova del “tappetino del bagno”, un banco di prova dei più difficili per i robot che testiamo, è stato superato: il robot ha provato ad aspirare sul tappeto-trappola, riuscendoci anche in buona parte.

Ma la cosa più importante è che non ne sia rimasto intrappolato, come successo con altri modelli ben più costosi, ultimo tra i quali il DJI Romo: il Roborock, ai primi accenni di blocco, ha applicato una strategia di rotazione su se stesso attivando una sola ruota per volta e sbrigandosela sempre, dimostrando una resilienza alle difficoltà rara.
Dopo aver pulito il bagno, il robot torna verso la base senza essere rimasto incagliato nelle insidie del tappetino.Una docking completa che asciuga a freddo
Un elemento fondamentale è la docking station multifunzionale, che integra un sacchetto per la raccolta dei detriti e due serbatoi di acqua con un sistema di controllo del livello, uno da 4 litri per l’acqua pulita e uno da 3,4 per quella sporca.

La stazione esegue il lavaggio automatico dei mop e l’asciugatura ad aria, il cui tempo predefinito è di 6 ore, non breve. Ma va detto che, contrariamente ai modelli più evoluti, l’asciugatura si ottiene per pura ventilazione a freddo, senza riscaldamento. Questo comporta tempi di asciugatura più lunghi, per possono essere anche modulati per ambienti particolarmente umidi, ma consumi molto più bassi: la base, infatti, impegna meno di 10 watt durante la detersione dei mop.
Il consumo durante il lavaggio dei mop
Il consumi scendono addirittura a circa 4 watt durante l’asciugatura, operazione che sì è lunga ma è anche abbastanza silenziosa.
Il consumo durante l’asciugatura dei mop
I robot che asciugano a caldo impiegano meno tempo ma hanno consumi di almeno 10 volte superiori a quello del QR598.
L’app è completa ma uguale a tutte le altre dei produttori cinesi
L’app di Roborock non è una sorpresa, oramai. Sia perché è comune a tutti i modelli dello stesso brand. Ma anche perché l’impostazione è assolutamente identica a quella utilizzata dai principali marchi made in China. Non sappiamo se dipenda dal fatto che i produttori si imitino sugli aspetti software, se lo sviluppatore delle app è lo stesso o se addirittura siano comuni anche alcuni team di progettazione e produzione. Ma l’impostazione è precisamente la stessa: scorciatoie programmabili in basso nella splash screen, mappa e dettaglio delle operazioni da compiere nella schermata successiva.
Il funzionamento è facile: si sceglie la modalità di pulizia (solo aspirazione, solo lavaggio, aspira e lava), le intensità di aspirazione e lavaggio, il numero di passate e altri parametri; si seleziona poi se applicare l’intervento su tutta la casa, solo su alcune stanze o su zone specifiche (dove per esempio può essere caduto qualcosa e serve pulire), facilmente configurabili sulla mappa. E infine si preme “play” per far partire l’intevento.
La nostra prova sul campo: promosso per le pulizie ricorrenti ma non è accurato sugli angoli
Il Roborock QR598 non ha le linee futuristiche e sofisticate di altri modelli: è il classico robot nero senza grossi guizzi.

