L’attore, tifosissimo azzurro, analizza il momento dei campioni d’Italia: “De Laurentiis ha parlato delle tre C, ma in realtà voleva dire tre V: vincere, vincere e vincere”
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18 novembre 2025 (modifica alle 14:12) – MILANO
Non ci sarebbe niente da ridere: “E infatti”. E infatti Alessandro Siani prova a essere terribilmente rigoroso, perché il calcio pure per lui resta “la cosa più seria tra le meno serie”. Non ci sarebbe poi neppure da ironizzare in questo momento, ovvio che no, perché le sconfitte sono ferite sulle quali è vietato lanciare il sale della satira: “E poi con il Napoli non si scherza”. E però è anche vero che qui non siamo alle “Fake News”: è tutto terribilmente vero che intorno al Napoli ci sia un’aria greve, che qualcosa sia successo in questi ultimi otto giorni. Le uniche “Fake News” si ritroveranno in teatro – da Napoli a Bari, da Milano a Roma a Palermo, anzi in tour in tutta Italia -, lo show interpretato da Alessandro Siani da dicembre, “quando il Napoli sarà tornato se stesso”. E sarà possibile sorridere, forse, a quel punto.
Come se la passa, calcisticamente, Alessandro Siani, tra una prova e un’altra?
“Con fiducia e preoccupazione. La fiducia starà nell’atteggiamento sempre orgoglioso che la squadra del Napoli mostrerà ogni volta che scenderà in campo; la preoccupazione deriva dalle tante sconfitte che ci stanno un pochino confondendo”.
Però, non potete lamentarvi: due scudetti negli ultimi tre campionati.
“E per un anno intero, quello del quarto scudetto, con la dimostrazione di forza che i calciatori davanti agli avversari e soprattutto a noi stessi hanno saputo offrire. E, comunque, nei discorsi che si sentono in giro, ora va di moda quello sulla differenza tra giocare bene e perdere e giocar male e vincere: vi sembrerà una banalità, ma i tre punti fanno tutta la differenza e ti cambiano la giornata, non solo quella di campionato. E a me, come a chiunque altro, credo che alla fine interessi solo il risultato”.
De Laurentiis in campo in difesa di Conte, invocando le tre C.
“Mi sembra giusto l’intervento, anche per sostenere le scelte dell’allenatore. Però io sulle tre C – immagino siano ‘cazzimma’, cuore e Conte – ho un dubbio. Secondo me, Aurelio voleva dire le tre V: vincere, vincere e vincere. Mi sembra lo slogan che tutti i tifosi amano e che finisce per mettere sempre d’accordo. Poi chi se lo ricorda il bel gioco…”.
Conte è tornato a casa, cioè a Castel Volturno.
“Si è preso un po’ di pausa, vale per tutti gli artisti. Mica puoi stare sempre sulla scena. È passata la nottata”.
Sono stati giorni duri, con lo sfogo di Bologna che ha dominato la scena…
“Conte vale tanto oro quanto pesa. Ci ha abituato in questi suoi sedici mesi a un mix di grinta, di protezione, di passione che si spinge ben oltre l’immaginabile pensiero sportivo”.
L’ha eletto a idolo, insomma.
“Conte è un talento vero, perché entra nella testa dei calciatori. E qui si parla quindi di umanità. Penso che pochi altri siano come lui, capaci di leggere in anticipo le situazioni, pure quelle che possono diventare allarmanti. E ciò che all’esterno appare esagerato, in realtà diventa visione lucida di chi deve esorcizzare il pericolo”.
E comunque, sempre Conte, non l’ha toccata piano.
“Ha intuito, anzi ha capito che c’era stanchezza, che bisognava intervenire e lo ha fatto a modo suo. Ha voluto scuotere l’ambiente, per spingerlo a caricare la squadra e a starle vicino. Napoli è città vulcanica, qua non pensate che ci sia solo o soprattutto zolfo o iodio, noi abbondiamo in fosforo. Non dimentichiamo! E Conte è un maestro nello stimolare i calciatori. Lo scudetto dell’anno passato appartiene quasi al mondo dell’impossibile, l’abbiamo conquistato credendoci fino all’ultimo secondo della trentottesima di campionato. Un capolavoro da campioni d’Italia”.
Non sembra preoccupato dalle avversarie.
“Fingo, per sorvolare. Ma io lo so che c’è tanta incertezza, come dice la classifica più della passata stagione, quando alla fine rimanemmo noi del Napoli e l’Inter. Stavolta sarà diverso e Conte l’ha intuito da tempo”.
“Come dicono i giornalisti, le solite note. Mettetele voi nell’ordine, anzi ve le dico come la sento: Inter, Milan, Juventus e pure la Roma. Sono grandi avversarie che in molti casi hanno l’abitudine di lottare per il vertice. Sono concorrenti che hanno calciatori di qualità, non hanno paura del palcoscenico e ci sanno stare. Poi basta dare un’occhiata e si vede, stiamo tutte quante lì, domenica sera ci sarà il derby di Milano per dirne una. In un fine settimana si può passare da uno stato d’animo all’altro”.
Se si fa un giro in infermeria non le viene voglia di sorridere.
“Mi dispiace per De Bruyne, Anguissa, Lukaku, per quelli che hanno avuto problemi fisici in questi mesi in cui è sembrato che la sfortuna avesse preso di mira soltanto noi. E allora visto che i flessori e i bicipiti femorali si sono bruciati, il Napoli lascerà che in campo scenda il cuore, muscolo che copre ogni affanno e permette di tornare a respirare lassù, al primo posto, dove si sta meglio che al terzo”.
Cosa suggerirebbe all’esterno?
“Ci vuole calma. E poi tra poco arriva gennaio, con una campagna acquisti efficace, riusciremo a fronteggiare l’emergenza. Il Napoli non è si risparmiato, ha acquistato attori di primissima fascia. Solo che qualcuno si è fatto male e pazienza: guarirà e tornerà più forte di prima. Noi li aspettiamo De Bruyne, Lukaku, Anguissa e pure Meret, Gilmour e Spinazzola, ci mancherebbe”.
L’ottimismo sembra aria per Alessandro Siani.
“Quando sarà sparita questa tensione, la gioia sarà doppia: godiamoci questo campionato vincendo e convincendo. Proprio come l’anno scorso. Noi siamo il Napoli e lo confermeremo”.
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