Nel 2023, in Italia 2349 sono le persone che risultano positive al test HIV per la prima volta pari a un’incidenza di 4 nuove diagnosi su /100mila residenti: 163 nuove infezioni in Veneto. 

Il reparto di Malattie Infettive a Treviso segue attualmente 1100 persone che vivono con HIV offrendo diagnosi, terapia antiretrovirale e supporto multidisciplinare. Nei primi 10 mesi di questo anno, 26 sono le persone che sono risultate positive al test HIV per la prima volta: sono prevalentemente maschi che hanno contratto il virus attraverso rapporti eterosessuali e nei 2/3 dei casi le diagnosi sono state tardive, perché sono passati diversi anni dal momento dell’infezione all’esecuzione del test. Hanno in media 40 anni: 23 il paziente più giovane e 70 il più anziano. Per ridurre le nuove infezioni è fondamentale incrementare lo screening, l’accesso tempestivo alle cure e la prevenzione anche alle persone più avanzate di età con una bassa percezione del rischio di contrarre l’HIV per via sessuale. Oltre al preservativo, oggi abbiamo un’altra arma disponibile che è la PrEP (Profilassi Pre-Esposizione): si tratta di farmaci ad azione antiretrovirale assunti come prevenzione da persone HIV negative che presentano un elevato rischio di contrarre l’infezione.

L’ASSOCIAZIONE

L’Aids rimane dunque una malattia estremamente attuale, affrontata oggi nella Marca grazie all’impegno sinergico di Anlaids nazionale e Anlaids Treviso intenzionate a combatterne lo stigma attraverso i valori dell’arte, della cultura, dell’inclusività e della conoscenza.

Anlaids, associazione che nel 2025 compie 40 anni, supporta con cure sanitarie e assistenza psicologica le persone che vivono con HIV, mentre Anlaids Treviso esiste dal 2010. Guidata dalla dottoressa Maria Cristina Rossi, è intitolata al dottor Rodolfo Fuser infettivologo trevigiano che ha dedicato alla malattia un cospicuo impegno. Nel 1995 la prima campagna di prevenzione ideata da Moschino con il famoso abito con l’iconico corpetto indossato dall’allora modella e storica presidente di Anlaids, Fiore Crespi, milanese ma residente a Treviso e presente lunedì 17 novembre all’inaugurazione del progetto a Villa Carisi. Ancora molto attiva nel volontariato, Fiore Crespi ha avuto il merito di rompere il silenzio attorno a questa malattia-tabù, diventando il manifesto della lotta rivoluzionaria contro un virus che ha cambiato il mondo, avviando un percorso scientifico unico che oggi consente alle persone che vivono con HIV di vivere serenamente se assumono in maniera corretta la terapia antiretrovirale.

La presidente Maria Cristina Rossi.jpeg-2

LA RASSEGNA

Il programma dell’iniziativa inizierà venerdì 21 novembre con lo spettacolo di raccolta fondi con Leonardo Manera, in programma venerdì 21 alle 20.30 presso l’Auditorium di Fondazione Cassamarca (Appiani), per concludersi sabato 22 con un susseguirsi di momenti che nell’insieme faranno emergere il tributo della moda e della creatività alla malattia.