Ma alla fine a un robot, che resterà probabilmente confinato in uno sgabuzzino, chiediamo davvero di essere “sexy”? La cosa importante è che funzioni: il LiDAR a torretta è comunque una soluzione già testata su tante piattaforme e assolutamente la migliore per la navigazione della casa. Per fortuna il profilo dell’apparecchio è molto basso e quindi gli zoccolini di molti mobili (e sicuramente di quelli della cucina) sono OK ben gestiti.
Alla partenza per una missione di lavaggio pavimenti, il robot resta fermo qualche minuto nella base a “pulire” i mop. In realtà i mop sono già puliti dalla missione precedente, ma questa operazione – molto furba rispetto a quanto fa certa concorrenza – serve a prebagnare i mop che così sono pronti sin da subito a un lavaggio efficace. Questo da un lato permette di avere il robot a pieno servizio sin da subito, senza aspettare che i panni si imbevano a bordo e dall’altro lato aumenta l’autonomia operativa, visto che il 80ml del serbatoio interno vengono usati solo per continuare a tenere i panni bagnati e non per la prima umidificazione.
La navigazione è uno degli aspetti vincenti di questo robot: va a destinazione, verso l’ambiente designato, in maniera spedita; copre gli spazi con metodo, facendo prima il contorno e poi con un movimento regolare “vai e torna” che non lascia zone scoperte. Il risultato è certamente una buona pulizia, per lo meno di tutte le parti facilmente calpestabili.
Una zona appena pulita dal Roborock QR598: il risultato è anche agli occhi decisamente soffisfacente
Il QR598 si dimostra anche agile nello stretto, tra le gambe delle sedie, dove riesce a dare una copertura decorosa evitando sempre di rimanere incastrato.
Il funzionamento è decisamente silenzioso, non disturba particolarmente anche se usato in presenza di persone. I messaggi vocali (disponibili anche in italiano) permettono di capire cosa stia per fare il robot. Inoltre la base, nel nostro caso, è stata ritrovata sempre con facilità, salvo quando, per errore, avevamo staccato la spina: il robot a quel punto, come se gli mancasse un radiofaro, non è stato in grado di riagganciarsi alla base (operazione che quindi non avviene su base solo ottica) ma si è “accontentato” di fermarsi in stallo a pochi centimetri da essa, dando un messaggio di errore.
La pulizia è buona, i pavimenti dopo il lavaggio risultano assolutamente puliti e uniformi, senza striature né sbavature. Noi abbiamo usato il solito mix di acqua e ammoniaca profumata, ma nulla vieta di usare altri detergenti non schiumosi, tra cui anche quello originale Roborock.
Le nostre prove hanno riguardato sia la pulizia su detriti grossolani (briciole di pane e altro in cucina dopo un pasto) che interventi di manutenzione ordinaria su pavimenti apparentemente non contaminati, ma certamente impolverati: risultati validi in entrambi i casi, pur con una nota importante che riguarda i contorni della stanza.
Infatti, l’aspetto in cui questo robot viene messo più in difficoltà è la copertura degli spigoli e in particolare degli angoli. Il fatto che né la spazzolina anteriore né il mop posteriore abbiano un braccio estensibile, impedisce al robot di coprire esaustivamente gli angoli. Lungo gli spigoli va meglio grazie alle spazzole anteriori molto lunghe, che riescono a toccare il bordo, ma la funzionalità di lavaggio resta a qualche centimetro dalla parete. A meno che non si scelga la modalità a doppia passata: in questo caso il robot fa due reticoli di passaggi, uno in una direzione e l’altro nella direzione ortogonale. In questo modo arriva a toccare ogni parete anche con il posteriore che ha i mop quasi a filo. Ma in ogni caso non si arriva al 100% della superficie coperta. Una cosa normale nelle prime generazioni di robot lavapavimenti, ma che adesso vediamo come un limite proprio in virtù delle prestazioni dei top di gamma, che però portano con sé scontrini di acquisto ben più corposi.
Abbiamo voluto – con grande “cattiveria” – mettere alla prova il robot in pura asapirazione con la terribile farina di riso: sottilissima ma non leggera come quella di frumento, lascia tracce ovunque e non è così facile da aspirare. Ma dà la possibilità di capire bene quali aree il robot non riesce a coprire.
Il robot sta per “aggredire” una zona sulla quale abbiamo distribuito della farina di riso che ci permetterà di distinguere le zone coperte da quelle trascurate
Il risultato è chiaro: al di la di qualche scia che sarebbe stata poi raccolta con un secondo passaggio e della farina entrata nella profonda fuga, è chiaro come una porzione dell’angolo non venga aspirata.
Il passaggio a umido attorno ai mobili fa vedere, invece, dove si fermi la funzionalità di lavaggio, che non raggiunge lo spigolo.
È forse questo l’unico limite – tollerabile – di questo prodotto che si candida a diventare un vero campione di rapporto qualità prezzo, che per il resto si è dimostrato affidabile, silenzioso e davvero ben progettato.