LO STUDIO – L’analisi ha preso in esame i casi di persone che facevano meno di 8.000 passi al giorno, la maggior parte dei quali ne percorreva appena meno di 5.000. Quelli che camminavano regolarmente per almeno 15 minuti hanno dimostrato di avere l’80% in meno di probabilità di morire per qualsiasi causa e quasi il 70% in meno di probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari in un periodo di circa 10 anni, rispetto a coloro che si dedicavano a camminare per brevi percorsi di cinque minuti o meno. L’età media dei partecipanti era di 62 anni, quindi il rischio di morte nei 10 anni successivi era ancora abbastanza basso all’inizio: circa il 4% nel gruppo di chi faceva passeggiate più brevi e meno dell’1% nel gruppo che si impegnava in camminate più lunghe. Dai dati emergeva solo una correlazione tra buona salute e camminate più impegnative, senza dimostrare che le passeggiate lunghe fossero effettivamente più salutari rispetto a tanti brevi momenti di cammino distribuiti nell’arco della giornata. A favore della maggiore salubrità delle camminate lunghe si è però schierato un altro esperto, il dottor Robert Gerszten, responsabile di medicina cardiovascolare presso il Beth Israel Deaconess Medical Center (un centro non coinvolto nello studio), il quale ricorda le conclusioni a cui sono giunti altri lavori, secondo cui l’organismo ha bisogno di tempo e continuità per sfruttare appieno i benefici dell’esercizio sulla salute, a cominciare da una migliore regolazione della frequenza cardiaca. Borja del Pozo Cruz, epidemiologo dell’Università Europea di Madrid che ha guidato lo studio, ha commentato: “Non stiamo dicendo che le camminate più brevi non funzionino, ma sembra che sia molto meglio accumulare passi per periodi più lunghi”, ha aggiunto.