Alle ore 11 di sabato 22, nella sala Zanini del Museo Bailo, alla presenza del presidente di Anlaids nazionale Luca Butini e di altri importanti esponenti del mondo della moda, si svolgerà la premiazione dei 3 creativi vincitori del concorso promosso da Anlaids “L’Abito-Prevenzione”: Margherita Figini, studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, Ludovica Bertolino, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Roma, e Renato Sartoretto, creativo indipendente. Sempre al Bailo, in mattinata, in una cornice scenografica del tutto particolare, con la mostra “Memorabilia & mirabilia. Vite parallele di Fiore Crespi e Franco Moschino”, prenderà forma l’omaggio alle figure di Moschino e Crespi, che nella moda hanno saputo trovare uno strumento per parlare a tutti di salute sessuale e prevenzione. Sarà mostra nella mostra che resterà aperta fino all’11 gennaio, corredata dagli scatti indimenticabili di Gian Paolo Barbieri, fotografo recentemente scomparso, con bozzetti originali di Moschino e momenti iconici della vita di Fiore Crespi. Nel pomeriggio di sabato 22, alle ore 15 (con anteprima riservata alla stampa alle ore 14) si terrà l’inaugurazione della mostra “HABITUS. L’abito come strumento di prevenzione” (Museo Nazionale Collezione Salce, sede di S. Gaetano): oggetto dell’esibizione i 36 figurini finalisti del concorso “L’Abito-Prevenzione” e i tre abiti realizzati dai tre vincitori grazie al premio in denaro messo a disposizione dall’associazione, esposti fino all’11 gennaio 2026.

Dopo la tappa di Treviso, la mostra – a cura di Sebastiano Bazzichetto – viaggerà in altre importanti città d’Italia come Venezia, Padova, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli, creando un’occasione unica di riflessione e incontro tra artisti, istituzioni, scuole e cittadinanza in un dialogo aperto e contemporaneo sul tema della prevenzione e della salute. Se lo spettacolo “Corto Circuito” di venerdi 21 all’Appiani (biglietti ancora disponibili) parla dell’inquietudine e delle contraddizioni dell’uomo moderno, affrontando con umorismo i paradossi della nostra epoca digitale, la mostra intende stimolare una riflessione visiva e simbolica sull’HIV, sulle infezioni sessualmente trasmissibili e sull’importanza di una comunicazione efficace non stigmatizzante. Altro evento collaterale, anch’esso curato da Sebastiano Bazzichetto: l’installazione di un’opera d’arte concettuale con una cassa sonora di forma sferica, dalla serie ‘Hearing Silence’ (Ascoltando il silenzio) dell’artista ispano-berlinese Samuel Perea-Diaz che con i suoi impulsi, diventa metafora dei decessi per cause legate all’ AIDS. L’opera verrà presentata “spenta”, non connessa alla rete internet, come segno di protesta verso la decisione di ridurre i fondi ad U.N.A.I.D.S, il programma delle Nazioni Unite volto al contrasto e alla prevenzione dell’HIV.

IL COMMENTO

Maria Cristina Rossi, infettivologa, presidente di Anlaids Treviso, conclude: «Ho cominciato a occuparmi di questo virus agli inizi degli Anni ‘90 quando la mortalità arrivava al 99% mentre oggi con orgoglio e commozione, grazie alla terapia, posso vedere i miei pazienti vivere una vita normale con progetti di vita familiari e lavorativi compreso quello di diventare genitori, di invecchiare in buona salute e di non trasmettere il virus anche attraverso rapporti sessuali non protetti (U=U, Undetectable=Untransmittable). Nonostante tutti questi progressi – ancor oggi – parlare di HIV costituisce tabù: è poco conosciuto o sottovalutato dalle nuove generazioni e i meno giovani sono legati alle informazioni e alle drammatiche vicende degli Anni 80/90 con le “categorie a rischio”, lo stigma e la paura del contagio anche attraverso il bacio o la stretta di mano. Ma una malattia non scompare solo perché ignorata: 40 milioni vivono oggi con HIV nel mondo (UNAIDS), 140.000 in Italia (COA) di cui 15mila però non lo sanno: un tema cruciale per la prevenzione e la diagnosi precoce. L’ignoranza, porta poi allo stigma che è ancora purtroppo alto e la chiave di svolta è l’informazione, la conoscenza di come si trasmette l’HIV, la prevenzione e l’educazione sessuale. Essere qui, oggi, nella mia ULSS a Treviso a parlare di arte e AIDS mi fa capire che siamo di fronte a un cambiamento epocale. Oggi, con questo evento, HIV ed AIDS entrano nei musei della città e non solo nei luoghi di cura. La risposta della città e delle Istituzioni è bellissima e molto significativa. Ringrazio davvero l’intera comunità».