Firenze, 18 novembre 2025 – “ll tempo, in un’indagine per omicidio colposo, non è un dettaglio: è un elemento probatorio. Gli inquirenti devono stabilire quanto sia trascorso dall’ultima volta in cui Leonardo è stato visto vigile e in sicurezza alla terribile scoperta del suo corpo senza vita. Parliamo di minuti che possono fare la differenza tra un evento tragico ma inevitabile e un evento forse evitabile, se la vigilanza fosse stata continua o più efficace”. A dirlo è l’avvocato penalista Elisa Gamerra, alla quale abbiamo rivolto una serie di domande per far meglio luce su quel che potrebbe accadere alle persone coinvolte, maestre in primis, nella terribile vicenda di Leonardo Ricci, morto a due anni mentre giocava nel giardino dell’asilo.

Cinque operatrici del nido hanno ricevuto un avviso di garanzia. C’è chi può domandarsi: significa che sono “colpevoli”?

“Assolutamente no. È un atto a tutela delle indagate, necessario per permettere loro di esercitare il loro diritto alla difesa. Il cosiddetto “avviso di garanzia” non attribuisce alcuna responsabilità: consente solo alle persone sottoposte ad indagine di venire a conoscenza dell’iscrizione del proprio nome nel registro degli indagati e soprattutto, in un caso come questo, permette loro di partecipare agli accertamenti irripetibili (come l’autopsia), nominando un difensore e eventuali consulenti tecnici di parte. In questa prima fase del procedimento penale il fine è quello di cercare di ricostruire l’accaduto, non è il momento né per dare giudizi né per attribuire delle responsabilità”.

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I carabinieri appongono l’avviso di sequestro all’asilo (foto Cristini)

L’autopsia sarà un passaggio determinante. Che cosa dovrà chiarire il medico legale?

“Non conosco con esattezza il quesito ma immagino che debba rispondere a tre domande essenziali: la causa esatta della morte, la dinamica, ossia come si è verificato il soffocamento, e soprattutto i tempi intercorsi tra l’evento traumatico e la morte. Stabilire se Leonardo avrebbe potuto essere salvato con un intervento più rapido è uno dei punti che guiderà la Procura nella valutazione dell’eventuale colpa, intesa come violazione delle norme di vigilanza e assistenza. L’esame dovrà integrarsi con i rilievi dei carabinieri effettuati nei giorni scorsi nel giardino dell’asilo, ancora sotto sequestro”.

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Molti si interrogano sulla vigilanza in quel frangente, tra le 11 e le 12. Qual è il criterio giuridico con cui si valuta la condotta delle educatrici?

“La vigilanza non può essere astratta: deve essere adeguata all’età dei bambini, alla conformazione dello spazio esterno e al numero di piccoli presenti. Deve inoltre essere costante. Le indagini dovranno cercare di chiarire se tutti i protocolli siano stati rispettati, se il personale fosse numericamente sufficiente e se l’area presentasse criticità non considerate. Un’eventuale responsabilità a titolo di colpa può emergere solo se venisse accertata, nel contraddittorio delle parti, una violazione concreta di regole di prudenza, non dal semplice fatto che la tragedia è accaduta”.

Una delle maestre ha avuto un malore dopo aver capito che il piccolo non era più con il gruppo. Può incidere in qualche modo?

“Incide sul piano umano, ed è tragico. Ma sul piano giuridico ciò che conta è la sua condotta prima e durante l’evento: dove si trovava, quali bambini aveva sotto la sua responsabilità, qual era il suo ruolo in quel momento specifico. L’emotività successiva non è un elemento di responsabilità né di non responsabilità. È però indicativa del peso che queste donne stanno portando: non sono soltanto indagate, sono persone profondamente segnate dall’accaduto”.

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Si parla anche di “falle” nella sicurezza del giardino. Che tipo di accertamenti sono previsti?

“I carabinieri stanno verificando se l’area esterna fosse davvero compatibile con l’età dei bambini: arbusti, rami, dislivelli, eventuali punti ciechi. Se davvero un semplice arbusto è diventato un rischio mortale, bisogna capire se fosse prevedibile e se la struttura avesse adottato tutte le cautele necessarie per prevenire sinistri. Nel diritto penale i concetti di prevedibilità e prevenibilità sono decisivi per individuare o meno dei profili di responsabilità colposa: un evento può essere rarissimo, ma non per questo automaticamente imprevedibile e inevitabile”.